A Spoleto grande successo del dialogo tra poeti e pittori

Abruzzo

Di

di Alessandro Clementi

 

SPOLETO – Vivace risposta dei pittori a Spoleto all’invito della Galleria LA BOTTEGA DELL’ARTE di Katy Laudicina in Corso Mazzini. Nell’estate rovente, che si è appena congedata dall’ incantevole paesaggio umbro, i pennelli si sono sciolti tra colori e versi alla ricerca di un linguaggio simbiotico tra la POESIA e la PITTURA. In vetrina, in Galleria, per tutta l’estate si sono mostrate le grandi pergamene con le poesie di quattro poeti molto amati nella città di Spoleto.

 

I poeti aquilani LILIANA BIONDI e MARIO NARDUCCI, il poeta spoletino SANDRO COSTANZI e la poetessa romana ANNA MANNA, ideatrice del progetto IL POETA EBBRO DI COLORI, che ogni anno premia un poeta particolarmente ricco di immagini nei propri versi. Appunto il poeta dei grandi dialoghi.

 

Presidente di Giuria per l’assegnazione del riconoscimemto IL POETA DEI GRANDI DIALOGHI è la fondatrice del premio ANNA MANNA.

Presidente di Giuria per i dipinti la pittrice e poetessa EUGENIA SERAFINI, reduce dalla bella affermazione poetica al Premio Camaiore.

Presidente del Comitato d’onore del premio “Il poeta ebbro di colori” è il prof. LUCA FILIPPONI, Presidente di Spoletofestivalart.

 

Nel 2020, con premiazione svolta in via telematica, l’indimenticabile poetessa JOLE CHESSA OLIVARES vinse la prima edizione come POETA EBBRO DEI GRANDI DIALOGHI e lo scorso dicembre al Centro di documentazione europea all’Università La Sapienza di Roma, FAUSTA GENZIANA LE PIANE ha presentato il dipinto vincitore, ispirato da una poesia della Olivares su Roma.

 

Per la Poesia nel 2021 il vincitore MARIO NARDUCCI ispirò la pittrice umbra GIOVANNA GUBBIOTTI con la sua poesia TORNANO I TULIPANI. Nel 2022 IL POETA DEL GRANDE DIALOGO è stato CORRADO CALABRÒ che ha ispirato con i suoi versi la famosa pittrice MARTINE GOYENS.

 

Nel 2023 il progetto si è allargato a 4 poeti, che a luglio hanno donato le loro poesie all’ispirazione dei pittori. Molto seguito il poeta MARIO NARDUCCI, che ha richiamato l’attenzione di più pittori con i suoi versi dedicati a MONTELUCO. Così il poeta ci spiega il fascino di MONTELUCO, luogo incantevole collinare che domina Spoleto.

 

Chiediamo al poeta Mario Narducci: cosa accende l’estro poetico a Monteluco?

 

“La sacralità di Monteluco, che si perpetua da secoli, il mistero del suo bosco, dove ancora sembrano correre, leggiadre, le ninfe della tradizione pagana cui si lega, in modo meraviglioso, con il conventino francescano, il messaggio cristiano (cieli nuovi e terre nuove) nessuna distruzione del passato ma ri-creazione.

È nel bosco che, proprio in ragione della sua sacralità, fioriscono gli amori, torna la visione di incantamenti primi, sorgono albe e tramonti che segnano lo stupore quotidiano, si succedono le stagioni segnalando palingenesi quotidiane che solo può avvertire chi solo, della natura, è parte viva.”

 

Risposta vivace dei pittori anche per gli altri poeti, soprattutto per la citazione di luoghi e ricordi del Festival dei due mondi negli anni, nei versi ad esempio di SANDRO COSTANZI, come ci racconta il poeta stesso.

 

O beauty ever old and ever old” è la memoria emotiva di una esperienza unica. Domenica 15 luglio 2007, il Festival dei Due Mondi, l’ultimo festival menottiano, il primo postumo alla morte di Gian Carlo Menotti, di cui si eseguì la sua “Missa O pulchritudo”, in sua memoria. Il sole rivelava il Cristo pantocratore che l’oro esaltato nel tramonto innalzava sulla piazza del Duomo, gremita di gente: ero in un giardino pensile a tu per tu con il Cristo e con il suo oro. La gente dall’alto mi sembrava un nutrito esercito di formiche. Il tramonto, la campana del Duomo, le ultime rondini. Due ore eterne di bellezza e poi Gian Carlo Menotti e Thomas Schippers sarebbero diventati da storia reale e vissuta puro mito. “

 

 

L’ideatrice ANNA MANNA ha messo in vetrina due poesie dedicate a due luoghi spoletini: la splendida Piazza del Duomo e la bellissima stradina del centro Via Fontesecca. Piazza del Duomo vibra e si presenta nella sua bellezza nella poesia All’improvviso una passante. Così ci racconta la poetessa Anna Manna come è nata la poesia:

“Una passeggiata notturna, con la lente della poesia a trafiggere il buio per le viuzze ed i vicoli della famosa città, mi ha dato l’estro per ripercorrere alcuni temi che in POESIA spesso ricompaiono, anche a distanza di molti anni, unendo poeti diversi tra loro. Per esempio la metafora delle occasioni perdute così cara a Baudelaire. La tematica, dopo la famosissima poesia di Baudelaire, è stata poi ripresa dal poeta Antoine Pol, un poeta francese. La sua poesia, “Les passantes” che fu messa in musica da George Brassens, un cantautore, poeta e attore francese, che la incise nel 1972, e divenne una delle canzoni più celebri nell’intera lingua francese. L’aggancio ai nostri giorni per questa tematica è sorprendente: nel 1974 Fabrizio De André la tradusse in italiano e la incise. La metafora della passante per tutti loro fu però un momento di nostalgia, di rimpianto. Ma la mia passante, come figurazione poetica, non rappresenta la nostalgia, il rimpianto… anzi è un rilancio continuo, un inno alla vita che anche al buio ti ripropone un incipit, un’occasione, un filo d’oro a cui aggrapparsi.”

 

Così anche attraverso la bellezza di Spoleto, che rinnova ogni anno l’incanto di una scommessa culturale di successo, è possibile esprimere il rilancio della speranza, dopo il periodo buio della Pandemia.  La passante forse è la stessa poesia, la penna poetica per annunciare l’ipotesi di un nuovo amore, un nuovo progetto, una nuova conoscenza… la rivisitazione di un personaggio del passato.

Così, ad esempio, con la poesia di LILIANA BIONDI, che ha introdotto con i versi il ricordo di un personaggio Lucrezia Borgia, legata a Spoleto. Così ha scritto la poetessa Liliana Biondi, nota saggista, all’invito di Anna Manna a scrivere versi per Spoleto:

 

“Grazie, Anna carissima, “novella Lucrezia”, per avermi dato più possibilità di tornare nella bella Spoleto, di cui avevo romantici ricordi giovanili. E grazie per il tuo invito: nella mia poesia ho voluto, tra l’altro, esaltare la bella Lucrezia Borgia, figlia di papa, sposa a 12 anni e duchessa di Spoleto e Foligno, che proprio a Spoleto dette alla luce il figlio Rodrigo, passata nei secoli come una peccatrice, e alla quale la storia recente sta rendendo onore e gloria per la sua saggezza, intelligenza e fede.

L’arte parla con voce personale e universale: la voce del singolo artista, raccolta e condivisa, diventa voce universale. Poesia e pittura, sorelle sin dai tempi di Simonide, sono interpreti con-cordi, ma non meno personali e non meno universali, tante sono le interpretazioni che a catena cultori e artisti avvicendano nel tempo, rimodellandole e riplasmandole eternamente secondo canoni di bellezza anch’essi in continuo mutamento.” In pochi versi con la poesia di LILIANA BIONDI la questione femminile entra nel dibattito!

 

I risultati sorprendenti dell’incontro spoletino tra poeti e pittori saranno esposti ai primi di novembre nella Galleria LA BOTTEGA DELL’ARTE. I pittori che hanno già consegnato il proprio dipinto in Galleria sono: MIRIAM BELLON, LAURA BORDI, STEFANIA CAPPELLETTI, NATALIA GERMANI, ANDREINA GOBBETTI, GIOVANNA GUBBIOTTI, ROMINA HYKA, LINDA LUCIDI, KELITA PANNACCI, MARCO ANTONIO SORCETTI, DONATELLA TOMASSONI.

Ma ancora ci sono artisti all’opera, fino ai primi di dicembre, quando i poeti ed i pittori si incontreranno nella Mostra, allestita con slancio e competenza da Katy Laudicina. La proclamazione dei vincitori si svolgerà a Roma nel secondo evento del Progetto, che probabilmente verrà organizzato per San Valentino.

Chiediamo alla Presidente di Giuria del concorso per pittori, la poetessa e pittrice EUGENIA SERAFINI, come vede questo interessante progetto:

“Oggi mi interrogo: ma vale veramente la pena continuare a dipingere, a scrivere, incontrarsi come fantasmi garruli in giorni di caos violento in tante parti del mondo, giorni che non seguono più il ritmo delle stagioni, alba zenit tramonto, schiusa dei semi e fiorire degli alberi. Giorni dove le stelle non sono stelle ma razzi mortali, le case macerie, le scuole deserte, i mercati, i caffè e le piazze luoghi di strazio dove l’unica eco è il grido, il pianto? Vale la pena?

Eppure qualcuno, qualcosa mi sussurra: è in questi giorni che il SOGNO PUÒ SALVARCI dal nostro Inverno interiore! E dunque apriamoci a questa SPERANZA, portando ancora nella società, tra la gente, con forza prorompente l’energia vitale e pacificatrice dei colori, della poesia, della bellezza.”

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