“Stanno bene”. Israele rilascia 39 detenuti palestinesi Hamas ha liberato 13 ostaggi israeliani che hanno tra 2 e 85 anni. Israele ha rilasciato 39 detenuti palestinesi. Netanyahu annuncia: “La guerra continua”
ROMA – Sono stati rilasciati oggi da Hamas 13 ostaggi israeliani, tra cui donne e bambini, che erano stati sequestrati il 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha lanciato il gravissimo attacco ad Israele che ha dato il via alle terribili violenze che non accennano a fermarsi in Medio Oriente. I 13 ostaggi liberati stanno bene e sono arrivati nello Stato di Israele. Hamas ha consegnato il gruppo a funzionari della Croce rossa, che da Gaza ha accompagnato gli ostaggi oltre il valico di Rafah, dove ad attenderli c’erano militari e personale medico dell’esercito, pronto con ambulanze ed elicotteri a trasferire i civili negli ospedali di Tel Aviv. Qui ad attenderli ci saranno le loro famiglie. In cambio, Israele ha rilasciato 39 detenuti palestinesi tra cui 24 donne e 15 bambini, detenuti nelle carceri israeliane. Lo ha confermato Majed Al-Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, paese che ha mediato la tregua tra Israele e Hamas.
I detenuti palestinesi avrebbero già lasciato il carcere di Ofer, dove erano stati trasportati nel pomeriggio da diversi istituti penitenziari israeliani. Risulta così rispettato quanto previsto in questo primo giorno di tregua stretta tra Israele e Hamas, che prevede un primo scambio di 13 ostaggi israeliani e 39 prigionieri palestinesi, parte rispettivamente dei 50 e 150 totali concordati.
CHI SONO GLI OSTAGGI LIBERATI, DAI 2 AGLI 85 ANNI
Le autorità israeliane hanno diffuso la lista dei 13 ostaggi liberati da hamas questo pomeriggio: Doron Katz-Asher di 34 anni, Raz Asher di 4, Aviv Asher di 2, Daniel Aloni di 45, Amelia Aloni di 5, Ruth Munder di 78, Keren Monder di 54, Ohad Monder di 9, Adina Moshe di 72, Hanna Katzir di 76, Margalit Mozes di 77, Hanna Perry di 79 e Yaffe Adar di 85. Si tratta dunque di nove donne tra i 34 e gli 85 anni, e quattro bambini tra 2 e 9 anni. Il gruppo è arrivato in Israele. Lo confermano i media di Tel Aviv citando fonti dell’esercito israeliano, che ha condiviso il video del momento in cui i pullman hanno lasciato l’Egitto per entrare in territorio israeliano. Eli Bin, direttore generale del Servizio di emergenza israeliano ‘Magen David Adom’, ha detto alla radio dell’esercito che i concittadini rilasciati “stanno bene”.
CROCE ROSSA: HAMAS HA RILASCIATO 24 OSTAGGI IN TOTALE
La Croce Rossa conferma il rilascio di 24 ostaggi detenuti da Hamas: oltre ai 13 israeliani parte dell’intesa stretta in settimana con la mediazione del Qatar, Hamas ha liberato anche undici cittadini di altre nazionalità: dieci tailandesi a un filippino. Il governo della Thailandia e dell’Egitto avevano precedentemente confermato il rilascio di 12 thailandesi. I cittadini del sud-est asiatico sono stati liberati grazie a negoziati separati tra i governi col gruppo palestinese. Anche loro sono stati catturati nel corso dell’aggressione del 7 ottobre scorso.
NETANYAHU: I RILASCI SONO TRA GLI OBIETTIVI DELLA GUERRA AD HAMAS
“Ci impegneremo per il ritorno di tutti gli ostaggi“. Lo ha assicurato il primo ministro Benjamin Netanyahu, nella sua prima dichiarazione da quando, a partire dalle 17 ora locale, sono stati rilasciati i primi 13 prigionieri israeliani, tra cui donne e bambini. “Abbiamo appena portato a termine il rientro del primo gruppo di nostri connazionali tenuti in ostaggi, tra cui bambini, le loro madri e altre donne. Ognuno di loro è un mondo intero”, ha continuato il premier, ricordando che il ritorno a casa degli israeliani rapiti da Hamas nell’attacco del 7 ottobre “è uno degli obiettivi della guerra e noi siamo impegnati a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra”. Quindi ha ribadito che i rilasci “non pongono fine alla guerra”, e che Israele proseguirà ogni sforzo per “eliminare Hamas“.
IN SERATA ARRIVATI A RAMALLAH ANCHE I 39 PALESTINESI: “ORA CURATECI”
Sono arrivati dopo le 20 ora locale invece i pullman della Croce rossa con a bordo i 39 detenuti palestinesi – tra cui 24 donne e 15 bambini – rilasciati dalle forze israeliane. Il gruppo è stato portato a a Betania, località non lontana da Ramallah, in Cisgiordania. Al momento della partenza dal carcere di Ofer, Al-Jazeera riferisce che l’esercito ha sparato nuovamente gas lacrimogeni, nel tentativo di disperdere la folla di palestinesi che si era radunata per festeggiare il rilascio. The Times of Israel riferisce che la polizia ha vietato assembramenti e celebrazioni pubbliche per i rilasci.
Al-Jazeera ha intervistato una delle donne liberate, Marah Bakeer, arrestata nel 2015 quando aveva 16 annisecondo cui “molti dei prigionieri rilasciati necessitano di cure mediche: tutti hanno sofferto grave negligenza medica” da parte delle autorità carcerarie.
Lacrimogeni erano stati già impiegati nel pomeriggio per disperdere le centinaia di persone che si trovano fuori del carcere di Ofer mentre attendevano il rilascio dei 39 detenuti palestinesi.
LA FAMIGLIA DELLA PRIGIONIERA PALESTINESE: NON FESTEGGEREMO
“Quando mia nipote tornerà a casa non festeggerò”. Così ha detto all’emittente statunitense Cnn Talal Sayyad, lo zio di Israa Jaabis, una delle detenute palestinesi di cui è atteso il rilascio da parte delle autorità israeliane, nel rispetto dell’accordo stretto con Hamas, che ha liberato nel pomeriggio 13 ostaggi israeliani. Sayyad spiega: “Israa ha trascorso otto anni in prigione, ha sofferto molto, ma non è l’unica. Tantissime donne e uomini palestinesi soffrono nelle carceri israeliane”. E soffre anche chi è fuori: “il figlio di Israa non la riabbraccia da otto anni. Avete idea di cosa significhi per un bambino? L’ha sempre vista attraverso un vetro. E anche i suoi genitori sono molto provati. Siamo persone, abbiamo dei sentimenti”.
Se verrà rilasciata, conclude l’uomo, “Saremo felicissimi ma la nostra gioia sarà contenuta perché il prezzo che noi palestinesi paghiamo è troppo alto. Parliamo di 15mila persone uccise in Gaza e migliaia di feriti. E’ troppo sangue versato in cambio di pochi rilasci“.
Israa Jaabis è stata arrestata nel 2015, quando l’auto a gas in cui viaggiava esplose nei pressi di un checkpoint nella Cisgiordania occupata. La donna raccontò che, avvolta dalle fiamme, chiese aiuto ai militari, che invece di assisterla, la arrestarono. L’accusa fu di tentato attacco terroristico a una postazione dell’esercito israeliano, ed è stata condannata a 13 anni di carcere. L’accusa ha sostenuto che Jaabis intendesse farsi saltare in aria per uccidere i militari. La donna si è sempre dichiarata innocente, sostenendo che l’esplosione sarebbe stata accidentale poiché causata da un guasto. Negli anni ha inoltre denunciato di non aver mai ricevuto le adeguate cure per le ustioni subite, che hanno causato la perdita parziale delle dita delle mani e le hanno sfigurato il volto. Nel 2018 la donna ha presentato richiesta per una plastica al naso con cui eliminare i disturbi respiratori. Ma, come riporta The Times of Israel, il giudice ha respinto la richiesta, accogliendo il ricorso presentato da uno dei poliziotti rimasti feriti nell’esplosione della sua auto.
AL-JAZEERA IPOTIZZA CINQUE GIORNI DI TREGUA AGGIUNTIVA
L’emittente Al-Jazeera ipotizza che la popolazione di Gaza potrebbe godere di altri cinque giorni di cessate il fuoco, in aggiunta ai quattro iniziati stamani. La tv del Qatar ricorda che il governo di Tel Aviv ha promesso un giorno aggiuntivo per ogni dieci israeliani rilasciati. Esclusi i 13 ostaggi liberati oggi, parte di un accordo che prevede 50 liberazioni, al momento altri 190 dovrebbero essere detenuti dal gruppo palestinese sui 240 totali. Quelli idonei per il rilascio, stando ai termini dell’accordo mediato dal Qatar, che prevede solo cittadini israeliani donne e bambini, abbassa a una cinquantina tale stima. Esclusi quindi uomini, soldati e cittadini stranieri, come evidenzia Al-Jazeera.
TRA I PALESTINESI RILASCIATI, NESSUNO DI QUELLI ARRESTATI DOPO IL 7 OTTOBRE
Nella lista dei 39 detenuti palestinesi selezionati da Israele, nell’ambito dello scambio concordato con Hamas grazie alla mediazione del Qatar, ci sono 24 donne e 15 bambini. L’emittente Al-Jazeera ha fatto sapere che la maggior parte di loro sono stati incarcerati per aver lanciato pietre contro soldati o cittadini israeliani. Inoltre, nessuno dei 3.130 palestinesi arrestati nei Territori occupati all’indomani del 7 ottobre figurano tra i detenuti rilasciati oggi. L’emittente ha riferito inoltre che, in vista dei prossimi rilasci, il premier Benjamin Netanyahu ha approvato una lista con 300 papabili, tra cui figurano 270 bambini e 30 donne. Ben 233 di loro sarebbero detenuti senza processo. Ad Al-Jazeera il padre di una detenuta ha detto: “Non la vedo dal 2015”. Un’altra famiglia ha raccontato di aspettare il rilascio del figlio di sei anni, detenuto da un mese.
Ci sono poi le famiglie che piangono i detenuti “nelle celle frigorifere”: sarebbero 394 i palestinesi uccisi, di cui le forze israeliane detengono i corpi da mesi o anche anni, nonostante gli appelli delle famiglie a riavere i corpi dei loro cari, un diritto sancito anche dalla Convenzione di Ginevra.
Leggi anche: Farah Erekat: “Da 3 anni chiedo a Israele il corpo di mio fratello ucciso”
I DETENUTI PALESTINESI SONO 8MILA, 3MILA SENZA PROCESSO
Secondo Qadura Fares, capo della Commissione palestinese per la questione dei prigionieri ed ex prigionieri, intervistato dall’emittente Cnn, Israele detiene oltre 8mila palestinesi, 3mila dei quali in regime “amministrativa”, ossia senza conoscere i capi d’accusa né aver avuto accesso a un regolare processo.
BARGHOUTI (INIZIATIVA PALESTINESE): ORA LIBERI TUTTI QUELLI IN REGIME AMMINISTRATIVO
Sentito da Al-Jazeera, il segretario del partito Iniziativa nazionale palestinese Moustapha Barghouti ha definito “promettente” il rilascio dei detenuti da parte di Israele, suggerendo che potrebbe aprire al “rilascio totale”, soprattutto delle centinaia di persone “in regime amministrativo”, tra cui secondo le associazioni per i diritti umani figurano anche bambini, adolescenti, persone con disabilità fisiche o mentali e donne. Secondo l’ong Defence for Children International-Palestine (Dcip), in media militari israeliani arrestano ogni anno tra i 500 e i 700 minori.