A Gaza tregua di altre 24 ore. Blinken vola a Gerusalemme

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Si tratta del settimo giorno consecutivo volto a permettere il proseguimento dello scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi

ROMA – Mentre la tregua nella Striscia di Gaza viene prolungata di altre 24 ore, il segretario di Stato americano Antony Blinken arriva in Israele per la quinta volta dal 7 ottobre, per incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu. Blinken intende premere per un cessate il fuoco “sostenuto”, come scrivono i media internazionali, incoraggiando azioni per il completo rilascio degli ostaggi e per convincere Israele a restringere il perimetro degli attacchi e delle operazioni militari a Gaza. Questo perché la Casa Bianca sta ricevendo pressioni per via dell’alto numero di vittime civili palestinesi – quasi 15mila, di cui la maggior parte donne e bambini – provocate dall’intervento dell’esercito israeliano all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. L’Onu avverte che gli sfollati sono oltre 1,8 milioni su una popolazione di 2,3 milioni.

Quanto alla tregua odierna concordata ieri sera tra Tel Aviv e il gruppo palestinese, si tratta del settimo giorno consecutivo volto a permettere il proseguimento dello scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, nonché l’ingresso degli aiuti umanitari per la popolazione stremata da settimane di blocco totale.

Intanto è salito a tre morti, tra i quali una ragazza di 16 anni, il bilancio di una sparatoria stamane a Gerusalemme. La polizia israeliana attribuisce l’azione a due uomini palestinesi, che sono stati uccisi nell’intervento degli agenti. Poco dopo l’arrivo di queste notizie, il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Ben Gvir ha detto di essere pronto a “distribuire più armi” tra i civili israeliani, come già fatto tra i coloni nei Territori occupati all’indomani dell’aggressione armata di Hamas di ottobre: “Le armi salvano vite umane”, ha detto in un post su X. “Nonostante le critiche di tutti i partiti, continuerò questa politica di distribuzione di armi ovunque, sia ai Pronto soccorso che ai civili”.

Dal 7 ottobre si è registrata anche un’escalation di violenza nella Cisgiordania occupata, con decine di morti tra i palestinesi.

 

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