Marco vive nell’hinterland milanese. Precisamente a Corsico.
È un giovane fenomeno. Down. Ha una vita pienissima di impegni, lavoro, passioni.
Ha studiato, è un abilissimo barman al punto da insegnare il suo lavoro ad altri.
Calciatore fortissimo, è stato campione del mondo a 5 della sua categoria, in un campionato mondiale durissimo nel quale nessuno faceva sconti a nessuno.Poi ha deciso di scrivere un libro. Ha fatto tutto da solo: ha trovato la casa editrice, Dissensi, ha trovato l’ editor e il libro è uscito col titolo ” Per non lasciare indietro nessuno”.
Finito il libro, scatta l’altra passione: il teatro.
Poche settimane fa l’esordio, alla grande, al Teatro Delfino di Milano: “Pinocchio Rock, il ragazzo di legno”.
È molto facile che mentre sto tracciando questo breve articolo, Marco ne stia pensando una delle sue.
E quando si mette in testa qualcosa, non lo ferma nessuno.
Ecco l’Italia e l’Europa che vogliamo:
inclusive, solidali, accoglienti, premurose e collaborative con i ragazzi come Marco, per trasformare ciò che appare impossibile in una realtà possibile.
Non ci piace ciò che accade in alcune democrazie del nord Europa dove, per decisione governativa, non è più possibile nascere down.
Constatando che ciò accade in una Europa contemporanea che ha radicalmente rifiutato di riconoscere il suo imprinting Cristiano.
È anche pensando a Marco che dobbiamo avvertire il dovere di lottare per una Europa dei popoli e della civiltà.
Una civiltà umana: dall’ Europa auspichiamo un nuovo Umanesimo.
Dimenticavo che come ognuno di noi anche Marco ha un difetto, per me imperdonabile: è uno sfegatato milanista. Ma questa è un’ altra storia.
Francesco Magisano