Stellantis, la nuova Panda elettrica sarà prodotta in Serbia

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La futura FIAT Panda elettrica, promessa di sostenibilità ambientale, ha abbandonato le strade italiane per trovare dimora in Serbia. La notizia, già trapelata in anticipo senza ufficialità e ora confermata durante l’incontro di Belgrado tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente serbo Aleksandar Vučić, conferma la delocalizzazione della produzione.

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Vučić ha annunciato con orgoglio: “Stellantis avvierà la produzione della Panda elettrica in Serbia”. Un accordo che sembra cementare il rapporto commerciale tra il suo Paese e l’Italia, valutato in 4,6 miliardi di euro, con tanto di ringraziamenti diretti a Roma per la fiducia investita a ridosso dei Balcani.

Il serbo ha inoltre menzionato il coinvolgimento di SIMEST, consorzio legato per il 76% a Cassa Depositi e Prestiti (Gruppo CDP), che sostiene lo sviluppo delle imprese italiane e che il 28 giugno passato ha inaugurato il suo primo ufficio internazionale esattamente a Belgrado.

La nuova Panda elettrica dovrebbe debuttare il giorno 11 di luglio: un risultato prospettato e lasciato velatamente trapelare in prima persona, , nell’aprile del 2022, dall’amministratore delegato della neonata società automobilistica Carlo Tavares, durante il proprio soggiorno in Serbia con tanto di visita allo stabilimento di Kragujevac.

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Il declino produttivo della exFabbrica Italiana Automobili Torino” nel Bel Paese è quindi evidente ora: la catena di montaggio dell’ormai vecchia Panda a Pomigliano d’Arco sembra dunque destinata a chiudere i battenti entro il 2026, rimarcando ulteriormente il distacco di Stellantis (e quindi di FIAT) dal territorio peninsulare.

Di recente, addirittura, il marchio avrebbe invitato più del il 30% del personale nostrano a un “esodo volontario”. E c’è da chiedersi, inoltre, con quale coraggio sono stati pubblicati degli annunci di vendita per i capannoni italiani su siti immobiliari online.

Il congedo dall’Italia della holding multinazionale – che abbraccia anche Alfa Romeo, Lancia e Maserati – era in qualche modo prevedibile, considerando le recenti produzioni FIAT in Marocco e Polonia e l’entrata in organico di operai slovacchi a Torino-Mirafiori. Senza menzionare i punti interrogativi sugli altri centri di produzione italici, con una serialità che lenta ma inesorabile si sposta all’estero da troppo tempo.

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Quando c’erano loro (e non questi altri…)

I numeri dell’Organizzazione internazionale di costruttori di veicoli a motore (OICA) non mentono: nel 2022 l’Italia ha prodotto solo 473.194 automobili, piazzandosi all’ottavo posto. In confronto, ad esempio, la Germania guida la classifica con oltre 3 milioni di veicoli.

Stellantis, precedentemente solida Fiat Chrysler Automobiles N.V. (FCA) sotto la guida dell’instancabile Sergio Marchionne, un tempo raggiungeva cifre a sei zeri sia nel settore impiantistico italiano che in quello francese. Ma ora, per quanto ci si riempia ancora la bocca di buoni propositi industrializzanti dalle nostre parti, siamo precipitati a poco meno della metà.

Nonostante la sigla sindacale FIM CISL abbia chiesto delucidazioni ai rappresentanti di casa Stellantis, soprattutto riguardo alla sede di Pomigliano d’Arco, l’incontro con il Ministero delle Imprese in programma per il domani 6 dicembre sembra prospettare uno scarso ottimismo.
E, come direbbe qualcuno, anche la FIAT se la stanno giocando…

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Andrea Murgia del 04 dicembre 2023), Quattroruote, sito istituzionale del Governo Italiano, Wikipedia, sito di SIMEST, sito del Gruppo CDP, La Stampa, sezione del Dipartimento di Scienze Economiche del sito dell’Università degli Studi di Verona, sito della Federazione Italiana Metalmeccanici, AGI (Agenzia Italia), Basilicata24.it;

Canali YouTube: Il Fatto Quotidiano, La7 Attualità.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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