Il Natale: tra ritualità e consumismo

Attualità & Cronaca

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Il Natale è la  festività religiosa più importante non solo dell’occidente cristiano, ma anche della chiesa ortodossa in genere e di quella Russa in particolare. Con l’avvento del benessere e della società dei consumi ha perso in parte la sua profonda valenza religiosa  ed ha acquisito una fisionomia laica che  non gli appartiene. Molti legano il Natale prevalentemente alla necessità di scambiarsi regali, di dedicarsi ad attività che in genere non praticano durante gli altri periodi dell’anno, come andare al cinema, a teatro, a concerti vari, a cenoni e veglioni e poco gli interessa il suo reale significato e la pratica di determinate funzioni religiose. Per chi può economicamente diventa l’occasione per viaggiare o andare presso i centri turistici invernali dove poter praticare lo sci. L’industria cinematografica  da molto tempo ha saputo cogliere e sfruttare questo positivo periodo, fortemente aggregante,  per fare uscire i suoi film proprio in concomitanza col Natale. Insomma il Natale è un momento  molto trainante per tutti i settori dell’economia e la così detta tredicesima è spesa quasi prima ancora di essere incassata.  Sempre per stimolare e spingere la gente verso acquisti anche importanti, le vie ed i negozi di tutte le grandi città del mondo, ma anche dei piccoli centri, si riempiono di luci  di tutte le forme e colori  che creano un’atmosfera magica, surreale e fiabesca a cui, se si è fortunati, in alcune località montane si aggiunge lo spettacolo della neve; forse per questo motivo ci piace tanto questo periodo  dell’anno che se ne va e ci riporta alla nostra infanzia e a volte riesce a tirar fuori il meglio  di noi, complici anche le straordinarie suggestioni musicali che riescono ad esprimere, in tutti gli stili possibili, la bellezza di questo periodo dell’anno. L’imperversare di musica e canti sono  un altro aspetto tipico di questo mese, i concerti di Natale si tengono un po’ ovunque.  E’ la festa della luce e molte città hanno sfruttato questo periodo invernale per  promuovere  il turismo in modo diverso, così  Salerno è la città delle luminarie più belle del centro sud, ma non mancano ovunque luci particolari, mercatini della tradizione come a Napoli, Merano, Bolzano ed in tante città originali. L’aria della festa si respira ovunque, ma è particolarmente suggestiva sulle montagne innevate. Così anche se la crisi si fa sentire restano ancora gettonati, per le vacanze di Natale, i tradizionali centri per poter sciare. Mentre le  luminose immagini e i colori attirano e colpiscono la vista, la musica sacra e non conquista l’animo del turista insieme ai profumi ed ai sapori di dolci e pietanze tipici di questo periodo, come da tradizione, diversi da luogo a luogo.  L’arte e la fede  popolare vengono espresse attraverso le statuine del presepe, che rappresentano la molteplice umanità;  sono opere soprattutto di artigiani napoletani, che hanno alle spalle una tradizione tecnica ed  iconografica secolare  profondamente espressiva, esse sono esposte lungo le vie di San Gregorio Armeno,  a Napoli.  Il presepe rappresenta una tradizione che rimanda a San Francesco, tradizione consolidatasi nel corso dei secoli e definita da uno schema di forme, luoghi e personaggi che sono diventati tipici e caratterizzanti. Vi sono infatti delle figure che non possono mancare: la lavandaia , simbolo di purezza, l’uomo che beve, simbolo del vizio, i pastori, testimoni del miracolo e gli angeli che annunciano loro l’evento, i magi, simbolo dei re saggi che vanno alla ricerca del Bambino fonte della salvezza e della saggezza,  il dormiente simbolo dell’umanità addormentata nel peccato. Il presepe nella tradizione popolare si anima con i presepi viventi,  che vengono organizzati per alcuni quartieri di paesi e città  con la partecipazione corale della comunità in costume tipico; oppure le rappresentazioni avvengono nelle  chiese.  Ogni parrocchia realizza il suo presepe e spesso anche dei privati , appassionati di questa tradizione, ne realizzano di spettacolari, visitabili gratuitamente, come  nel  centro di Amantea,  cittadina della costa  tirrenica in provincia di Cosenza.  Si tengono dei veri e propri concorsi per premiare il presepe più bello. Nelle  poche o  rarissime famiglie, dove ancora è vivo il senso della tradizione,  si incominciano  a costruire le casette del  presepe già a novembre perché di anno in anno si aggiungono personaggi e scene nuove, si modifica e si arricchisce.  Mentre il presepe è di tradizione cristiana, l’albero di Natale non lo è;  poiché da sempre l’albero è simbolo della vita ed in particolare quelli sempreverdi, già nelle culture più antiche venivano utilizzati come un simbolo magico-religioso: i celti, le popolazioni precolombiane,  gli stessi romani usavano decorare le case con rami e ghirlande per i Saturnalia, festa che celebrava il solstizio d’inverno.  L’usanza cristiana di addobbare alberi per il Natale si diffuse nell’Europa settentrionale durante il Cinquecento. La festa del Natale è legata quindi per certi aspetti formali alla cultura pagana precedente, anche se  se ne discostò  profondamente per i contenuti religiosi.

Il Natale ricorda la nascita di Gesù a Betlemme, ma in realtà non si sa quando egli sia effettivamente nato. Alcuni storici ritengono sia nato intorno al 4 a.c. La scelta di festeggiare il 25 dicembre come giorno di nascita di Gesù si deve all’imperatore Costantino e la scelta di questa data non fu casuale, ma serviva a dare continuità alla tradizione romana che in questa data festeggiava , il dio del sole  invincibile (sol invictus), Mitra e il 330 d.c. si cominciò a festeggiare il “Natalis Christi”e non più il “Natalis  solis”.

Il 25 dicembre era  stata una data importante anche per altre civiltà e culture molto diverse tra loro e lontane nel tempo perché le loro attività prettamente agricole erano legate al corso del sole ed in questa data, in cui la forza del sole sembrava venire meno per il solstizio d’inverno, venivano praticati riti e festeggiamenti per esorcizzare la paura che il sole  perdesse la sua forza; a Babilonia in questo giorno veniva festeggiato il dio Sole come in altre parti del mondo antico.

Sicuramente il Natale non deve perdere le sue connotazioni, né  è giusto modificarne il nome per renderla, come qualcuno molto ignorante ha suggerito, una festa più inclusiva. Il Natale è innanzitutto una festa religiosa e perciò non è possibile cambiarvi il nome, significherebbe eliminare il carattere religioso e sacro e non rispettare la comunità dei cristiani; inoltre è la festa più inclusiva che si possa immaginare perché è portatrice di un messaggio di amore, pace e speranza per tutti, è la festa dell’incontro tra Dio e l’uomo.

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