Tunnel del Monte Bianco, urge una soluzione italo-francese

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“I tir continueranno ad esserci e non possono al momento volare”, dice l’assessore regionale agli Affari europei della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri

SAINT-VINCENT (AOSTA) – “Se la luce in fondo al tunnel, per usare una battutaccia, fosse quella di aspettare il 2033, credo che sarebbe un fatto estremamente negativo. Bisogna agire sulle autorità francesi facendo capire che oggi appare del tutto ingenuo immaginare che il transito dei tir venga trasferito tout court sulla ferrovia. I tir continueranno ad esserci e non possono al momento volare”. A dirlo è l’assessore regionale agli Affari europei della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri. Il braccio di ferro tra l’Italia e la Francia sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco è tornato a farsi strada tra i tavoli del Sommet Grand Continent, la tre giorni di incontri organizzata in Valle d’Aosta dalla rivista del Groupe d’études géopolitiques di Parigi a cui hanno partecipato 130 ospiti internazionali.

Se per l’Italia, dotare il traforo di una seconda canna rimane una priorità, la Francia vuole prendere tempo e rimandare la questione a dopo il 2033, anno in cui dovrebbe entrare in funzione la ferrovia Torino-Lione. “Questo posporre a dopo il 2033 una soluzione per il Monte Bianco io la trovo sbagliata perché va trovata una soluzione oggi- afferma Caveri-. Può darsi che tra il ‘no’ loro al raddoppio del Monte Bianco e la spinta invece italiana per il raddoppio si possa trovare una soluzione intermedia che potrebbe essere quella di immaginare delle soluzioni intermodali sempre sotto il Monte Bianco, ma è una mia idea, non è supportata. Oggi la posizione ufficiale del governo regionale è quella del raddoppio, però è vero che se si andrà a battere contro il muro di una Francia che non ne vuole parlare oggi, non si può immaginare che si cominci a parlare di qualcosa sotto al Monte Bianco solo dopo il 2033-2034 perché si perderebbe troppo tempo e sarebbe totalmente illogico”.

Durante la tavola rotonda dedicata alle sfide della montagna nell’Europa di domani, protagonista della prima giornata del Sommet al Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, Hervé Gaymard, presidente della Savoia, ha invocato la necessità di una visione globale del traffico attraverso le Alpi franco-italiane. Si è detto contento per l’avanzamento dei lavori di costruzione del tunnel ferroviario Torino-Lione, confermando il suo sostegno ad un trasporto merci che sia sempre più su rotaia e sempre meno su gomma. “Dobbiamo porre fine all’approccio del trasporto delle merci solo sui camion e far passare più merci su rotaia di quanto non avvenga oggi, perché nel mio dipartimento della Savoia, tra Aix-Les-Bains, Chambéry e tutta la valle della Maurienne, quando il tunnel del Monte Bianco è chiuso si crea un vero e proprio collo di bottiglia- spiega-. Lo abbiamo visto quando c’è stato il terribile incidente di qualche anno fa, e in questo momento quando il tunnel del Monte Bianco è temporaneamente chiuso, molto traffico passa da noi, e questo non è possibile. Ecco perché un incontro come quello di Saint-Vincent del Grand Continent è così importante, e ringrazio la Regione autonoma Valle d’Aosta per averlo organizzato, perché possiamo guardare a questo tema nel suo complesso”.

A Saint-Vincent, Michel Barnier, già commissario europeo e capo negoziatore per la Brexit, ha ritirato il riconoscimento di Ami de la Vallée d’Aoste che gli era stato attribuito nel 2007. Sul tema del tunnel del Monte Bianco non si sbilancia. Da buon diplomatico, il suo augurio è che i due Stati trovino un’intesa da portare a Bruxelles. “Non ho più responsabilità esecutive né in Savoia, dove sono stato presidente per 17 anni, né come ministro francese o come commissario europeo, quindi non voglio entrare in questo dibattito. È necessario che Francia e Italia parlino- afferma-. Ho fiducia nei due governi e nelle regioni affinché lavorino insieme per trovare una soluzione comune, perché è importante portare un messaggio unico a Bruxelles, dove c’è una disponibilità. I lavori per il tunnel del collegamento Lione-Torino non sarebbero mai partiti senza un finanziamento molto consistente da parte dell’Europa”.Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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