Chiara Ferragni, scatta la rivolta dei consumatori: “Vogliamo risarcimento”

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Il caso Ferragni continua ad avere nuovi sviluppi: ci sarebbero almeno 200 consumatori che sono arrabbiati per l’accaduto e hanno scritto all’associazione Condacons per lamentarsi di essere stati imbrogliati

BOLOGNA – Non sembra esserci pace per Chiara Ferragni. Dopo la notizia delle indagini aperte dalla magistratura per fare chiarezza sulla vicenda, oggi spuntano anche centinaia di consumatori che sono arrabbiati per quello che è accaduto e che, attraverso il Codacons, sarebbero pronti a scendere in pista e in alcuni casi anche a chiedere il risarcimento del costo del pandoro Balocco perchè convinti di essere stati “truffati“. Sono infatti decine e decine le mail di persone che hanno scritto all’associazione dei consumatori dicendo di sentirsi “traditi”. Il Codacons oggi farà avere tutto questo materiale (con cui ha creato una sorta di ‘dossier’) alla Guardia di finanza: le segnalazioni sarebbero più di 200. Pochissimi, però, quelli che hanno ancora oggi lo scontrino dell’acquisto del pandoro legati alla campagna di beneficenza stigmatizzata con una multa da un milione di euro dall’Antitrust e su cui ora stanno indagando la Procura di Milano e quella di Cuneo.

Gli utenti che ora sono arrabbiati hanno raccontato al Codacons che hanno acquistato il pandoro griffato dell’influencer, nonostante il prezzo alquanto più alto rispetto agli altri pandori e panettoni della grande distribuzione, proprio perchè convinti di fare una buona azione e di donare una parte dei soldi spesi per il sostegno dei bambini malati. Tra i consumatori infuriati c’è anche una coppia che ha scritto segnalando di aver comprato il pandoro perchè la figlia era ricoverata al Regina Margherita.

Tra le persone che hann ocontatto il Codacons ci sono anche cittadini che hanno acquistato un certo n umero di pandori utilizzandoli come regali, convinti di sposare una buona causa e di fare quindi un regalo che portasse anche un messaggio ‘solidale’. Invece ora si sono convinti che si trattasse soltanto di un “imbroglio”. Non tutti vogliono indietro i soldi spesi (e molti appunto non avrebbero nemmeno le tracce dell’acquisto) , ma in tanti si dicono delusi dall’accaduto.

Agenzia DIRE www.dire.it

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