La travolgente ‘Joie de vivre’ di MaMo conquista Londra!

Arte, Cultura & Società

Di

di Mirko Crocoli

L’artista umbro e il suo ‘legame’ con la british royal family

MaMo, Massimiliano Donnari, Mamodart; l’artista umbro dalla creatività esplosiva sta letteralmente conquistando Londra, prima passando dalla House of Lord di Westmister e da settembre in sosta al 50° piano del One Canada Square, negli spazi Spring Studios. E’ l’Art Player perugino che su instagram è @mamodart, ma che nel suo Hangar Atelier è semplicemente MaMo. Arman (Armand Pierre Fernandez) tra i colleghi che più lo stimolano, e le resine unite agli oli, agli smalti, alle tele rinforzate e ai più disparati oggetti d’uso comune, rendono il suggestivo ed emozionale ‘quadro’ d’insieme un vero e proprio trionfo di colori ed emozioni. Lo spettatore ne rimane travolto!

Giungo al suo settimo anno di produzione, Donnari si accinge a raggiungere la capitale del Regno Unito per celebrare l’esposizione che lo vedrà protagonista in una personale che già ha fatto molto parlare negli ambienti culturali. Lo stile con cui – sin dai suoi esordi – ha raffigurato la British royal family; Queen Elisabeth in primis, ma anche Re Carlo e la nuora Kate, ha acceso l’interesse dei più esperto ed ammaliato amanti e cultori del genere pop-modern, di pura matrice italiana.

Regine come Merilyn, Dom Perignart come barattoli di Campbell’s, e di lui ne parlano Ornella Vanoni, il regista Enrico Vanzina, il Prof. Paolo Taticchi, Carolina Cucinelli, Angelo Bacci (già curatore della Biennale di Venezia), la scrittrice Michela Proietti, la designer Elisabetta Furin, la giornalista Eva Grippa, l’imprenditrice Maria Rosi e molti altri.    

“Iconico – sentenzia proprio il Prof. Taticchisagace, brillante dandy, cosmopolita, glamour, in alcuni casi dissacrante iconoclasta”; “spirito versatile che lo incita ad una continua sperimentazione”, prosegue Bacci; “vulcanico mix tra il Pop, il concettuale e l’impianto visivo”, corrobora Vanzina e la Cucinelli conferma una libertà “che non rimane vincolata a canoni stilistici prestabiliti, ma che anzi non ha paura di cercare la propria strada senza limiti né impostazioni, plasmando la materia al ritmo dell’ispirazione”.

 Di se stesso, e delle sue ‘duplici’ vite, ammette: “Provengo da una famiglia tradizionale, nel senso più puro del termine, ho avuto un’educazione severa e sono stato instradato ad entrare nell’attività di famiglia, ma l’’estro, la moda, la voglia di evadere e l’arte sono sempre vissuti in me. Il mio stile, che spero parli al mondo, partendo dal mio Hangar, guarda al passato proiettandolo al futuro; tra materiali Hi-tech quanto classici, ed icone pop, del nostro tempo ma anche venturo. E quindi ecco che, la mia vena yuppies che in moti mi riconoscono, ispirata anche dal decennio vanziniano, segnerà le mie duplici vite! Ed è così che l’orologio al polsino durante le riunioni in azienda, diverrà tratto distintivo di alcune mie celebri opere. Forse così, solo ora ed inconsciamente prima mi accorgo di come i protagonisti del quotidiano hanno segnato un’ideale ponte vocato al bello, tra la vita in azienda e quella più gioviale e coinvolgente, in Hangar!

 Non ho mai voluto seguire le mode, uniformarmi, ma anche oltre, altrove. In quel mondo fatto di iconici dettagli, in cui materiali e volti non fossero figli di un trend, ma bensì elementi di un “tempo perpetuo ed infinito”. Così come gli attori di un mio cast mentale, anche i materiali e non ultimo le mie date di produzione, divenute esse stesse estensione di una riconoscibile firma.

E Michela Proietti, autrice de ‘La Milanese’ e qualificata penna del Corriere della Sera – sul catalogo fresco di stampa per la London mission – chiosa: “MaMo ha fatto di se stesso una sineddoche: parlare della parte – ovvero di lui – vuol dire parlare di un tutto, fatto di creatività, comunicazione, connessioni”.

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