Una vigna di città regala un gioiello ai wine-lovers di tutto il mondo. Nel cuore dell’Oasi WWF San Silvestro, che completa con la sua struttura il parco della Reggia di Caserta, laddove la natura esprime angoli preziosi ed eleganti, da qualche anno c’è una vigna di un ettaro e mezzo di estensione. E’ posta nello stesso punto dove Re Ferdinando di Borbone aveva istallato la coltivazione del Pallagrello ad uso personale e per i suoi amici, che però aveva un’estensione maggiore, di circa cinque ettari. Con la caduta dei Borboni a seguito dell’unità d’Italia, il bosco aveva preso il sopravvento sugli ordinati filari, aveva invaso lo spazio dove erano impiantate le viti e tutto era stato sommerso da piante e vegetazione che avevano cancellato quanto di bello era stato realizzato. E tutto era rimasto coperto e in pratica cancellato fino a qualche anno fa, quando se ne ebbe la rinascita. La “Vigna del Re” ha ripreso in parte la sua attività nel 2018, quando vennero piantate le prime barbatelle di Pallagrello bianco e nero, in aree distinte, su una superficie -come detto- di poco più di un ettaro.
Non è molto spazio, ma è sufficiente per rendere ancor più suggestivo questo angolo di mondo. Si giunge alla Vigna imboccando un sentiero sterrato che si dirama dalla strada che conduce da Caserta a San Leucio, e che ci porta verso la sommità della collina. La via sterrata procede per un paio di chilometri all’interno dell’Oasi e alla fine arriva ad uno spazio arioso, soleggiato, aperto alla vista, costellato da migliaia di viti che si susseguono incalzanti, alle spalle di un ingresso solenne del quale rimangono solo le due colonne di pietra.
Come in una favola, dopo oltre un secolo, la Cantina «Tenuta Fontana» ha fatto rinascere la Vigna del Re della Reggia di Caserta, che ha vendemmiato per la prima volta nel 2021. Il primo nettare versato nei calici nel settembre di due anni fa fu il paglierino «OroRe Pallagrello Bianco Igt», il bianco in una parola. Nel novembre scorso è stato presentato al pubblico «OroRe Nero», il pallagrello nero igt, affinato in orci di creta e si parla già di miracolo tra gli enologi e gli appassionati.
<<OroRe nero>> è stato presentato in due momenti diversi nella Reggia di Caserta: prima nel Vestibolo di Palazzo Reale, dove si è svolta la cerimonia istituzionale, con il direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei; Maria Pina Fontana, di Tenuta Fontana; e una dissertazione storica sul pallagrello della giornalista Manuela Piancastelli; e poi con una degustazione vera e propria nella sala Romanelli. Subito prima c’è stato un talk a cui hanno partecipato anche Cesare Avenia, presidente di Vitica; Francesco Bartoletti, enologo di Tenuta Fontana; la chef stellata Rosanna Marziale e Mariapina Fontana della omonima Cantina. Tra il pubblico tutte le maggiori autorità campane e casertane e anche il console americano a Napoli, Tracy Roberts Pounds.
«OroRe nero è il risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta – Un lavoro improntato alla valorizzazione dell’identità del Complesso vanvitelliano. La vocazione produttiva della corte borbonica trovava espressione anche nella vitivinicoltura. Nel progetto di Re Carlo e del suo architetto Luigi Vanvitelli, la Reggia doveva essere residenza reale, ma anche fucina di produttività e delle eccellenze del territorio. Oggi la Reggia di Caserta è un Museo contemporaneo e internazionale, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. OroRe è un’occasione per la Reggia di Caserta per far conoscere la sua storia, le sue origini e le sue molteplici vocazioni anche nel settore enologico. Per il pubblico, gli addetti ai lavori e il mercato per scoprire un prodotto unico al mondo, degno della tavola di un re».
Daniele Acconci