Meloni a Kiev: “L’Ucraina è un pezzo della nostra casa e la difenderemo”

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Il discorso della premier in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa

di Vittorio Di Mambro Rossetti

ROMA – “Ci sono gesti eroici di pochi uomini che cambiano il corso della storia. Uno di questi si è consumato qui, il 24 febbraio di due anni fa. Qui, dove è iniziata l’eroica resistenza del popolo ucraino. Qui, dove è fallito il piano di Putin di rovesciare in pochi giorni il governo democraticamente eletto per sostituirlo con un governo fantoccio, che rispondesse alle sue indicazioni. Questo luogo è un simbolo del fallimento di Mosca. Questo luogo è un simbolo dell’orgoglio ucraino”. Lo dice la premier Giorgia Meloni, nel suo intervento durante una cerimonia all’aeroporto di Hostomel, a nord di Kiev, in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa.

In questo luogo, aggiunge, “si respira la storia, e la storia ci ricorda che c’è qualcosa di più forte dei missili, delle bombe, della fame o del freddo. E quel qualcosa è l’amor di Patria, l’amore per la libertà e la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità e benessere. Una strofa dell’inno nazionale ucraino recita: ‘Daremo anima e corpo per la nostra libertà’. È accaduto qui, su questa pista, tra ciò che resta dell’aereo più grande del mondo, è accaduto qui che ucraini coraggiosi e orgogliosi dessero anima e corpo per la loro libertà e la loro Nazione, accendendo quella speranza che ha dato anima e corpo in questi due anni di resistenza”.

Tutto ciò che ci circonda, prosegue Meloni, “ci ricorda quello che è accaduto in quella battaglia decisiva. E ciò che rimane sul terreno trasforma questo luogo in un inno alla libertà. E oggi siamo qui per dire grazie a quegli uomini e donne che il 24 febbraio di due anni fa non sono scappati, e invece hanno combattuto, per loro stessi, per le loro famiglie, per ciò che hanno di più caro. L’Europa, l’Occidente, sono qui per celebrare un atto d’amore, perché qui gli ucraini hanno difeso ciò che amavano e, così facendo, hanno difeso anche noi. Hanno combattuto per darci la possibilità di essere qui oggi, per dire che questa terra è un pezzo della nostra casa e che faremo la nostra parte per difenderla”.

“Da quella battaglia sono passati 730 giorni- sottolinea la premier-. Sono 730 giorni che gli ucraini ci ricordano cosa significhi credere nella propria libertà e nella propria Nazione. Sono 730 giorni che gli ucraini ci spiegano che sopravvivere non vuol dire necessariamente vivere. Sono 730 giorni che gli ucraini dimostrano al mondo come nessuno aiuto possa essere sufficiente se, a monte, non c’è qualcuno determinato a battersi. Questo luogo ci racconta tutto questo, qui dove è stata scritta la prima pagina per restituire all’Ucraina un futuro di libertà”.

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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