Agricoltura, Energia , Emissioni

Arte, Cultura & Società

Di

La vita dell’uomo moderno dipende dall’energia. Lo sviluppo della civiltà è stato accompagnato da un consumo crescente di energia. Lo sviluppo economico è accompagnato da un enorme aumento della quantità di energia consumata. Una produzione di energia che, per quattro quinti utilizza fonti fossili ovvero energia solare accumulata per milioni di anni. Sulle fonti fossili, il petrolio in particolare non mi soffermerò sul picco di Hubbert e nemmeno sul concetto di EROE(Energy Returned On Energy Invested; energia ricavata su energia consumata). IL Sole ogni giorno invia sulla Terra una quantità di energia che è 20 mila volte quelle, che l’umanità consuma in un solo giorno.

IL clima in un dato ambito spaziale e temporale è uno stato di equilibrio basato sul bilancio dell’energia, che entra e che esce dalla superficie terrestre. A parità di fattori esterni che incidono su questo equilibrio, l’aumento del contenuto nell’atmosfera di anidride carbonica e degli altri gas serra comporta una riduzione della trasparenza atmosferica che provoca un aumento della temperatura superficiale della Terra.

La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è aumentata di circa il 51% (da 280 ppm a 424) in due secoli. L’ultimo ventennio di ricerca scientifica è pervenuta alla conclusione che se si vuole limitare l’aumento delle temperature globali a un livello predefinito 1,5 o 2 gradi in più del periodo preindustriale esiste un budget complessivo di emissioni di CO2 da non superare.

Una buona probabilità (66%) di limitare il riscaldamento globale meno di 2 gradi centigradi rispetto al periodo 1860/1880 preso come riferimento, è che le emissioni cumulate di CO2 da tutte le fonti devono essere inferiori a 2900 miliardi di tonnellate di CO2.

Due terzi di questo budget è stato già utilizzato. Fatti i conti il 50% di gas naturale, un terzo del petrolio e l’80% del carbone dovranno rimanere intonse fino al 2050, pena il mancato raggiungimento degli obiettivi di Parigi e il superamento dei 2 gradi centigradi di riscaldamento globale.

Ridicola e pericolosa la corsa allo sfruttamento di nuovi giacimenti. Lo scenario coerente con l’obiettivo dei 2 gradi C proposto dall’IPCC prevede di ridurre al 2050 del 45% rispetto al dato del 1990 le emissioni.

Se invece si fa riferimento 1.5 gradi C allora la riduzione deve essere dell’85%.

Risparmio ed efficienza energetica più produzione di energia da fonti rinnovabili diventa, il percorso da seguire.

Altra considerazione è che i gas serra, non hanno memoria geografica e non è sufficiente essere localmente virtuosi. Si deve lavorare per una soluzione globale del problema.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia verifica costantemente le emissioni prodotte dal settore energetico, responsabile di circa i tre quarti dei gas serra rilasciati in atmosfera.

Lo scorso anno sono state 37,4 i miliardi di tonnellate rilasciate dal settore energia aumentate di 410 milioni di tonnellate nel 2023. Produzioni energetiche da FER, ma con razionalità ed equilibrio nella generazione degli impatti.

Condivido la polemica sull’eolico onshore che ha occupato suolo agricolo e generato impatti sanitari.

Tra l’altro ha 1800-2300 ore equivalenti.

L’eolico va utilizzato come ogni fonte rinnovabile, ma bisogna puntare all’eolico offshore che tra l’altro ha 2800-3100 ore di funzionamento.

Un impianto di un Mw onshore produce 800.000 Kwh in meno rispetto all’onshore.

IL Parco eolico on shore nel canale di Sicilia, da 250 MW ne è riscontro oggettivo.

Esiste poi il filone dell’eolico di alta quota, fortemente ostacolato da problemi burocratici. IL vento di alta quota è un enorme giacimento di energia.

A 2ooo metri la velocità del vento è di 10 metri al secondo e la densità energetica di 600 watt, a metro quadrato mentre a 100 metri di altezza sono rispettivamente 4,6 metri al secondo e 58 watt a metro quadrato.

La potenza varia con il cubo della velocità quindi al raddoppio di questa, la potenza cresce di 8 volte.

Esiste in Italia il progetto“ Kite Wind Generation”.

L’idea della Rete Spac di autonomia energetica connessa a una agricoltura di qualità realizza anche, a mio giudizio quella neutralità carbonica di cui al progetto UE Net Zero da implementare entro il 2050.

Le emissioni dell’agricoltura di diossido di carbonio, protossido di azoto e metano sono bilanciate dal risparmio di emissioni generate dalle fonti rinnovabili.

La diffusione del modello di Rete Spac rappresenta la soluzione ai problemi dei costi energetici e degli impatti da fonti fossili con l’aggiunta di una agricoltura realmente sostenibile

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube