Dietro il mephisto: intervista esclusiva al comandante Alfa

Arte, Cultura & Società

Di

Intervista di Daniela Piesco co-direttore Radici 

Protagonista assoluto per oltre quarant’anni, di molteplici missioni volte a combattere crimine organizzato e terrorismo, in Italia e nei teatri di guerra,Il comandante Alfa pseudonimo di Antonio , è un ex militare e saggista italiano. Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, è stato uno dei primi elementi scelti nel 1977 per il GIS (Gruppo di Intervento Speciale) dell’Arma dei Carabinieri e considerato il carabiniere più decorato d’Italia .

Nasce nel 1951 in Sicilia, il padre faceva il muratore ma nei ricordi da ragazzo c’è suo nonno, soprannominato “Ciccio”, che aveva fatto la guerra e che gli ha trasmesso il primo amore per la legalità.

Dopo essere partito per Roma, nel 1969, a soli 17 anni viene arruolato nei carabinieri e dopo aver prestato servizio alla territoriale, finisce nel battaglione paracadutisti dell’Arma.

A maggio del 1977, a 26 anni, viene scelto dall’allora colonnello Romano Marchisio, comandante del battaglione, insieme ad altri quattro commilitoni, tra cui l’amico e collega Enzo Fregosi (caduto nell’attentato di Nassiriya del 2003): sta per nascere un nuovo reparto d’èlite. Di lì a pochi giorni vengono trasferiti in una vecchia palazzina, la “palazzina B”, e fisicamente separati dagli altri carabinieri paracadutisti: il 25 ottobre nasce il primo nucleo del Gruppo di Intervento Speciale, e la sua istituzione ufficiale sarà il 6 febbraio 1978. Durante l’addestramento gli viene assegnato lo pseudonimo di “Alfa”

Il 29 dicembre 1980, con il GIS, ha il suo battesimo, salendo su due Agusta Bell 205 e dirigendosi verso il carcere di massima sicurezza di Trani.Nei primi anni ottanta svolge il corso sottufficiali dell’Arma.

In quarant’anni di servizio, viene coinvolto in una sequenza di azioni, sia nel teatro medio orientale che nel territorio nazionale, dalla rivolta nel supercarcere di Trani alla cattura degli esattori di Cesare Casella,dalla liberazione di Patrizia Tacchella al servizio di protezione del magistrato antimafia Nino Di Matteo a Palermo nel 2003.

Negli ultimi anni diviene istruttore all’interno del GIS e più tardi del UCIS (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale). Il 28 febbraio 2016 va in quiescenza con il grado di luogotenente.

L’ intervista

Oggi lei è in pensione ma continua a girare l’Italia, per incontrare soprattutto, i giovani. Cosa gli racconta, quali valori condividete?

Incontrare i giovani è grande motivo di soddisfazione, perchè trasmetto loro le mie esperienze di vita cercando di far capire che con il senso del sacrificio e della dedizione non esistono obiettivi irraggiungibili, ma lo sono se si crede fortemente in se stessi e nei momenti di difficoltà mai mollare, ma sfidare ciò che sembra impossibile.

Siamo tornati a un clima di grande malcontento generale molto elevato perche’mancano le decisioni politiche.L’occupazione offre soluzioni sempre più spesso “mordi e fuggi”, dagli stages ai contratti a tempo determinato si registra una finta crescita occupazionale. Per i più ambiziosi andarsene dall’Italia resta la via più allettante. Lei come vede questo periodo storico nel nostro Paese?

Vero che stiamo attraversando un momento storico, culturale ed economico difficile, ma questo non riguarda solo il nostro Paese, ma il mondo intero, per cui i nostri giovani dovrebbero rimanere nel nostro territorio per offrire e mettere a disposizione le proprie professionalità e competenze al sefine di apportare una crescita e un miglioramento al nostro Paese.

Chi osa vince e i muri bisogna abbatterli, senza mai guardarsi indietro?

Credo che per migliorarsi bisogna credere in se stessi e prefissarsi dei traguardi da raggiungere e solo con tenacia e caparbietà si potranno ottenere ottimi risultati, senza mai guardarsi indietro.

Lei ha sostenuto che se non avesse trovato la strada dell’Arma, molto probabilmente avrebbe corso il rischio di diventare un delinquente, magari un giorno catturato proprio dagli uomini del Gis. Ebbene qual’ è la linea di demarcazione che separa l’illegalità dalla legalità?

Io sono nato a Castelvetrano e ho trascorso l’infanzia in una Sicilia dove allora si percepiva l’assenza dello Stato e per la mafia era facile attirare a sé giovani per i soldi e potere. La mia salvezza sono stati i miei genitori e il mio adorato nonno che con i loro preziosi insegnamenti mi hanno fatto capire quale fosse la linea da non oltrepassare per cadere nell’illegalità, rappresentata dal rispetto delle regole e dal senso della giustizia.

Lei ha ricevuto innumerevoli encomi e medaglie al merito, una in particolare ha un significato a cui è molto legato?

Sono particolarmente legato e soprattutto orgoglioso di aver ricevuto la Croce d’Oro al merito dell’Arma dei Carabinieri, in quanto rappresenta un premio per i miei 47 anni di servizio svolto con grande onore. fedeltà e senso di appartenenza.

Può raccontarci le attività che offre con la sua casa-famiglia, nella quale il fidatissimo “Ombra” ha un ruolo importante?

Non esiste un ruolo importante, ma siamo tutti utili nessuno indispensabile, a disposizione dei più bisognosi, senza differenza alcuna.

Lei ha scritto 5 libri con grande emozione e tanta dedizione ed ognuno di loro rappresenta un’opera d’arte che racconta la storia sua e del reparto di cui ha fatto parte per circa 40 anni essendo uno dei co fondatori, svolgendo con dedizione e sacrificio i ruoli di Operatore, Comandante di Distaccamento Operativo (da qui il nik name Comandante Alfa) e Istruttore.Ma qual’e’ stata la motivazione che l’ ha spinta a iniziare a scrivere?

Far conoscere il Gis agli italiani, in quanto volevo raccontare la storia del reparto di cui sono uno dei fondatori ai giovani, per poter far capire loro che da ragazzo di strada di umili origini quale ero sono riuscito a raggiungere il mio sogno, cioè di avere una vita professionale brillante, grazie all’Arma dei Carabinieri che mi ha accolto da ragazzo, trasmettendomi i principi fondamentali che mi hanno permesso di diventare quello che oggi sono.

Ne ha in cantiere altri?

Si, sto lavorando alla stesura del mio nuovo libro che uscirà a breve.

Una curiosità: qual’ è il libro sul suo comodino?

Cuore di Rondine, il primo amore non si scorda mai.

Passiamo all’ attualità . A suo avviso c’è necessità di un’Europa che apra le frontiere visto e considerato il grosso numero di sbarchi ?

Quale sia la modalità poco importa, importante raggiungere la tanto invocata globalizzazione, con alla base il principio fondamentale del rispetto delle regole del Paese accogliente.

Un commento sul recente accordo con l’ Albania proprio sulla gestione migranti?

Un argomento in cui non voglio addentrarmi, in quanto non ne possiedo perfetta padronanza.

Francia, Belgio, Germania, Spagna e Inghilterra hanno subito attentati. L’Italia no.Il motivo è che finora è servita come porto di attracco?

Potrebbe anche essere, ma il vero motivo è che in Italia abbiamo un’eccellente organizzazione antiterrorismo.

La radicalizzazione spesso e volentieri avviene in prigione , via web e nei luoghi di culto.Dunque lei non pensa che la relazione non sia tra terrorismo e migrazione, ma semmai tra terrorismo e carcere web e  luoghi di culto?

Si certo.La radicalizzazione avviene non solo in carcere e via web, ma questo in minima percentuale, perché avviene per di più nei luoghi di culto.

Facciamo qualche passo indietro. Lei è una vera e propria istituzione dell’Arma dei Carabinieri. Cofondatore del G.I.S. (gruppo di intervento speciale). Dopo i fatti avvenuti nel 1972 a Monaco l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga decise di dare vita a questo reparto. Quali obiettivi furono prefissati?

Innanzitutto è bene precisare che tutti gli appartenenti all’arma dei carabinieri sono un’istituzione. Il GIS nasce con obiettivi ben precisi, cioè dirottamenti aerei, dirottamenti treni, dirottamenti pullman, liberazioni di ostaggi, cattura di criminali e latitanti pericolosi e protezione vip.

Quale è stata la missione più pericolosa a cui ha partecipato? C’è stata qualche missione in cui ha rischiato la vita?

Non esistono missioni facili, ognuna rappresenta delle difficoltà, ma le più pericolose sono la liberazione di ostaggi e noi ne abbiamo portate a successo diverse.

Veniamo a noi : Quali dovrebbero essere le motivazioni per entrare nei GIS?

Voglia di sfidare se stessi e nello stesso tempo essere convinti di fare sacrifici, rinunce e sofferenze fisiche e mentali, pronti ad affrontare i rischi.

Le forze armate italiane negli ultimi decenni si sono trasformate : sospensione della leva , ingresso delle donne, ultimamente si parla anche di gay e di coming out.Come giudica queste trasformazioni?

Delle importanti evoluzioni, che hanno permesso di dimostrare in Italia e all’estero che le nostre forze armate sono un’eccellenza.

Infine cosa significa vivere nell’ombra?

Mi permette di tutelare in primis me e la mia famiglia e di vivere serenamente.

 

Opere

Cuore di rondine, 2015, Casa Editrice Longanesi,
Io vivo nell’ombra, 2017, Casa Editrice Longanesi
Missioni segrete, 2018, Casa Editrice Longanesi
Dietro il mephisto, 2020, Casa Editrice Longanesi
Parola d’ordine: PROTEGGERE, 2022, Casa Editrice Longanesi.

Per ogni altra informazione:

https://it.wikipedia.org/wiki/Comandante_Alfa

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube