Da Cosenza partono le prove per il campo largo della sinistra, in vista delle Europee

Calabria

Di

Di Mariachiara Monaco

Un futuro insieme o soltanto un’illusione?

Chi lo sa, di sicuro c’è la volontà per il PD e per il Psi di camminare fianco a fianco o almeno di muovere i primi passi, per smuovere una sinistra che in Italia fatica a decollare, ma che da Cosenza prova a riprendere pista, grazie alla presenza del sindaco Franz Caruso, del segretario nazionale del PSI Enzo Maraio e del deputato democratico Andrea Orlando. Con quest’ultimo anche il Responsabile per il Mezzogiorno della segreteria nazionale di Elly Schlein, Marco Sarracino, il componente della direzione nazionale Carlo Guccione, Pina Incarnato e Chiara Penna, rispettivamente assessore e consigliera del Comune bruzio e componenti dell’assemblea nazionale del Psi.

Il titolo del convegno: Dalla Calabria all’Europa, per un progetto ecologista e riformista, racchiude idee, progetti e programmi di due forze politiche che possono esprimersi al meglio in vista delle Europee di giugno.

Tante proposte sul tavolo, ma anche riflessioni su quello che sta accadendo a livello nazionale, puntando i riflettori sul caso Decaro, e non solo:«La destra a Bari vuole sciogliere il Comune con la commissione d’acceso, in Calabria vuole sciogliere tre consigli comunali per procedere ad fusione con un atto d’imperio. Solo io parlai nel 2021 di città unica, ma con regole democratiche e con un referendum vincolante – afferma Franz Caruso –  A Bari e a Cosenza, pertanto, la destra si presenta con volto autoritario. Con un volto che dopo il ventennio non avevamo mai visto». Duri attacchi sono stati sferrati anche su altri fronti importanti, come l’autonomia differenziata e la sanità: «Occhiuto minaccia di dimettersi da Commissario della Sanità perché solo oggi si è accorto dei tagli al Pnrr – ha spiegato Guccione -. Siamo per caso su Scherzi a Parte? Noi dobbiamo essere all’altezza di contrastare questa destra autoritaria».

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario del Psi, Enzo Maraio:«Qui avete un governatore della Regione silente rispetto all’Autonomia differenziata che toglie al sud la centralità, toglie risorse, e lo fa soltanto per pagare la sua appartenenza politica al governo nazionale. Non si governa così una regione del Sud e soprattutto problematica come la Calabria, che ha però tantissime potenzialità che questo governo regionale non sta valorizzando al meglio. Noi siamo contro il Ddl Calderoli e lo diremmo altrettanto con nettezza anche se fosse a proporre un governo di centrosinistra».

Maraio, poi passa all’argomento città unica Cosenza-Rende-Castrolibero:«C’è la possibilità di accettare questa fusione ma non con i modi imposti dalla Regione. Noi i comuni li dobbiamo preservare, sono il vero motore dello sviluppo del nostro paese e dobbiamo investire perché sono davvero l’interfaccia delle politiche per la gente. Franz Caruso nel suo programma elettorale aveva l’idea di unire i comuni per rendere maggiori servizi alle persone e però se le modalità sono quelle indicate dalla Regione non ci convince, perché senza consultazione, senza coinvolgimento delle amministrazioni, dei cittadini andiamo in una strada sbagliata che sicuramente non ci può vedere favorevoli».

In relazione al movimento creato dopo l’elezione di Franz Caruso, conclude: «Parlare di Cosenza per il Partito Socialista Italiano, significa andare in un territorio nel quale si respira aria socialista e mi fa piacere dire, non soltanto che abbiamo lavorato con forza per l’elezione di Franz Caruso, ma oggi a distanza di qualche anno da quell’elezione possiamo dire che avevamo ragione, abbiamo un’idea di città nuova, una città che comincia a respirare a rilanciarsi e comincia ad offrire servizi in maniera più seria, vigorosa e vincente a differenza della Cosenza che noi ricordiamo e che contestavamo in campagna elettorale».

Sul palco anche l’ex ministro Andrea Orlando, il quale, condividendo le parole dei suoi colleghi sul Ddl Calderoli, ha ammonito: «Non c’è nessuno in questo momento che stia pensando a forme di decentramento e di federalismo. Noi andiamo nella direzione opposta e questo secondo me indebolisce un Paese che già ha un forte divario interno. Si capiva dall’inizio che l’autonomia differenziata avrebbe pregiudicato soprattutto regioni come la Calabria. Forse è importante che questo lo si riconosca, ma sarebbe stato importante anche mettere in guardia il governo all’inizio di questo percorso, che oggi è diventato una bandiera, oggetto di uno scambio che si fa sulla testa degli italiani e soprattutto degli italiani nel Mezzogiorno. Un premierato, un’elezione diretta del premier di cui nessuno sentiva il bisogno in cambio di un’autonomia differenziata che non solo è contro gli interessi del Paese, ma che, ripeto, rischia di pregiudicare soprattutto le regioni del Mezzogiorno».

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