Bataclan, Supernova, Crocus Hall: i concerti del terrore

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Nel mirino in Europa, in Medio Oriente e ora anche in Russia

Autore: Vincenzo Giardina

ROMA – Concerti nel mirino. In Europa, in Medio Oriente e ora anche in Russia. Commando di uomini armati di kalashnikov, spari ad alzo zero e decine di vittime, tra giovani e giovanissimi. Dopo il Bataclan e il festival Supernova, il Crocus City Hall alle porte di Mosca. A Parigi è il 13 novembre 2015. Gli attentatori hanno con sé bombe, pronti a farsi esplodere, in un quartiere di bar e ristoranti, non lontano da Place de la Republique. Comincia tutto poco dopo le 21. Prima tre esplosioni all’esterno dello Stade de France, dove è in corso un’amichevole dalla nazionale di casa con la Germania, poi gli spari tra i tavolini di bar e ristoranti. Fino all’assalto al Bataclan, al via alle 21.40 quando all’ingresso inchioda una Volkswagen Polo nera. Il locale è pieno: 1.500 i biglietti venduti per il concerto della band Eagles of Death Metal, ‘gli Eagles del Death Metal’, un nome ironico riferito al gruppo rock americano. Il bilancio di quello che il presidente Francois Hollande definisce “un atto di guerra” è di 130 morti e centinaia di feriti. Almeno 89 le persone uccise dai colpi di kalashnikov. Spunta subito una rivendicazione del gruppo Stato islamico: il motivo, l’intervento, il ruolo e le responsabilità della Francia in Siria, dove già da quattro anni si combatte una guerra civile.

IL SUPERNOVA

I fatti del Super Nova risalgono invece a pochi mesi fa. È la mattina del 7 ottobre nel sud di Israele, a nord del kibbutz di Reim, nel deserto del Negev a soli sei chilometri dal confine con la Striscia di Gaza. Al festival partecipano forse addirittura 4mila persone, quasi tutte con meno di 30 anni: la promessa è “una giornata di unità e amore”. Militanti di Hamas, Jihad islamica di altri gruppi palestinesi arrivano dopo aver sfondato la recinzione alla frontiera. Immagini e video ne mostrano altri planare dal cielo, su deltaplani. In un filmato delle 7.22 ragazzi ballano alla luce dell’alba senza accorgersi di chi è in volo alle loro spalle. Secondo l’agenzia di soccorso israeliana Zaka, le vittime sono più di 260. Molte sono colpite dai proiettili mentre cercano una via di fuga sull’unica strada percorribile in auto. I video mostrano lamiere e carcasse bruciate e la caccia kalashnikov in pugno a chi si nasconde sotto le macchine.

IL CROCUS CITY HALL

I fatti del Crocus City Hall, a Krasnogorsk, alla periferia nord-occidentale di Mosca, sono di ieri. La sala ospita un concerto dei Picnic, una band locale e popolare. Anche in questo caso c’è il tutto esaurito. Sono circa le 20 e il concerto non è ancora iniziato. Primi video mostrano uomini in passamontagna armati di fucile automatico sparare su persone che cercano scampo nella lobby o nascondendosi tra le poltrone in platea. Secondo gli ultimi bilanci, i morti sono almeno 93, bambini compresi. Spunta intanto una rivendicazione del gruppo Stato islamico, richiamo alla militanza di separatisti ceceni e di altre repubbliche del Caucaso. Sui siti russi però non si trova nulla. Si aspetta la ricostruzione dei servizi di sicurezza, la Federalnaja Sluzhba Bezopasnosti (Fsb): quattro degli attentatori sono stati arrestati nella regione di Brjansk, al confine con l’Ucraina; avrebbero voluto attraversare il confine e a Kiev, che dal 2022 è in guerra con Mosca, avrebbero “contatti di rilievo”.

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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