Vladimir Putin, da spia a zar

Interviste & Opinioni

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Dominatore assoluto della scena politica internazionale, ex colonnello del KGB, Vladimir Putin rappresenta agli occhi del mondo una minaccia, ma anche un enigma

 

Imperscrutabile, imprevedibile, ma freddo, determinato, Vladimir Putin rappresenta un enigma anche per la sua ‘corte’.  Non tradisce emozioni e anche quando parla, ricorrendo spesso alle minacce, secondo un copione a lui caro, il suo volto appare quasi inespressivo. Difficile cogliere emozioni su quel volto.

Vladimir Putin

Vladimir Putin

E’ lui l’uomo che  ormai domina la scena politica  della sua Russia, ma anche del traballante panorama politico internazionale.

 

Chiuso in un delirante sogno di onnipotenza, sfugge ad ogni comprensione. E il suo viso non tradisce quasi mai alcuna emotività. Indubbiamente  frutto di una collaudata esperienza nel  temibile KGB.

La sua storia

Il nostro Vladimir conosce la povertà, la fatica della sopravvivenza  e il riscatto sociale, la voglia di arrivare, probabilmente accompagnano i suoi sogni di bambino prima, di adolescente, poi.

Di umilissime origini, nato nel 1952 a Leningrado, vissuto in una Kommunalka, tipica abitazione plurifamiliare della ex Unione Sovietica, il piccolo Vladimir si onfronta con la miseria  e la strada é la sua maestra di vita. La strada con le sue insidie e le sue  tante sopraffazioni.

Impara  e fa sue, sin da piccolo, le dure leggi dell’autodifesa, mentre va radicandosi in lui il convincimento che ‘per non essere ultimi é meglio attaccare per primi’. Violento, quindi, quasi asociale, e probabilmente deviato da una sorta di mania di prevaricazione, cova in sé quel bisogno di autoaffermazione che si esprimerà, in seguito, negli eventi che lo hanno visto protagonista. E gli intrighi del potere, della cospirazione diventano parte dominante,del suo ‘modus vivendi’ .

Chiuso nelle sue ambizioni, tanto da apparire anaffettivo, non lascia spazio ai sentimenti o, quanto meno, non li tradisce.  Ancora oggi, anche quando parla da buon padre di famiglia alla sua Russia, é  manifestamente duro, spietato, e manipola ogni circostanza o situazione al fine di raggiungere i suoi obiettivi.

La sua escalation

Non particolarmente versato negli studi, ma più portato per le arti marziali, per lui vera apoteosi della forza fisica,nonché del riscatto identitario, riesce comunque, nel 1975, a laurearsi in diritto internazionale alla Facoltà di Legge dell’Università Statale di Leningrado. Poi, il gran passo!

Entra nel KGB e realizza quel suo sogno di protagonismo che lo accompagna dai primi anni di vita.. Lui, appassionato di film di spionaggio, diviene ora protagonista assoluto di uno dei più temibili servizi segreti dell’epoca. Ma é solo il primo passo di un percorso che lo porterà molto in alto.

Spia con licenza di uccidere

Freddo nella vita, lo è anche di fronte alla morte. Ama il lusso, e uccidere per lui é la dura legge della sopravvivenza. Sa essere spietato quindi con i suoi rivali o quelli che considera nemici. E sa fingere diabolicamente quando ha un piano, un obiettivo da raggiungere.

Lo dimostra manifestamente quando , nel 1999, improvvisamente, recita la sua performance migliore e indossa i panni dell’uomo nuovo, che riporterà la Russia al suo antico splendore. Nella notte di Capodanno del 1999, infatti, il popolo russo, convinto di assistere al discorso di fine anno del presidente Boris Eltsin, si trova davanti un allora ancora poco conosciuto Vladimir Putin.

Da quel momento l’inarrestabile Vladimir scrive  la storia di un paese sterminato, ma allo sbando. Il giovane Putin fa fuori gli oligarchi di allora, accusandoli di aver impoverito il popolo, stringe anche accordi con la criminalità. Tutto in vista di un unico obiettivo: Conquistare il favore dei russi per consolidare il suo potere.

La sua arma

Putin sa manipolare anche le masse e l’odio è la sua arma. Semina infatti odio e un rinnovato nazionalismo come si addice ad  ogni dittatore.

Il copione è quello usuale dell’ascesa al potere assoluto. Verità falsate, persecuzione o uccisione dei dissidenti, ma soprattutto manipolazione culturale e ideologica. L’Occidente tradisce, l’Occidente é il nemico.

E, oggi, quel suo piano espansionistico, studiato, perseguito per anni, inizia ad avere concretezza. Ma il dittatore, che ormai ha ucciso l’uomo che era in lui, conduce alla rovina il suo stesso popolo..

Il prezzo che la Russia sta pagando infatti é troppo alto, in termini di vite umane, in termini di isolamento e di libertà. Ma soprattutto in termini economici, anche se la verità, la reale condizione di questo popolo è ammantata da una cortina di menzogne e false verità.

Quel piccolo uomo, spesso considerato l’anticristo, malgrado la farsa dell’ultimo successo elettorale, mostra i suoi primi segni di debolezza, che sono ancora più temibili. Come ogni belva sa di essere padrone di un potere instabile, pronto a sgretolarsi, perché imposto con la forza e con la repressione.

Teme tutti e instilla nei russi quella paura e quella convinzione deleteria di essere perseguitati da un mondo che non li ama, non li rispetta. Le sue minacce contro la Nato sono all’ordine del giorno e i suoi discorsi sono infarciti di luoghi comuni, fortemente ripetitivi. Minaccia di guerra nucleare il mondo e mostra i pugni anche agli stessi russi.

Chi non è con lui è contro di lui e il veleno è la sua arma preferita

Ma, in realtà, Vladimir Putin, chiuso nelle sue fobie e nei suoi deliri di onnipotenza, non comprende che la storia può essere scritta anche con un potere che supera la forza delle armi. E’ convinto di essere lui la storia, il domani, l’uomo che cambierà l’ordine mondiale.

Purtroppo però questo zar, venuto dal gelo dei sobborghi di Leningrado, non realizza che forse   sta scrivendo l’ultimo atto di una tragedia scritta da lui col sangue di innocenti. Una tragedia che ora lo vede protagonista, ma solo, condannato da se stesso all’inferno di una vita trascorsa nel delirio e nella paura.

 

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