IL G7 sul clima

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Nella Reggia di Venaria, alle porte di Torino è iniziato oggi e continuerà domani il G7 su “Clima, Energia e Ambiente”.

IL gruppo ambientalista Extinction Rebellion ha contestato fortemente il G7 e una delle banche simbolo dell’appoggio alle multinazionali delle fonti fossili, Banca Intesa. San Paolo.

Banca italiana rea di aver finanziato il sostegno alle fonti fossili con 81,6 miliardi in 9 anni, piazzandosi tra le prime 40 banche, che a livello mondiale erogano prestiti alle multinazionali delle fonti fossili.

IL gruppo di contestatori di Extinction Rebellion ha affisso un cartellone sul grattacielo di Intesa con su scritto“ Sette governi decidono, mentre il mondo brucia”.

Opportuno citare alche ENI, che in Mozambico con le garanzie di Cassa Depositi e Prestiti sta attuando il progetto Coral North, ovvero di gas naturale liquefatto che è fondamentale per il famoso Piano Mattei, ma anche uno dei 6 progetti di ENI nel Mondo, che generano emissioni equivalenti a 69 miliardi di tonnellate di CO2 pari a quasi nove volte (8,9) volte le emissioni della Cina nel 2020.

Progetto considerato“ bomba climatica”, che in Monzambico si realizza nella zona di guerra tra ribelli e forze dello Stato, responsabile della emissione di un miliardo di tonnellate di CO2.

Sono considerate“ bombe climatiche” quei progetti di fonti fossili con potenziale di emissione, che supera il miliardo di tonnellate di anidride carbonica e sono attualmente più di 400.

Osservare che in caso di default dovuto alle azioni della guerriglia sarà il contribuente italiano a pagare, perché chi garantisce ENI è la SACE (Servizi Assicurativi e Finanziari per le Imprese) totalmente controllato dal Ministero dell’Economia.

L’anno 2023 è stato l’anno più caldo degli ultimi 10.000: tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura media globale si è attestata a 1,48°C sopra i livelli dell’epoca preindustriale. Media globale che nasconde le differenze regionali.

Bisogna capire che l’Europa è il continente, che si sta riscaldando più velocemente al mondo. Rispetto alla media globale negli ultimi 35 anni, in Europa le temperature sono aumentate di quasi il doppio.

Europa al primo posto per ondate di calore, alluvioni e lunghi periodi di siccità e che tali fenomeni si presenteranno con sempre maggiore frequenza.

L’EEA (European Environment Agency o Agenzia Ambientale Europea) ha identificato e reso pubblico il Rapporto“ Valutazione europea del rischio climatico”.

Sono trentasei i rischi climatici ripartiti, in cinque settori: ecosistemi, cibo, salute, infrastrutture, economia e finanza.

Si legge nel Rapporto, che considerati da solo, ognuno di questi rischi: “è in grado di causare un significativo degrado ambientale, danni economici, emergenze sociali; i loro effetti combinati hanno impatti ancora più potenti.

Interventi di adattamento territoriale e mitigazione sono urgenti ed essenziali.

Inoltre le differenze geografiche, sociali ed economiche nel continente europeo determinano risposte diverse ai medesimi rischi.

I paesi dell’Europa meridionale sono considerati degli hotspot, per i rischi climatici come ondate di calore, siccità sulla produttività agricola, sulle attività lavorative all’aperto, sul turismo estivo, sull’incidenza degli incendi.

Le aree costiere sono esposte a fenomeni alluvionali, all’erosione e alla risalita del cuneo salino, tutti rischi rapidamente aggravati dall’aumento del livello dei mari.

Uno dei rischi più rilevante è quello legato al sistema alimentare, a causa della riduzione della produttività agricola.

I periodi di siccità, il caldo estremo e le precipitazioni di grande intensità rappresentano rischi concreti per l’agricoltura.

Aumento dell’insicurezza alimentare tra le persone più vulnerabili.

Inoltre l’approvvigionamento alimentare europeo non dipende solo dalla produttività interna all’Unione, ma fa in larga misura affidamento sull’importazione da altre regioni del pianeta: per questo, i rischi posti dal cambiamento climatico alla produzione alimentare, agli ecosistemi e alle catene di approvvigionamento al di fuori dell’area europea hanno impatti diretti anche all’interno dell’Unione.

Rilevante è anche l’effetto sulla salute e non solo per le ondate di calore, sempre più ravvicinate e prolungate, che negli ultimi anni hanno causato molti morti soprattutto tra anziani, bambini, immunodepressi o soggetti portatori di comorbosità.

Si legge nella Ricerca che nell’estate 2022, sono state attribuite alle temperature eccessivamente alte tra le 60 e le 70.000 morti in Europa.

Anche l’instaurarsi di un clima tropicale sta determinando la diffusione di virus come il West-Nile, la dengue oggetto di attenzione in questi mesi, la chikungunya, tutti virus trasmessi da diverse specie di zanzara e sempre più diffuse in Europa meridionale.

IL bilancio complessivo degli effetti attribuibili al cambiamento climatico sono stati stimati in 13,4 miliardi di euro, 1,6 milioni di persone colpite dalle alluvioni, 550.000 dalle tempeste e 36.000 dagli incendi.

Questi numeri verificabili nel Rapporto“ Stato europeo del clima al 2023” di due autorevolissimi organismi il Servizio Copernicus sui Cambiamenti Climatici (C3S).e la Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO).

Hanno anche certificato, che il 2023 è stato l’anno più caldo nella storia d’Europa.

Riguardo agli incendi lo scorso anno è andata in fumo in Europa una superficie grande quanto Parigi, Berlino e Londra messe insieme, ovvero  500.000 ettari.

Quella mediterranea è stata la zona più colpita e la Grecia ha visto 96.000 ettari andare in fumo. Torneremo con maggiore frequenza sui rischi climatici non foss’altro per confutare quel negazionismo funzionale alle multinazionali del fossile come la vicenda Monzambico e non solo insegna.

Un modello di risposta locale classificabile come soluzione efficace, efficiente e ambientalmente sostenibile è il progetto Rete Spac della Capitanata di Foggia

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