Una società matriarcale

La mia Africa

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Quella degli elefanti è un tipo di società matriarcale, che funziona molto bene. Si tratta di un animale in un certo senso fortunato, longevo tanto da oltrepassare gli 80 anni, erbivoro ma con pochissimi predatori, teme solo le formiche, non è monogamo ma rimane a lungo con una sola compagna. Il branco è organizzato in modo complesso, con una matriarca e le femmine fra loro imparentate. Possono avere anche una dozzina di figli, e le gravidanze durano più di 20 mesi; i maschi sono ovviamente in competizione fra loro per accoppiarsi, come accade per ogni specie.

Ne esistono almeno cinque varietà, e il più grande è quello africano, il cui maschio può raggiungere quasi quattro metri d’altezza al garrese e quasi sette di lunghezza; deve procurarsi circa quattro kg di alimenti al giorno.

Quello nordafricano si è purtroppo estinto; non è chiaro se fu quello il tipo di elefante usato da Annibale per l’attraversamento delle Alpi, oppure uno diverso proveniente dall’Asia.

Come per tutti i proboscidati, è assai difficile ricostruirne l’evoluzione; si ipotizza che non sia derivato dal mammuth, come sempre si era creduto. Di certo sappiamo che quattro milioni circa di anni fa i mammuth migrarono nel continente euroasiatico, ma in Italia giunsero più di un milioni d’anni più tardi, nel Pleistocene.

Personalmente ho osservato spesso gli elefanti nel corso dei miei viaggi in Asia e della mia permanenza lavorativa in Africa, e non ho dubbi che si tratti di uno degli animali più interessanti della fauna africana ed asiatica. Il passo degli elefanti in Etiopia passa per esempio dalla zona di Harar, città famosa per la presenza di Rimbaud, ma soprattutto di Verlaine di cui si può ancora visitare la casa; gli elefanti ci passano per arrivare in Kenya. La zona è peraltro famosa in Italia anche per il fatto che a Dire Daua è nato l’ex deputato Luciano Violante.

In Sri Lanka ho invece assistito al bagno di polvere di questi animali, erano una quarantina impegnati in quella pratica che consente loro di proteggersi dal caldo estivo e dai parassiti. Può infatti sembrare strano data la mole, ma anche l’elefante ha dei punti deboli come per esempio la pelle, pur così spessa…

Si tratta comunque di una specie ad alto rischio, soprattutto per il bracconaggio dovuto al commercio d’avorio, quest’ultimo ora sembra forse un po’ diminuito ma tuttavia è sempre attivo  purtroppo. In vent’anni sono stati eliminati più di metà degli elefanti per produrre soprammobili e oggetti d’avorio d’ogni tipo; il prezzo di ogni zanna può salire anche oltre 10.000/12.000 Euro. Le elefantesse africane hanno le zanne (contrariamente alle asiatiche),  anche se più piccole di quelle dei maschi; ma nascono sempre più elefantesse senza zanne, e non è chiaro se si tratti di una sorta di evoluzione non naturale, per contrastare i bracconieri.

SandraFallaci©

One Reply to “Una società matriarcale”

  1. Stefano Vicentini ha detto:

    Gli articoli di Sandra Fallaci sono sempre interessantissimi, riescono sempre a farti viaggiare con l’ immaginazione.
    Complimenti

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