All’ombra della sfida: Bari tra speranze e timori alla vigilia della gara “1” dei playout

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Foto SSC Bari

Alla vigilia del cruciale incontro di playout tra il Bari e la Ternana, l’atmosfera in città è un crogiolo di emozioni contrastanti. La città di Bari si prepara a vivere una serata che potrebbe segnare il destino della propria squadra del cuore, incastonata tra le mura amiche dello stadio San Nicola. Dopo un campionato al di sotto delle aspettative, i galletti si trovano di fronte ad una sfida che non ammette errori: battere la Ternana, possibilmente con qualche gol, per sperare di evitare il baratro della Serie C.

L’aria che si respira non è quella elettrizzante dello scorso anno, quando il sogno della Serie A era a pochi passi dalla realizzazione. Quell’avventura si trasformò in un dramma sportivo nei 100 secondi finali, lasciando un’amarezza profonda nei cuori dei tifosi. Oggi, invece, sono la paura, l’incubo ed il terrore a dominare; il timore di un declino ancora più marcato è palpabile. Il pensiero di una possibile retrocessione attanaglia la città, alimentando un clima di tensione e incertezza.

Il confronto di domani non è solo una partita di calcio, ma un test di forza e caparbietà per una squadra e una città che non possono permettersi di fallire. Il Bari deve sfruttare l’esperienza e la qualità dei propri giocatori, capitalizzando sul blasone e sull’orgoglio locale. La Ternana, ben organizzata dal tecnico Breda, non sarà un avversario facile, ma il Bari dovrà cercare di imporsi con determinazione, mirando a un risultato ampio che possa semplificare il compito nel ritorno a Terni.

In queste ore, tra i vicoli e le piazze della città, si rinnova lo spirito combattivo che ha sempre caratterizzato il popolo barese. Nonostante le difficoltà del presente, la fede nei colori biancorossi rimane incrollabile. La squadra che ha vinto con qualche riserva col Brescia, sa di poter contare su un sostegno caloroso e incessante anche perché la tregua ad orologeria con la proprietà è stata sottoscritta, alla fine ci sarà il redde rationem.

Questa stagione sportiva, così diversa dall’ultima, invita a riflettere su quanto sia sottile la linea tra successo e fallimento, tra euforia e disperazione. Parlando di resilienza, il filosofo Kahlil Gibran scriveva: “Dalla sofferenza sono emerse le anime più forti; i caratteri più massicci sono crivellati di cicatrici.” Così il Bari, spezzato ma non domo, cerca nella salvezza non solo la redenzione ma anche una rivincita dal momento che, in mancanza di aspettative prestigiose, l’eventuale salvezza sarebbe l’obiettivo da centrare. Purtroppo è andata così quest’anno.

Il calcio, in fin dei conti, è questo: un eterno inizio, un continuo mettersi alla prova. Per il Bari, l’appuntamento di domani non è solo sportivo, ma simbolico, quasi un rito di passaggio da affrontare con coraggio, determinazione e, soprattutto, unità. La città e la squadra sanno che il tempo delle sfide non concede riposo, ma ogni partita giocata con il cuore può trasformare il timore in speranza. Ecco, allora, che la sfida di domani diventa un appello a non arrendersi mai, a lottare fino all’ultimo respiro per la storia e l’orgoglio di una città intera. In attesa del ritorno a Terni.

Ubi tu, ibi ego“, purtroppo non sarà possibile. Dispiace per la mancanza del pubblico amico nelle due trasferte. Non è possibile che nel 2024 il Ministero dell’Interno non riescano a controllare le tifoserie in uno stadio. E’ assurdo solo pensare che i tifosi della Ternana a Bari e quelli del Bari a Terni non possano assistere ad una finale. In fondo non stiamo parlando di una banale partita di campionato.

 

Massimo Longo

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