L’atmosfera a Bari in vista dell’ultima partita della stagione: speranze, paure e rabbia

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A Bari si respira un’aria carica di tensione e incertezza. Questa sera, sul campo della Ternana, si deciderà il destino del Bari: la permanenza in Serie B o la mesta retrocessione in Serie C, un inferno sportivo che evoca l’amara memoria della retrocessione di vent’anni fa a Venezia o giù di lì. Una partita che avrebbe dovuto essere un momento di speranza e unità per la città, si è trasformata in un’agonia collettiva, segnata dalle delusioni accumulate durante una stagione di promesse non mantenute e prestazioni deludenti.

La squadra biancorossa non vince una partita da tre mesi, e l’unica vittoria recente contro il Brescia è stata insignificante, ottenuta contro un avversario già sicuro del proprio destino. Il Bari ha mostrato per l’intera stagione una fragilità e un’inconsistenza preoccupanti, che non lasciano presagire nulla di buono per l’incontro decisivo di stasera. L’inevitabile sentimento di sfiducia pervade le strade di Bari, dove i tifosi, con il cuore in gola, si preparano ad affrontare una partita che potrebbe segnare il ritorno negli inferi della Serie C così come potrebbe, quantomeno, raddrizzare una baracca assai barcollante soprattutto nell’ambiente del tifo, ormai lontanissimo dalla proprietà..

A complicare ulteriormente il clima già teso, infatti, sono arrivate le ultime dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis assai inopportune (e quando mai sono opportune), proclamate alla vigilia di una partita assai delicata dove il buon senso avrebbe quantomeno previsto il silenzio o, se proprio non poteva fare a meno di parlare, avrebbe potuto prevedere lo spreco di qualche parola di conforto e di speranza, per la verità mai ascoltate da sei anni a questa parte da parte del padrone della Filmauro, parole che hanno gettato benzina sul fuoco della frustrazione dei tifosi. Il patron ha dichiarato che il Bari non sarà in vendita prima del 2028 e che, in assenza di offerte “poderose”, il club è destinato al fallimento. Parole che hanno suscitato un’ondata di rabbia tra i sostenitori biancorossi, già esasperati dalle promesse disattese quest’anno. Da quando i De Laurentiis sono arrivati a Bari, sei anni fa, con promesse di “mari e monti”, solo i “mari” sono stati mantenuti, lasciando i “monti” delle aspirazioni sportive mai realizzate.

Le dichiarazioni di De Laurentiis non sono una novità per i tifosi baresi, che hanno già sentito parlare del Bari come “seconda squadra della Filmauro” e altre frasi che hanno solo aumentato il senso di abbandono e di disprezzo per una gestione percepita come lontana e interessata solo agli aspetti economici. L’attuale situazione è l’ennesima dimostrazione di un rapporto conflittuale tra la proprietà e la tifoseria, con quest’ultima prigioniera di un presidente che sembra utilizzare il club come merce di scambio piuttosto che come patrimonio sportivo e culturale della città. I tifosi non hanno questo status per la proprietà, sono più che altro clienti, ma questo si sapeva già visti i precedenti a Napoli.

Le parole di Aurelio De Laurentiis non sono rimaste senza risposta. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, non ha tardato a replicare con una dichiarazione piccata e ferma, un invito ad Aurelio De Laurentiis a cedere al più presto la società in quanto Bari non merita questo trattamento. I suoi tifosi sono stati pazienti e leali, ma meritano rispetto e considerazione. La città ha una storia e una dignità che devono essere onorate, non sfruttate per interessi personali. Queste le parole, in sintesi, del primo cittadino barese.

Le parole del sindaco Decaro hanno risuonato forte tra i tifosi, offrendo un barlume di speranza e di giustizia in un momento di profonda amarezza. La sua presa di posizione ferma rappresenta un grido di orgoglio e di rivendicazione per una città che non vuole più essere trattata come una pedina in un gioco di potere.

Lo stato d’animo dei tifosi baresi alla vigilia di questa partita è un miscuglio di speranza e rassegnazione. Da una parte, c’è la flebile speranza di riuscire a mantenere la categoria, un barlume di luce in un mare di delusione. Dall’altra, c’è la rassegnazione di chi si sente tradito e abbandonato, destinato a una retrocessione che avrebbe potuto essere evitata con una gestione più attenta e rispettosa del valore del club e dei suoi tifosi.

In questo scenario, la figura di De Laurentiis assume i tratti del tiranno platonico, come descritto da Platone nella “Repubblica”: un despota che, anziché guidare con giustizia e virtù, governa con arroganza e manipolazione, incurante del bene comune. I tifosi baresi sono prigionieri di un sistema che li tiene in ostaggio, costretti a subire decisioni che sembrano più dettate dall’interesse personale che dall’amore per il calcio e per la città.

Stasera, sul campo della Ternana, non si gioca solo una partita di calcio, ma il futuro di una città intera che vive per il suo club, che soffre e spera, nonostante tutto. Bari merita rispetto, merita una gestione che comprenda il valore di questa maglia e che onori la passione dei suoi tifosi. Al di là del risultato, è tempo che la città ritrovi la propria dignità e che i tifosi baresi non siano più prigionieri di promesse vane e ricatti velati.

Che Dio ce la mandi buona, poi da domani, comunque vada, si penserà al redde rationem.

Massimo Longo

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