Immortalità o serena longevità?

Ambiente, Natura & Salute

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I Miti dall’Antica Grecia possono insegnarci ancora qualcosa?

Agli inizi del 1900 l’aspettativa di vita media era di circa 31 anni, mentre oggi è di circa 80 anni. Questo aumento è dovuto in gran parte al miglioramento delle cure mediche, dell’alimentazione e delle condizioni sanitarie. Ma è possibile continuare a prolungare la vita? Nel 2019, uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha suggerito che l’età massima alla quale potremmo vivere è di circa 120 anni. I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato i dati sulla mortalità di oltre 40 paesi e hanno scoperto che l’età massima in cui le persone muoiono non è cambiata in modo significativo negli ultimi decenni. Tuttavia, alcuni scienziati ritengono che sia possibile superare questo limite e diversi miliardari spendono cifre spropositate alla ricerca dell’immortalità.

Ma cosa ci dicono i Miti della Grecia Antica? L’immortalità poteva essere  un supplizio senza fine tanto che Sisifo  doveva spingere un masso enorme fino alla cima di una collina ma ogni volta che lo faceva, il masso rotolava a valle, così come  per Tantalo, che immerso in una palude non riusciva a bere perché l’acqua si ritirava ogni volta che tentava di farlo. Una punizione eterna a cui venivano sottoposte anche le Danaidi condannate da Zeus a riempire per l’eternità vasi forati, un lavoro lungo, penoso e inutile come la fatica di Sisifo.

Anche Ulisse rischia l’immortalità quando incontra la maga Circe e si salva dal diventare maiale come i compagni, grazie all’antidoto ricevuto al  dio Ermes, Circe lo seduce e gli promette immortalità ed eterna giovinezza come anche Calipso, l’altra donna immortale che incontra nel suo viaggio. Ma perché Ulisse decide sempre tornare dalla vecchia moglie e vivere con lei e suo figlio Telemaco? Perché Ulisse è il più intelligente di tutti e sa che invece dell’immortalità è meglio cercare una serena longevità.

Umberto Palazzo

Editorialista de Il Corriere Nazionale.net

 

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