“A nessuno interessa la verità”, intervista a Felicia Kingsley

Arte, Cultura & Società

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a cura di Mariangela Cutrone

Come sarebbe avere una doppia identità rivestendo i panni di una persona con uno stile di vita completamente diverso dal proprio? È ciò che si trova a vivere Charlotte Taylor, la protagonista di “Bugiarde si diventa”, il nuovo romanzo di Felicia Kingsley, edito da Newton Compton. Imprigionata nel ruolo della “brava ragazza” per troppo tempo ormai, Charlotte decide di diventare Bea Beaufort, un’ereditiera, fidanzata con Royce Deshawn, attore in ascesa. Si ritrova a stipulare un vero e proprio contratto con quest’ultimo nel tentativo di nascondere ai media la sua omosessualità.

Ed è così che per un mese Charlotte non sarà più una giovane architetto, una ragazza sfortunata in amore e né tantomeno la figlia che non ha mai deluso i suoi genitori. In questo mese non le sarà nemmeno permesso innamorarsi. Il Destino però ci riserva delle novità proprio quando non ce le aspettiamo.  L’amore fa capolino nella nostra esistenza senza nessun preavviso. Nello stesso periodo Charlotte incontra un ragazzo di nome Sebastien che scopre essere il fratello della sua migliore amica e uno dei dirigenti dell’azienda per la quale si ritrova a lavorare.

Tra colpi di scena, situazioni divertenti, sotterfugi e anche battibecchi, Charlotte capirà che anche se la verità è spesso noiosa, le bugie a lungo andare diventano ingestibili rendendo invivibile la sua vita reale proprio nel periodo in cui crede di aver incontrato l’amore della sua vita.

Bugiarde si diventa” non è la solita storia d’amore con lieto fine. È un romanzo che coinvolge il lettore sino all’ultima pagina perché è inevitabile affezionarsi ai suoi personaggi. Il merito è del carisma e dell’ironia con la quale Felicia Kingsley narra anche le situazioni più drammatiche e difficili da affrontare. La storia di Charlotte ci fa riflettere su quanto molto spesso nelle decisioni e nelle scelte che facciamo siamo condizionati dalle aspettative che gli altri hanno su di noi. Quest’ultime ci imprigionano e non ci permettono di vivere la vita che vorremmo o semplicemente ci limitano nell’essere ciò che siamo.

Del personaggio molto singolare di Charlotte Taylor, di “bugie bianche” e di come spesso la finzione si trova a duellare con la realtà, conversiamo piacevolmente con Felicia Kingsley in questa interessante intervista.

 

Come è nata l’idea di creare il personaggio di Charlotte Taylor? Cosa ti ha ispirata?

È un aneddoto che ormai risale al 2012, l’estate del sisma in Emilia, quella in cui sono tornata alla scrittura dopo anni di pausa. I social stavano esplodendo (Facebook aveva già preso piede e stava emergendo Instagram). Mi sono domandata come sarebbe stato se qualcuno si fosse creato una vita digitale parallela alla propria, con un’altra identità.

La “verità” è davvero così noiosa?

Sì. È il motivo per cui si sconsiglia di scrivere romanzi autobiografici (a meno di non essere Elon Musk, Bezos o Zuckerberg, comunque persone che – piaccia o no – hanno fatto qualcosa che ha avuto impatto anche sulla vita di altri, o che sono stati testimoni di un evento storico di portata mondiale, tipo Primo Levi). I romanzi sono interessanti proprio perché sono finzione, ma questo non lo dico io, lo sostiene anche David Mamet che, in quanto Premio Pulitzer, non è proprio il primo arrivato.

Che rapporto ha Felicia Kingsley con le bugie?

Rispondo come disse un simpatico ragazzo con i capelli lunghi 2000 anni fa: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Credo che non ci sia bisogno di dire che le bugie sono sbagliate, si deve dire la verità, ma siamo esseri umani, sbagliare è parte della nostra natura. L’importante è la consapevolezza di sé e il rispetto per gli altri.

Esistono davvero le famigerate “bugie bianche” secondo te?

Se dico al mio compagno che “Non ho preso le uova perché erano finite” per mascherare il fatto che invece me le sono proprio scordate, non penso sia una bugia da scontare in un girone dantesco.

Charlotte, la protagonista del tuo romanzo, è imprigionata nel ruolo della “brava ragazza” al quale adempie per non deludere le aspettative degli altri. Quanto pesano le aspettative altrui su quello che siamo davvero?

Dipende dai caratteri, c’è chi se ne frega e va per la propria strada (magari anche andando in direzione opposta proprio anche per far dispetto), altri che magari hanno bisogno di approvazione e quindi sentono molto di più la pressione. Tra il tutto e il niente, in mezzo ci sono mille sfumature. Sicuramente, crescendo si impara a diventare meno influenzabili e ad ascoltarsi.

Nella vita reale ti è mai capitato di “interpretare” un “ruolo” che non ti appartiene?

Interpretare no, ma magari mi sono impegnata ad andare d’accordo con persone con cui non ero compatibile cercando di smorzare aspetti della mia personalità che potevano entrare in contrasto. Ma se dobbiamo annichilirci per qualcuno, vuol dire che quel qualcuno non vale il nostro tempo.

Se Bugiarde si diventa diventasse un film a quale attrice famosa faresti interpretare il ruolo di Charlotte? E a quale attore quello di Sebastian?

Senza dubbio Emilia Clarke ed Henry Cavill.

Nel tuo romanzo scrivi “Ci sono persone che sono una coppia dopo essersi conosciute da due ore e persone che non sono una coppia neanche dopo dieci anni di matrimonio”. Cosa ne pensi al riguardo?
Penso esattamente ciò che ho scritto: se c’è intesa, se c’è chimica, si vede subito. Se due persone non sono sulla stessa lunghezza d’onda, difficile che riescano ad allinearsi, nemmeno con anni di tempo.

 

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