Abolire l’Ordine dei Giornalisti? Parliamone adesso

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Caso Puglia – Dov’è la ragione di cambiare le regole di iscrizione per un Ordine di giornalisti da tempo sotto la critica della politica?

La Puglia è in controtendenza rispetto ad una dimensione nazionale dove, basta fare ricerche in rete, nessuno ordine regionale ha pensato o pensa di cambiare le regole di iscrizione.

Anche perché da tempo, quando ci fu la bordata del M5s nel Governo, che ne voleva l’abolizione, ci fu una sorta di promessa di attenuare la rigidità della casta.

Come non detto. A rinforzo di quanto scritto dal direttore Antonio Peragine sulle nostre testate, il mio vuol essere un esercizio dialettico che tiene conto dell’argomentazioni a favore e di quelle contro.

In qualche documento dell’ordine dei giornalisti si parla della necessità di questa presenza in Italia osservando quello che avviene negli altri paesi…

soprattutto nel Regno Unito, dove spesso i giornali sono visti come cani da guardia del potere.

Garanti esterni per tutelare la professione

Va da sé che, come in tutte le situazioni, un’autorità terza garantisca meglio di una autonoma regolamentazione, insomma basterebbe per questo compito la presenza di Garanti per la tutela della privacy e quella legata alle telecomunicazioni.  

Anche in questo campo, e questo è un ragionamento contro, perde ogni interesse e validità, la presenza solo in Italia di un ordine – che nel 2023 farà 60 anni-, nella dimensione delle regole europee e nel panorama internazionale per l’esercizio della professione giornalistica.

La dimensione Europea per la professione giornalistica

Guardate l’immagine in copertina, nessun giornale in vetrina è scritto da giornalisti iscritti all’ordine! La categoria dei giornalisti va liberata da questa casta!

Del resto, l’art 21 della nostra Costituzione, a tal proposito è molto chiaro: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Insomma, quello fatto in Puglia, accanendosi contro i pubblicisti è una sorta di chiusura delle porte alle aspirazioni, oppure un maldestro modo di far cassa.

Per mantenere cosa poi? Garantire una migliore informazione? Assicurare più qualità a giornali cartacei e web, telegiornali? Oppure tutelare i consumatori?

Nulla di tutto ciò, quindi?

Vi sono, da anni, studi e approfondimenti per superare l’ordine dei giornalisti, allineando il nostro paese all’Europa e al Mondo, ogni difesa sarà solo da intendere corporativa.

La decisione della Puglia sarà un boomerang per l’Ordine dei giornalisti perché apre un dibattito per la sua abolizione che su queste nostre testate è già cominciato. Parliamone.

Roberto De Giorgi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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