Antonio Donati maestro italiano del naif 

Emilia Romagna

Di

ANTONIO DONATI, autodidatta nato nel 1931 a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, da un’umile famiglia contadina, ultimo di sei fratelli, consacrò all’arte la sua vita diventando maestro Naif negli anni ’70 dalla commissione severissima del Museo d’Arte naif di Luzzara, Patron il cineasta Cesare Zavattini. Dal ’41 iniziò a dipingere anche il figurativo e con altre forme d’Arte vari ritratti di nostre dive.

Dino Villani lo spinse sempre alla ricerca dell’innovazione, fino al all’apice del Naif, complice il Mito di “Antonio Ligabue” che ha portato nella storia dell’arte tele con una natura selvaggia e violenta.

Ha lavorato come operaio in un’industria Suzzarese, spentosi alla RSA “Boni” di Suzzara, dove si trovava ricoverato da tempo, il pittore naif Antonio Donati, partecipando a varie mostre sia collettive che personali, divenne l’ emblema di una creazione artistica basata sulla cultura e la tradizione popolare padana, che nelle sue opere sono ricordate. L’Arte popolare esprime in modo particolare l’identità culturale della sua gente, mettendo in evidenza valori ed estetica della comunità condivisi. Si ricordino a tal proposito le opere “Spannochiatrici” e “Merenda in campagna” che insieme ad altre rendono omaggio all’Emilia Romagna.

Sul piano formale l’artista Antonio Donati può rappresentare un paradigma a sé nei confronti della corrente naif. Generata dalla sua creatività, nel suo universo artistico, si ravvisa una realtà palese ma espressa con ricercatezza di disegno e attraverso una composita indagine cromatica. Il colore antinaturalistico segue la sua creatività istintiva, tuttavia fuso e sempre intonato al nucleo profondo  dell’opera. Le opere sono realizzate, in genere, con un ricco accostamento di pigmenti, usati generalmente puri. Spesso la sua pittura raggiunge livelli di forza espressiva ed intensità cromatica potente per un artista autodidatta, privo di studi accademici classici. La sua arte ha un carattere temporale e svincolata dalle regole anatomiche o prospettiche, si serve di un linguaggio essenzialmente realista per trascrivere su tela immagini reali, ricostruite e rielaborate con una nuova ed efficace sintassi.

Il naif di Donati si è posto all’attenzione attraverso un linguaggio figurativo immediato, concettualmente popolare e spontaneo, dove gli elementi della natura costituiscono i temi principali. L’assenza di regole stilistiche e la rappresentazione favolistica della realtà, piena di dettagli e di elementi decorativi, giunge ad attributi estetici dove forme e i volumi, conferiscono ai personaggi riferimenti quasi caricaturali e grotteschi.

Ciascuna immagine grottesca cela un motivo di richiamo ai costumi degli uomini in eterno conflitto tra luce e ombra. Un significato quindi allegorico che si lascia intuire nelle varie raffigurazioni di scene umane che dipingeva con grande intensità, identificandosi a volte con le stesse. Antonio Donati nel 1968-1969-1970 presente al “Premio di Suzzara: Lavoro e lavoratori nell’arte” con una ricca e colorata collezione da antologizzare, è senza dubbio tra gli artisti naif italiani più conosciuti ed apprezzati, citato in cataloghi prestigiosi come artista internazionale del naif. Ha lasciato nel dolore il figlio Andrea con i nipoti Nicole e Matteo, parenti e tutti i suoi amici d’arte e tutti i suoi collezionisti ed ammiratori che bramano l’intestazione di un museo all’artista suzzarrese del naif.

Dott. ssa Melinda Miceli critico d’arte

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