Basta capirci

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La cronaca riporta, quotidianamente, fatti correlati a tentativi d’emigrazione dalla terra d’Africa verso l’Europa. Viaggi, non di rado rischiosi, che implicano seguiti politici spesso contrastanti con precedenti n normative votate per dare un futuro a chi il suo l’ha perduto. Non siamo nuovi a queste realtà; anche perché l’Italia, in Europa, è stata un Paese di forte emigrazione. Soprattutto nei primi sessant’anni del secolo scorso.

 Sarebbe meglio, per tutti, non dimenticarlo. Che i flussi immigratori siano da regolamentare è corretto; lo è meno essere incoerenti a un’umanità che non dovrebbe conoscere razze o frontiere. Di fatto, il teatro di tanti drammi è il Mare Mediterraneo. Per noi, primi emigranti, tutti gli Stati d’Europa. Soprattutto Germania e Svizzera. Non solo, esistevano accordi politici bilaterali che favorivano le emigrazioni a condizioni, certamente, non vantaggiose per chi le affrontava. Oggi, la questione s’è capovolta ed è, soprattutto, l’Africa, quella per secoli sfruttati, per una “materia prima” a un’Immigrazione drammatica e non sempre coordinata.

 Non per incapacità degli addetti, ma per la cocciutaggine dei politici che d’Emigrazione non hanno mai provato i rischi, le rinunce, ci sono stati i ritorni dei barconi sconfitti dal mare in burrasca o dal divieto d’approdo. Questo è quanto. D’Emigrazione, ci occupiamo da oltre mezzo secolo e ci siamo resi conto che ora siamo arrivati a un livello di guardia non facilmente gestibile.

 Con la buona volontà e un impegno generale UE molti problemi potrebbero trovare una ragionevole soluzione. Basta capirci, per intendere cosa è necessario e cosa possiamo offrire.

Giorgio Brignola

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