Con la zona gialla riaprono anche musei, mostre e parchi archeologici

Arte, Cultura & Società

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Dal 1° febbraio molte regioni sono tornate in “zona gialla” ed in tantissimi hanno preso d’assalto le vie dello shopping, i lungomare e, soprattutto, hanno voluto pranzare al ristorante o fermarsi a prendere un aperitivo seduti ai tavoli esterni dei bar, finalmente riaperti.

Una novità prevista dall’ultimo DPCM, però, è quella che permette, nei giorni feriali e solo nelle “regioni gialle”, la riapertura anche dei musei e dei parchi archeologici.

Le guide turistiche, stremate dal blocco del turismo e dalla chiusura dei luoghi dell’arte, hanno preso la palla al balzo ed hanno organizzato visite e tour guidati, ma non sono mancati anche singoli e gruppi autonomi che hanno deciso di visitare i musei a loro più cari della propria regione. Infatti, è necessario ricordare che fino al 15 febbraio (salvo proroghe) è possibile spostarsi solo all’interno della propria regione ed è quindi vietato recarsi in altre regioni, indipendentemente dal colore che la cabina di regia ha assegnato in base ai dati epidemiologici.

Tutti i musei, al fine di garantire il distanziamento fisico e la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori, hanno comunque previsto regole di comportamento ferree per i visitatori: contingentamento delle presenze, prenotazione obbligatoria, gel igienizzante in ogni sala, etc.

Tra i musei più famosi riaperti a febbraio ricordiamo il Duomo ed il Cenacolo Vinciano a Milano, il Colosseo ed i Fori a Roma ed i Musei Vaticani.

Insieme ai musei hanno aperto le proprie sale agli appassionati anche numerose mostre e collezioni permanenti, già in corso prima della chiusura. Tra queste deve essere segnalata “I marmi Torlonia. Collezione Capolavori” negli spazi di Villa Caffarelli presso i Musei Capitolini a Roma. Le oltre 90 opere esposte sono state scelte tra i 620 marmi catalogati e appartenenti alla collezione Torlonia, una delle più prestigiose collezioni private d’arte classica al mondo. Curata da Salvatore Settis e Carlo Gasparri con l’allestimento di David Chipperfield Architects Milan, le sculture della collezione Torlonia non sono solo insigni esempi di scultura antica (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi), ma anche uno degli esempi più importanti del collezionismo privato. L’esposizione, già rinviata a causa del lockdown della primavera scorsa, è il risultato di un’intesa sottoscritta quattro anni fa tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e la Fondazione Torlonia e rende fruibile, per la prima volta dopo quasi un secolo di oblio, i marmi greco-romani rinvenuti nei propri possedimenti o acquistati nei secoli dai Principi Torlonia e restaurati da ultimo con il contributo di Bulgari.

Tra le nuove mostre, invece, si segnalano la monografica sul fotografo Joseph Koudelka al Museo dell’Ara Pacis e “Napoleone e il mito di Roma” ai Mercati di Traiano.

Le guide turistiche hanno chiesto a gran voce di tenere aperti i musei e quindi poter lavorare anche nei fine settimana e nei festivi, considerato che durante la settimana molti sono impossibilitati a visitare i luoghi della cultura.

Anche questo, pur con tutte le dovute precauzioni, potrebbe essere un segno di speranza e di ritorno alla normalità.

Claudio Gentile

 

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