I 50 gradi tra Spagna e Grecia sono uno sbalzo possibile

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“Le dinamiche meteorologiche legate all’inverno possono portare a questi grossi contrasti”, spiega all’AGI Gabriele Serafini del Centro Meteo Italiano

 OSCAR GONZALEZ / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP –

In queste prime settimane la neve ha paralizzato Madrid e la Spagna bloccando attività e aeroporti con le temperature minime precipitate anche sotto i -20. Contemporaneamente però in Grecia la colonnina di mercurio di giorno si è attestata sui 30 gradi con i social che si sono riempiti delle foto di persone in spiaggia come fosse estate.

“Le dinamiche meteorologiche legate all’inverno possono portare a questi grossi contrasti”, spiega all’AGI Gabriele Serafini del Centro Meteo Italiano. “Quando si tratta di forti incursioni di aria fredda può succedere anche che ci siano altrettanti richiami d’aria calda molto forti. In sintesi si può definire come una sorta di ciclicità degli eventi che negli ultimi si sta estremizzando in una certa maniera”, aggiunge.

Per quanto riguarda la Spagna, sottolinea Serafini, “si è trattato sicuramente di un’ondata di freddo di matrice artico-marittima che ha raggiunto la penisola iberica lo scorso venerdì. L’anticiclone delle Azzorre ha favorito questa discesa d’aria fredda che ha coinvolto dapprima la Francia e poi la Spagna. Sono state registrate nevicate oltre 20 cm e si sono abbattuti numerosi record di temperatura negativa soprattutto a ridosso dei Pirenei“.

Per questo possiamo parlare “di un fatto eccezionale per quanto la Spagna abbia una sua nevosità e la città di Madrid si trovi in collina”. Questa ondata di freddo si è presentata “con delle caratteristiche che non si raggiungevano dal 1984”.

Per quanto riguarda la Grecia, invece, Serafini sottolinea come “sul basso Mediterraneo si sia verificato un vero richiamo di aria calda che ha permesso non solo l’impennata di temperature in Sicilia, dove si sono raggiunti i 30 gradi, ma anche in Grecia, che si trova sulla stesa direttrice di questo corridoio che si è venuto a creare”.

In generale, comunica il centro Meteo Italiano in una nota, “si può affermare che la prima decade del mese di Gennaio sia risultata particolarmente dinamica e fredda, con numerosi eventi di neve in bassa collina e pianura. Questo andamento potrebbe riproporsi nel periodo a seguire, complice un poderoso riscaldamento avvenuto in Stratosfera nei giorni addietro, con ulteriori perturbazioni di stampo invernale”.

Una condizione caratterizzata da quello che si chiama ‘stratwarming’. Si tratta, spiega Serafini, di “un riscaldamento di una massa d’aria che si trova all’altezza del polo Nord, ovvero del vortice polare che caratterizza le dinamiche legate all’inverno”. In questi casi “spesso e volentieri si sono verificati eventi di grossa portata di freddo sull’Europa e sull’Italia. Ricordiamo grossi eventi di stratworking legati alle nevicate del 1956 del 1985 e del 2012”.

È un fenomeno “che avviene normalmente e che gli scienziati stanno studiando da tempo. Porta a un fisiologico decadimento del vortice polare e quindi all’avvio della stagione più temperata. è sempre avvenuto ed è scollegato alla componente del riscaldamento globale”, precisa. Nei prossimi giorni, infine, si attende un’altra ondata di gelo in Italia.

“Andiamo incontro a un graduale calo delle temperature. Al momento non ci sono i presupposti per poter affermare con certezza che avverrà un ondata di gelo in tutta Italia ma, quello che è stato confermato dalle ultime emissioni modellistiche, è la possibilità di un coinvolgimento delle regioni adriatiche centro-meridionali, con un calo di temperature a partire da queste zone con neve anche in collina, cosa che non è ancora avvenuta dall’inizio dell’inverno”. 

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