Il sì della Cei allo Ius Scholae: “Basta ideologie”

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Monsignor Perego: “La politica deve rendersi conto che il nostro Paese sta cambiando. La riforma va incontro a questa realtà con 5 milioni e mezzo di migranti”. Renata Polverini, deputata di Forza Italia, si smarca dal centrodestra: “Voterò a favore”.

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Francesco Fotia / AGF – Il Direttore generale della Fondazione Migrantes, Monsignor Gian Carlo Perego

 

AGI – La Conferenza episcopale italiana interviene sul tema dello ius scholae e chiede di superare le divisioni e le posizioni ideologiche. La politica deve rendersi conto che il nostro Paese sta cambiando e “la riforma dello ‘ius scholae va incontro a questa realtà, con 5 milioni e mezzo di migranti”, afferma monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente della Fondazione Migrantes.

Per Perego, la politica deve fare un passo in avanti, oltre i “dibattiti ideologici, per il bene non solo di chi aspetta questa legge, ma anche della stessa Italia, uno dei Paesi più vecchi”. “La cittadinanza – prosegue – è uno strumento di inclusione, integrazione, partecipazione attiva alla vita della città e di sicurezza sociale. Uno strumento che per ragioni etiche e di giustizia salvaguarda la dignità delle persone. E’ uno strumento democratico”, sottolinea monsignor Perego.

Contro il provvedimento, in discussione alla Camera, si era schierata nei giorni scorsi la Lega, che contesta le frasi di Perego. “È obiettivamente difficile, quasi impossibile, pensare che il via libera allo ius scholae promosso dal Pd, come ha affermato monsignor Gian Carlo Perego, possa mai portare a ‘più sicurezza sociale'”, afferma il sottosegretario leghista all’Istruzione, Rossano Sasso.

“Nel rispetto dei differenti ruoli e delle diverse competenze, al presidente della commissione Cei che si occupa di immigrazione e capo della fondazione Migrantes è doveroso ricordare che l’Italia sotto questo aspetto è già esempio di democrazia, civiltà e accoglienza, essendo il Paese Ue che concede più cittadinanze”, continua.

“Quanto proposto dalla sinistra purtroppo non è, come sostiene Perego, una maggiore partecipazione, bensi’ una cittadinanza senza esami o controlli, nei fatti anche alle pericolose baby gang che purtroppo da tempo occupano le pagine della cronaca a livello locale e nazionale. Non solo: nessun adulto straniero legato ai minorenni con nuova cittadinanza sarebbe più espellibile – prosegue -. Ai giovani stranieri che frequentano le scuole italiane, in materia di partecipazione, sono già per fortuna oggi garantiti tutti i diritti di qualunque altro studente”. “Oggi le priorità del Paese reale – conclude Sasso -, con la crisi delle imprese, del lavoro e famiglie in difficoltà, sono altre”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, auspica “che si trovi un compromesso in Parlamento”. “Il dibattito parlamentare va rispettato, quello che mi sconcerta e’ che si usi come una bandierina per picconare il governo. Io sono uno dei più giovani politici, non devo fare la ramanzina ad altri ma siamo in una situazione in cui i partiti all’opposizione sono più responsabili dei partiti in maggioranza”, afferma il fondatore di ‘Insieme per il futuro’.

Più articolata la posizione di FI. Ius scholae e cannabis “in questo momento non rapresentano una priorità per l’Italia”, premette il coordinatore nazionale Antonio Tajani. Sulla depenalizzazione della coltivazione domestica della cannabis “siamo assolutamente contrari”, sulla cittadinanza “siamo favorevoli al principio ma deve esserci una formazione vera – precisa – perché un giovane straniero possa avere un percorso di italianizzazione”.

“Non bisogna affrontare in Parlamento questi temi così come li vuole imporre la sinistra – aggiunge Tajani -. Cinque anni senza certificazione non sono sufficienti. Abbiamo fatto delle proposte che sono state bocciate dalla sinistra” che prevedevano “cinque anni più tre: elementari e medie e un esame finale come fanno tutti i giovani italiani. Altrimenti diventa una presa in giro“. In FI le sensibilità sono differenti, per esempio, la deputata azzurra Renata Polverini, che già aveva votato a favore del ddl Zan, ha fatto sapere che voterà per la pdl sullo ius scholae.

“E’ una mia battaglia”, ha detto. Contrario invece il partito di Giorgia Meloni. “Guerra, siccità, crisi economica, inflazione alle stelle e la maggioranza Draghi impegna il Parlamento a discutere di legalizzazione della droga e cittadinanza facile agli immigrati – protesta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida -. FdI pretende di affrontare i problemi urgenti di imprese e famiglie. Senza perdere altro tempo”.

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