La ‘manovra’ della Siae per sostenere autori ed editori 

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Mogol: “Pensate se in questi giorni in cui dobbiamo restare a casa non avessimo la musica, i film, la letteratura e le altre arti a tenerci compagnia. La cultura è una medicina potente, per resistere e per ripartire”

 
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© Agf – Giulio Rapetti, in arte Mogol

Uno dei settori più colpiti dal coronavirus è certamente quello della cultura. Niente più concerti, musei chiusi, cinema e teatri serrati, un problema al quale la rete può sopperire fino ad un certo punto. Perché in fondo il pubblico non è solo uno spettatore ma è il punto di arrivo del processo creativo, senza il pubblico l’arte rimane aria, immagine vuota, così come la possiamo trovare adesso, che abbiamo la possibilità di seguire i concerti in tv, le dirette dei cantanti su Instagram, le mostre attraverso uno schermo, con un personaggio virtuale che passeggia tra le opere al posto nostro; interessante ma, bisogna ammetterlo, tutt’altra cosa.

Giusto per rendere l’idea, in “Good Will Hunting” lo psicanalista Robin Williams spiega al genio ribelle Matt Damon che può aver letto tutti i libri che gli pare ma non saprà mai “che odore c’è nella Cappella Sistina”. Una difficoltà passeggera, una nuvola sopra le nostre teste che saremo in grado di soffiare via, non c’è dubbio, ma nel frattempo un problema vero.

L’industria culturale italiana è in grave crisi e a spiegarcelo in termini numerici è la Siae, la Società Italiana degli Autori ed Editori, che ha deciso di rispondere in maniera forte e di restare vicina ai propri oltre 80 mila associati. La popolazione di una provincia di medio-alta densità in pratica, composta esclusivamente da artisti, grandi e piccoli, vecchi e bambini, star che riempiono gli stadi e perfetti sconosciuti, tutti con lo stesso sogno, quello di fare arte e permettersi di poterci mangiare.

A questo serve la Siae, a proteggerli, a proteggere quel lavoro che poi rende le nostre vite migliori, ogni giorno, specie in questo periodo di quarantena a casa, dove si è moltiplicato il tempo che impieghiamo nella visione di film e nell’ascolto di musica. Le nostre emozioni sono frutto del lavoro di qualcuno ed è giusto che quel qualcuno venga pagato; tutto ciò in barba a chi pensa, influenzato e confuso da un marchio vecchio ormai di 139 anni, che la Siae sia una tassa. Niente di più distorto.

A fronte infatti di mancati incassi derivanti dai diritti d’autore previsti per il 2020 intorno ai 200 milioni di euro, il Consiglio di Gestione di Siae ha deciso di intervenire innanzitutto con la creazione di un Fondo di solidarietà di emergenza di 500 mila euro per acquistare 2.500 pacchi alimentari che saranno distribuiti agli associati in condizioni di indigenza, di invalidità o in precarie condizioni di salute che ne faranno richiesta; inoltre è stato istituito un Fondo di sostegno straordinario in favore degli agenti mandatari della Società per 4,1 milioni di euro, dei quali 1,6 milioni derivanti dalla rinuncia, per il 2020, al premio di risultato del Direttore generale e di tutti i dirigenti e quadri della Società.

È stato poi creato un Fondo di sostegno straordinario a favore di tutti gli associati valido per il 2020 e il 2021 di 60 milioni di euro, finalizzato a supportare le ripartizioni nei prossimi due anni. Il Consiglio ha infine dato mandato al Direttore Generale Gaetano Blandini di verificare la possibilità che SIAE conceda prestiti pluriennali a tasso zero agli associati in difficoltà di liquidità; per questa finalità potranno essere messi a disposizione 50 milioni di euro a valere sui fondi finanziari della Società. 110 milioni di euro in tutto, un aiuto pratico, tangibile, verso chi presto non potrà più permettersi di vivere della propria arte, un delitto, a prescindere dal valore delle opere, un disastro morale che non possiamo permetterci.

“SIAE – dice il presidente Giulio Rapetti Mogol –  dimostra una volta ancora di essere non solo dalla parte di chi crea, ma anche dalla parte di chi soffre. Continueremo ad appoggiare il grande impegno del Paese per uscire dall’emergenza. Pensate se in questi giorni in cui dobbiamo restare a casa non avessimo la musica, i film, la letteratura e le altre arti a tenerci compagnia. La cultura è una medicina potente, per resistere e per ripartire”.

A questo proposito proprio venerdì 3 aprile Siae ha lanciato tramite il proprio profilo Facebook una campagna aperta a tutti coloro i quali hanno tra i 18 e i 30 anni per ricevere gratuitamente un abbonamento ad alcune piattaforme digitali per la visione di film e l’ascolto di musica. Un incentivo a restare a casa, magari per chi non può permettersi l’utilizzo di questi servizi che si stanno rivelando salvifici in una situazione così estrema. Partecipare è molto semplice e sulla pagina Facebook della Siae si trovano tutte le istruzioni per ricevere il proprio regalo, in cambio basta semplicemente postare una foto della vostra quarantena.

Siae in ultimo ha anche deciso di supportare in maniera attiva Roby Facchinetti e la sua iniziativa benefica rinunciando alle provvigioni sul brano “Rinascerò, rinascerai”, cui proventi finiranno nelle casse dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Per salvare l’arte serve salvare gli artisti, in modo tale che quando questo orribile momento sarà finito il mondo là fuori avrà ancora conservato la parte più importante e profonda della propria anima.

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