In ‘chiaro’ tutti lo negano, ma nel M5s, dopo le amministrative, è caos. Voci insistenti parlano di defezioni. E anche ‘Rousseau’ di Casaleggio, con cui è stata rottura, non le manda a dire. È il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rompere un silenzio, durato, secondo molti, anche troppo
AGI – “Macché nuovo partito”, fonti di primo livello sorridono all’idea: “Finalmente Luigi Di Maio ha parlato per restituire al Movimento lo spirito dell’inizio. Il M5s è lui”. Alla Camera il gruppo è in subbuglio dopo l’intervista del vicepresidente Mario Turco: i “personalsimi” non sono nel nostro “Dna”, osservano e c’è chi nota: “possibile che Conte non parli con nessuno di noi?”.
Intanto, in ‘chiaro’ tutti lo negano, ma nel M5s, dopo le amministrative, è caos. Voci insistenti parlano di defezioni. E anche ‘Rousseau’ di Casaleggio, con cui è stata rottura, non le manda a dire. È il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rompere un silenzio, durato, secondo molti, anche troppo, benché è unanime il coro delle fonti che spiegano: “Sta facendo anche troppo”, vista la guerra in Ucraina e comunque, lui c’è “sempre”.
“Credo che il M5s debba fare un grande sforzo di democrazia interna. Non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna ma proprio per questo anche rispetto a un nuovo corso servirebbero più’ inclusività, più dibattito interno, anche includere di più persone esterne al M5s. Non si può sempre dare la colpa agli altri, bisogna anche prendersi le proprie responsabilità“.