Quando i modelli di perfezione diventano limiti. Intervista a Paola Servente

Arte, Cultura & Società

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A cura di Mariangela Cutrone

Quando ci liberiamo dei pregiudizi e delle convinzioni che si sono radicate dentro di noi si impara a vivere davvero e godersi ciò che la vita riserva solo a noi. È ciò che ci insegna l’ultimo romanzo della serie “Il problema è…”  dal titolo “Il problema è Mr Darcy” edita da Newton Compton della conduttrice radiofonica di Babboleo, Paola Servente. Protagonisti di questo romanzo, ricco di emozioni intense e colpi di scena sono Mia e Adam, due cuori che sembrano distanti ma che hanno tanto in comune.

Appena giunta a Londra per uno stage presso il reparto di cardiologia di un prestigioso ospedale di Londra la sognatrice e romantica Mia, che spera ancora nell’arrivo del suo “principe azzurro” che vorrebbe tanto fosse come il Mr Darcy creato dalla penna di Jane Austen, si ritrova a collaborare con Adam, cardiochirurgo di talento, con sangue blu e il noto “sciupafemmine”. All’inizio sarà difficile andare d’accordo con quest’uomo pieno di fascino che impersonifica tutto ciò che Mia non vorrebbe trovare in un uomo. Tra i due si instaura un’inaspettata sintonia e collaborazione non solo dal punto di vista professionale.

Impegnata al lavoro e tra weekend in giro per i luoghi descritti da Jane Austen nei suoi romanzi, Mia si ritroverà a mettere in dubbio l’ideale di uomo che vuole al suo fianco. Imparando a conoscere lati nascosti di Adam si renderà conto che determinati limiti e convinzioni radicate nel proprio essere non le consentono di godersi ciò che la vita le riserva e le dona inaspettatamente. In un percorso di consapevolezze acquisite, Mia imparerà ad accettarsi e a cogliere il lato positivo di ogni situazione che vivrà e delle persone che conoscerà.

Una scrittura spassosa ricca di ironia quella di Paola Servente che ammalia il lettore divertendolo pagina dopo pagina e allo stesso tempo invitandolo a riflettere su certi modelli di perfezione che nella realtà diventano utopici e limitanti. “Il problema è Me Darcy” è un invito ad andare oltre le convinzioni e a vivere “il qui e ora” con leggerezza e passione. Di leggerezza, amore romantico e passione per i romanzi di Jane Austen conversiamo con Paola Servente in questa intervista.

Come e quando è nata la sua passione per i romanzi di Jane Austen così come si evince dal suo libro Il problema è Mister Darcy?

A sedici anni al cinema ho scoperto Jane Austen grazie al film Ragione e sentimento. Un’amica mi ha consigliato di leggere i suoi romanzi. Ho iniziato, e non ho mai smesso di leggerli e rileggerli. Orgoglio e Pregiudizio e Persuasione, i miei preferiti, sono anche una sorta di porta fortuna. Li ho anche portati con me in ospedale quando è nata mia figlia!

Quanto questa passione l’ha influenzata nella scrittura dei suoi romanzi?

Credo molto. Ha influito sul genere che mi viene naturale scrivere, sul tipo di ispirazione che quasi sempre si attiva quando ho voglia di creare una storia. Anche se leggo di tutto, amo la commedia romantica da sempre.

Secondo lei esiste davvero un Mister Darcy per ogni donna o è solo un’utopia?

Esiste chi ci fa stare bene e chi no. Avere un modello di perfezione può essere controproducente. Ma lo è altrettanto accontentarsi. Lizzy e Darcy imparano ad andare oltre a certi schemi e ad un primo giudizio. Ci provano anche Mia e Adam, i miei protagonisti. Dovremmo provarci tutti, in realtà.

In questa epoca è ancora possibile parlare di amore romantico?

Sì, assolutamente sì. Cambiano i contesti, i contorni. La dichiarazione d’amore più bella della vita ti può arrivare su WhatsApp…  ma il sentimento resta lo stesso. Vedo così tante coppie meravigliose, persone che scelgono di fare un pezzo di strada insieme, per sempre o finché sarà speciale costruire un domani comune.

Quanto è importante in amore un po’ di sana leggerezza come imparerà Mia?

Le relazioni sono una cosa seria, ma saper ridere e usare l’ironia aiuta a sdrammatizzare. La leggerezza per Mia è imparare che non tutti gli incontri sono destinati a divenire rapporti duraturi, possono essere tentativi e se le cose non vanno bene non significa aver fallito.

Il suo romanzo insegna che due cuori seppur lontani possono benissimo instaurare una sorta di sintonia. Come definirebbe il concetto di sintonia tra un uomo e una donna?

Sintonia è quando le parole sono superflue per comprendersi.

Lei ci crede nell’amicizia tra un uomo e una donna?

Mmh… Domanda da un milione di dollari! Credo che uomo e donna possano essere amici, sí, a me è capitato un paio di volte. Ma temo anche che sia cosa assai rara. La malizia spesso ci mette lo zampino. Da una parte, dall’altra o da entrambe!

C’è un personaggio della serie “Il problema è..” al quale è particolarmente affezionato più degli altri e perché?

Non dovrei avere personaggi preferiti, lo so. Ma Martina, la protagonista del secondo romanzo della serie, è quella a cui penso sempre con un sorriso sulle labbra. Forse perché a differenza delle mie altre eroine, lei è lontana anni luce da me, per carattere e meccanismi di azione-reazione.

A chi consiglia la lettura di “Il Problema è Mister Darcy”?
A chi ama le commedie romantiche. A chi cerca un Mister Darcy. A chi è curioso di scoprire il mio omaggio alla Austen. A chi ha voglia di leggerezza. Insomma, a un sacco di gente!

Ora che ha concluso questa serie quali sono i suoi progetti creativi futuri?

Ho finito da poco un romanzo breve e sto scrivendo una nuova storia, sono proprio all’inizio e come sempre ho le idee parecchio confuse!
Ho poi una serie di racconti che non ho mai proposto a case editrici. Mi piacerebbe anche scrivere un romanzo per ragazzi… Ho anche un romanzo di un po’ di anni fa che vorrei ripubblicare…
Insomma, tanta carne al fuoco e poco tempo!

 

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