Un periodo sabbatico retribuito per lavorare meglio

Economia & Finanza

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Una società di consulenza digitale lancia un contest tra i suoi dipendenti per raccogliere proposte. Vince l’idea di un periodo di riposo retribuito in aggiunta alle ferie.

di Gabriella Bianchi

Una riunione di lavoro

AGI – Dopo gli orari flessibili o le giornate dedicate al benessere, o anche la palestra, le aziende provano nuovi strumenti per migliorare la produttività. E l‘ultima frontiera del benefit aziendale è il periodo sabbatico retribuito.
Non semplici ferie, che rientrano nella categoria dei diritti, ma un ‘di più’ che l’azienda riconosce a un lavoratore che aveva presentato la proposta quasi per gioco. E l’azienda va anche oltre, consegnando al promotore un premio in denaro.

Succede a Skylabs, società di consulenza digitale di Milano, che per valorizzare e coinvolgere i suoi dipendenti nelle scelte aziendali, ha lanciato il contest “Call for benefit”, invitando il personale delle sedi di Catania, Palermo, Roma, Milano e Lugano a proporre, attraverso un form on line idee per migliorare il welfare aziendale.

Tra le idee migliori appunto la proposta del tech lead Angelo Saraceno, che ha pensato a un mese di assenza dal lavoro retribuito, un periodo sabbatico, appunto. “Io e i miei colleghi ci siamo sbizzarriti – racconta Angelo Saraceno – cercando di fornire idee creative e sono soddisfatto di essere stato ascoltato e premiato. Penso che ricaricarsi sia una parte fondamentale per poter affrontare nuove sfide con più energia ed ho già tanti progetti su come investirò il mese di tempo”.

L’idea è piaciuta ed è stata subito adottata, in aggiunta a un premio in denaro e al coinvolgimento diretto nelle scelte aziendali. Il periodo sabbatico sarà destinato a quanti raggiungano il sesto anno di anzianità in azienda.

Per il Ceo di Skylabs Luca Martino a minor assenteismo e turn over corrispondono i lavoratori più felici e migliore profittabilità. “Sono solo alcuni tra gli aspetti positivi – spiega – che abbiamo sperimentato coinvolgendo attivamente i lavoratori nelle decisioni aziendali. Ecco perché introdurre il periodo sabbatico potrebbe essere considerato come un ‘passo azzardato’, ma noi lo interpretiamo come una possibilità in più da dare ai dipendenti che hanno dimostrato costanza nel tempo e il loro valore”.

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