Il Bari, Decaro e i pretendenti al posto di comando

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Struggente la “reunion” voluta dal Sindaco Decaro sui gradoni della mitica Curva Nord in quello che è stato – ed è ancora – un Tempio dorico del calcio barese, reunion volta a discettare consigli e considerazioni sul da farsi in vista delle varie scadenze che dovrebbe condurre la nuova istituenda società di calcio all’iscrizione in serie D o in C, a seconda delle scelte che farà la FIGC.

Il Sindaco ha ribadito che “non si devono commettere più errori, non ce li possiamo permettere, chi vuole e pretende di portare il Bari in serie A deve dimostrare un piano di investimenti di circa venti milioni di euro, senza che ci si giri attorno, un po’ sulla falsa riga del Parma. Bari, diversamente da Parma, può donare tanto, maggior partecipazione, più ricavi e più potenzialità, ma salti nel buio, come è accaduto recentemente, non se ne possono più fare. Molte, infatti, – ha proseguito Decaro – le richieste di loschi pretendenti respinte al mittente. Trasparenza, solidità economica e un programma chiaro: questi i capisaldi per ripartire. Cominciare da capo dal Della Vittoria è impossibile perché intanto ci vogliono una barca di soldi per ristrutturarlo e metterlo a norma, e poi, contestualmente, si lascerebbe al crudele destino un impianto come il San Nicola la cui costruzione ha illuso la tifoseria recando loro tante aspettative, dunque, mi spiace per i tifosi che pure capisco, ma escludo questa ipotesi. Chi, tra i pretendenti, pensa di farsi pubblicità si sbaglia di grosso”.

La tifoseria, intanto, ha insistito sull’opportunità di aprire all’azionariato popolare attraverso diverse modalità, come il posto perpetuo allo stadio, il marketing a prezzi contenuti ma, come conditio sine qua non, quello di avere un componente della tifoseria nel CdA, un tifoso che vigili sull’andamento della società.

Si punta, dunque, alla serie C concentrandosi sui parametri che sono a favore della città: bacino di utenza, la storia del club che occupa il 15esimo posto nel ranking italiano per militanza ai massimi livelli, ed il blasone, ma non basta: per avere un’altra chance di ripescaggio occorre costituire una nuova società entro i primi giorni della settimana prossima, così da effettuare la domanda di iscrizione non oltre le ore 13 del 27 luglio, in quanto muovendosi dopo farebbe scendere le possibilità di riammissione, dal momento che si arriverebbe a ridosso della compilazione dei calendari.

La scelta su chi affidare la società, quindi, appare molto delicata e dovrà conferire i pieni poteri a quanti presenteranno progetti solidi economicamente che vadano oltre il mero aspetto sportivo della squadra, vala dire che si occupino anche di strutture per il settore giovanile, dello sviluppo del calcio femminile e di tante altre strutture volte a quadrare il cerchio strutturale.

Colloqui con una importante multinazionale avviati dal Sindaco sembrano a buon punto: questi avrebbero già approntato un progetto pronto in tutte le sue sfaccettature, senza copia ed incolla di tristissima memoria, sul restyling dello stadio San Nicola e sull’assetto societario.

Inoltre pare sempre aperta la “strada della seta” che da Bari porta in Cina dall’imprenditore barese Brienza che già si era proposto in sede di ricapitalizzazione, il cui progetto prevede la risalita in tre anni e che emulerebbe una cura intensa sulla falsa riga dell’Atalanta.

Dalla Cina, con un salto parabolico, si arriva a Manduria dove alberga l’imprenditore Luigi Blasi che avrebbe, anche lui, un progetto pronto ma i tifosi baresi, così come per Canonico, non tanto lo vedono ben per via dei suoi natali e della sua resa negativa in riva al capoluogo ionico qualche anno fa.

Quindi, con una carambola geografica, si arriva in Inghilterra dove l’imprenditore Radrizzani, in società con l’ingegner Napoli, non ha ancora issato bandiera bianca.

Infine, tornando a Bari dopo questi viaggi fantasiosi, rimane aperta l’ipotesi della cordata di venti imprenditori baresi sotto l’egida di De Bartolomeo, una sorta di piano alternativo, ma anche questa ipotesi non fa esultare i tifosi in quanto vedrebbero, come suol dirsi, troppi galli nel pollaio col fervido timore che si possa cadere dalla padella nella brace con l’inevitabile clientelismo tutto alla barese.

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