Morire da Campione a 37 anni: Scarponi muore durante un allenamento

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​CORRIDORE INVESTITO VICINO CASA, VINSE IL GIRO NEL 2011

(FILES) This file photo taken on May 08, 2014 shows Italian cyclist Michele Scarponi of the Astana team during the presentation of the teams for the 97th Giro d’Italia, Tour of Italy in Belfast on May 8, 2014. Italian newspapers announced on April 22, 2017 the death of Michele Scarponi after being hit by a truck during a training in Italy. / AFP PHOTO / LUK BENIES

Ciclismo italiano in lutto: Michele Scarponi e’ morto in un incidente stradale mentre si allenava a Filottrano (Ancona), suo paese natale, investito da un autocarro. Scarponi era nato nel 1979 ed era soprannominato ‘l’Aquila di Filottrano’ per lo sue doti di scalatore. Lascia la moglie e due gemellini in tenera eta’. Professionista dal 2002, aveva vinto nel 2009 la Tirreno-Adriatico e nel 2011 il Giro d’Italia grazie alla squalifica per doping dello spagnolo Contador. 

 Tragedia nel mondo del ciclismo. È morto a 37 anni Michele Scarponi, investito da un furgone a Filottrano, in provincia di Ancona. L’Aquila di Filottrano, com’era soprannominato, stava allenandosi in sella alla sua bicicletta quando a un incrocio è stato travolto da un furgone. Un’ambulanza del 118 è subito accorsa ma i medici non hanno potuto che constatare il decesso di Scarponi. Il campione dell’Astana, vincitore del Giro d’Italia 2011 dopo la squalifica di Alberto Contador, era stato promosso capitano della squadra kazaka per il prossimo Giro d’Italia dopo il forfait di Fabio Aru. Cinque giorni fa aveva vinto la prima tappa del Tour of the Alps. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha invitato le Federazioni sportive nazionali a osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia per tutto il fine settimana in ricordo di Scarponi.

“Grazie a tutti”. Solo due-parole-due, pubblicate sul proprio profilo Instagram, della moglie di Michele Scarponi, il corridore morto stamattina in un incidente stradale, mentre si allenava. Anna Tommasi aveva avuto due gemelli dal campione marchigiano dell’Astana. Proprio assieme ai figli, Giacomo e Tommaso, Scarponi si era fatto ritrarre nell’ultimo tweet pubblicato sul proprio account. Lo si vede sorridente, come sempre, con i due bambini sulle sue spalle e sotto il messaggio: “… anche se solo per un giorno ho pensato di portarne a casa 2 di maglie da leader…”.

Lo ricordano e lo piangono in tanti. Michele Scarponi forse senza saperlo era nel cuore di molti. Lo amavano i suoi compagni di ciclismo, lo stimavano gli appassionati di sport. Il re dei gregari, l’uomo che tirava la carretta in gara, trascinando il capitano al successo, secondo la romantica visione che il ciclismo ha consegnato alla sua tradizione, era un personaggio molto popolare anche al di la’ delle due ruote. Era il il re dei gregari, con un carattere esuberante, generoso, amante degli scherzi, un combattente della bici, un tipo che ogni capitano avrebbe voluto in squadra. Quando si e’ diffusa la notizia della sua tragica scomparsa, i social sono stati invasi da una marea di messaggi di cordoglio, da parte di sportivi e gente comune. Fra i primi, il ct della nazionale di ciclismo Davide Cassani che ha twittato: “Ieri in corsa. Si affianca a me. Michele sorride, come sempre. Contento per la vittoria. Parla del Giro. Ora son qui a piangerlo. Dio mio”.

E’ sotto shock Vincenzo Nibali, lo squalo di Messina, che al sudore di Scarponi deve non poco dei suoi trionfi, e mesto twitta: “non lo so, non ce la faccio, non ho parole amico mio”. I due erano legatissimi, hanno condiviso per anni gare e battaglie, complici e caratterialmente opposti. Quest’anno le loro strade si erano divise: Nibali al Bahrain Team, Scarponi ancora al’Astana con Fabio Aru, del quale aveva appena preso il posto come capitano al Giro d’Italia, essendo il sardo infortunato. Aru parla di “tragedia infinita” e l’Astana scrive “tragedia troppo grande per essere commentata”. “Profondamente colpito” il n.1 del Coni Giovanni Malago’, che ha disposto un minuto di silenzio in tutte le competizioni per onorare l’atleta marchigiano. Il capo della federciclismo Renato Di Rocco ha appreso dall’Ansa della morte di Scarponi e non ci voleva credere: “sono nello sconforto totale, un brutto disegno della vita proprio nel momento in cui era stato scelto come capitano al Giro. Un destino assurdo, Michele era un grande campione, ha sempre svolto attivita’ di gregariato, ora che era diventato leader dell’Astana… “. Anche il mondo del calcio ha manifestato il suo cordoglio. Di Scarponi hanno parlato gli allenatori della Juve Allegri (“disgrazia che fa pensare”), del Milan Montella (“sono molto addolorato”) e della Lazio Inzaghi (“grande professionista e uomo”). Fra gli club, anche Milan, Inter, Lazio e Genoa hanno ricordato il campione scomparso. E il capitano della Roma Totti ha parlato di “tragedia che tocca tutto lo sport italiano”. Per il ministro dello sport Lotti e’ “una tragedia che deve far riflettere”, serve “piu’ sicurezza per i ciclisti”.

Nel 2011 Alberto Contador aveva vinto il Giro d’Italia, con Scarponi secondo, ma poi lo spagnolo era stato squalificato e la vittoria assegnata all’italiano. Oggi il campione ha twittato “sono paralizzato e senza parole”, ricordando il rivale “grande persona, sempre con un sorriso contagioso”. Peter Sagan, lo slovacco campione del mondo, ha scritto “Michele sarai per sempre nei nostri cuori”. E l’altro spagnolo Alejandro Valverde “ci lascia una grande persona e un grande ciclista”.
Sono oltre mille i ciclisti morti sulle strade negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi ogni 12 mesi, uno ogni 35 ore, un bilancio che purtroppo e’ anche superiore se si analizzano i dati a partire dal 2001: si passa dai 366 morti del 2001 ai 251 del 2015 (ultimi dati ufficiali a disposizione) per un totale di 4.534 morti. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno per incidenti stradale con biciclette coinvolte. La tragica morte di Michele Scarponi evidenzia quello che e’ un problema che interessa l’intero Paese Italia (i dati parlano di tutte le regioni coinvolte, con un picco nel Nord Est), tanto che anche la politica sta cercando di mettere un freno a questa mattanza con la presentazione di un provvedimento salva-ciclisti: “Non solo abbiamo approvato la legge sull’omicidio stradale ma abbiamo anche presentato un provvedimento tre giorni fa con il vice ministro Nencini che abbiamo denominato ‘salva ciclisti’. Mai abbassare la guardia sulla sicurezza sulla strada”, ha detto il ministro dello Sport, Luca Lotti, commentando la morte di Scarponi.

Di sicuro c’e’ che negli ultimi anni e’ aumentato l’utilizzo della bicicletta, sia come mezzo di trasporto quotidiano, sia come pratica sportiva amatoriale: i dati dei report Aci-Istat, infatti, dimostrano che i ciclisti morti sulle strade sono di tutte le eta’, sia uomini che donne, come anche le migliaia di feriti (solo nel 2012 oltre 16 mila). E se il dato e’ in diminuzione dai 366 morti del 2001 ai 251 morti nel 2015 (-8,1% sull’anno precedente), l’andamento dei dati Istat evidenzia che il numero delle morti su due ruote non accenna a calare drasticamente.

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