No, non è una bufala campana, né una bufala webete, piuttosto un brodino di pesce tirrenico: il Bari torna a fare punti, stavolta in trasferta, sia pur nella misura di uno solo, con uno zero a zero ampiamente pronosticato alla vigilia della gara.
Cinquanta punti per entrambe, i playoff lì, ad un passo, ma con un peso specifico ed umori diversi: ottimo girone di ritorno per la Salernitana di Bollini che dalle retroguardie si è trovato catapultato a ridosso delle magnifiche dieci, contro le cinque sconfitte consecutive in trasferta – tre consecutive – per il Bari con una piazza arrabbiata e sfiduciata. Queste le premesse nel derby dei due mari, Tirreno-Adriatico. Da dopo Bari Brescia, vinta dai galletti per 2-0, il Bari aveva segnato solo tre gol, in casa con il Latina e col Frosinone, subendone 12. Un andamento da retrocessione, praticamente, ed oggi occorreva dare una svolta che, sì, è arrivata ma a metà, con un po’ più di carattere rispetto ad altre sciagurate ed imbarazzanti prestazioni, e senza convincere più di tanto. Ma il brodino ai malati, si sa, fa sempre bene.
Senza Brienza, Floro Flores e Parigini, assenze pesanti, Colantuono che, come sempre, si era mostrato fiducioso alla vigilia del match smorzando i fuochi umorali e ribelli baresi, cambiando ancora, ha mandato in campo un 4-2-3-1 con il ritorno di Morleo in difesa insieme a Sabelli sulla corsia opposta, i riconfermati Tonucci e Moras stopper centrali, i due mediani Fedele e Basha al centro del campo, e poi Galano alle spalle di Maniero, che non stava bene, con Macek e Furlan esterni di centrocampo, per cercare di smorzare l’emorragia di sconfitte perché perdere la sesta consecutiva in trasferta, la quarta parziale, sarebbe stato drammatico. Ed invece ci ha pensato Re Salomone a non scontentar nessuno ma, di fatto, scontentando entrambe perché un punto, con tutta la giornata da giocare alle ore quindici, avrebbe avuto una valenza relativa e di poco conto.
Bollini, invece, aveva con se’ una squadra psicologicamente e fisicamente messa bene, una squadra che non ha fatto, fino ad oggi, molti gol e che stava pagando un momento di crisi di Coda, all’asciutto, pur subendo poco, mostrandosi tuttavia squadra solida e compatta, difficile da attaccare. E così è stato nonostante il pareggio.
Nel primo tempo occasioni rarefatte, grande equilibrio sia in campo che sugli spalti per via dello storico gemellaggio, è prevalsa la cautela da parte del Bari che ha cercato, quanto meno, di non prenderle dal momento che nelle ultime gare, il Bari, ha mostrato di subire parecchio il gioco avversario. Partita vibrante, veloce, ma almeno nei primi quindici minuti assolutamente equilibrata, con la Salernitana che ha provato a far la partita ma ha trovato sempre attenta la difesa biancorossa.
La punizione a due in area al 3′ battuta da Fedele su passaggio di Galano, calciata forte con l’esterno andata fuori di poco pur trovando l’angolo giusto, è stata, oggettivamente, l’unica occasione del Bari.
Al 20′ un gran tiro di Minala dal limite, parata in tuffo da Micai e due tiri consecutivi respinti per due volte dallo stesso numero uno biancorosso su Coda e Joao Silva, invece, le uniche due reali occasioni gol granata, almeno quelle abbiamo segnato sui nostri taccuini degne di tal nome.
Dal 16′ il Bari si è abbassato troppo concedendo il fianco alla Salernitana che ha cominciato a capo fitto a fare la partita, incapace di partire pure in contropiede anche perché Galano è apparso troppo solo, senza nemmeno Maniero che ha badato più a prenderle rimanendo a centrocampo o in difesa, che a fare da partner a Galano.
Nel secondo tempo al 2′ un gran sinistro di Furlan ha sibilato l’incrocio ha dimostrato che il Bari è tornato in campo meno remissivo. Evidentemente Colantuono deve aver alzato la voce nell’intervallo.
Al 6′ occasione per il Bari con Galano che se n’è andato sul fondo crossando al centro indietro dove è arrivato Macek che, dall’altezza del rigore, ha tirato su Bernardini. Poteva essere il vantaggio per il Bari.
Al 17′ non ce l’ha fatta Morleo a causa di un infortunio occorsogli qualche minuto prima, al suo posto è entrato Daprelà, e nella Salernitana, contemporaneamente, è uscito uno dei due ex Joao Silva (l’altro era Rosina) per un altro attaccante, Donnarumma.
Al 20′ è toccato a Fedele uscire per un altro infortunio di qualche minuto prima e al suo posto è subentrato Salzano.
E siccome per il Bari non c’è mai una fine, al 30′ si è fatto male pure Tonucci (stiramento), al suo posto l’ultima sostituzione possibile, Capradossi
Si è assistito ad una scelta di tempo migliore nel pressing da parte dei baresi che han mostrato un approccio diverso rispetto al primo tempo pur non rendendosi quasi mai pericoloso in attacco che ha manovrato per alleggerire la difesa.
Poi dal trentesimo circa il Bari è letteralmente sparito dal campo lasciando manovrare la Salernitana, ma l’impressione è stata quella per cui un pareggio potesse andar bene ad entrambe.
Era importante lanciare un messaggio tattico alla piazza e alla dirigenza, messaggio col quale si sarebbe declinato il destino di Colantuono. E sicuramente il pareggio avrà cacciato cattivi pensieri in società. Non sappiamo, invece, se sono andati via dai tifosi. Il web sarà la voce della verità.
Ne esce un Bari convalescente, ancora lontano da quanto si aspetta la tifoseria, con il tempo che stringe, con una rosa poco affidabile, un Bari da brodino che non lascia intravedere margini di miglioramento nonostante gli sprazzi dell’Arechi. Mancano ancora quattro gare, le possibilità sembrano ancora favorevoli agli uomini di Colantuono, dunque, occorre non mollare. A cominciare da sabato prossimo col derelitto Pisa.