”Massima solidarietà al macchinista”. Così Roberto De Francesco, segretario regionale Faisa-Confail, commenta con l’Adnkronos l’iscrizione sul registro degli indagati per lesioni del macchinista, protagonista dell’incidente nella metropolitana B di Roma, dove una donna è rimasta ferita in maniera grave, dopo essere rimasta incastrata nelle porte e trascinata per alcuni metri sulla banchina di Termini. ”Dopo l’accordo del 17 luglio 2015, Atac non fa lavorare in sicurezza i macchinisti, per aumentare la produttività non permettono un recupero psicofisico. I carichi di lavoro sono aumentati e pesantissimi. Atac non può continuare a dare i premi obiettivi ai manager e massacrare i lavoratori. Ci auguriamo, comunque, che la signora rimasta ferita si rimetta presto”.
“In relazione al grave incidente che ha coinvolto una passeggera della linea B a Termini, Atac sottolinea che fin dall’alba di giovedì l’azienda, ai massimi livelli, ha iniziato a esaminare tutto il materiale disponibile utile a comprendere il terribile accaduto”. Lo precisa Atac in una nota spiegando però di non poter offrire, nemmeno oggi dopo la pubblicazione di alcuni frammenti di filmato, la sua ricostruzione dei fatti “anche per i principi che regolano il lavoro degli inquirenti che stanno operando e ai quali Atac conferma di essere a disposizione. In primis con i risultati dell’indagine interna in via di conclusione“.
“Sono stati esaminati i filmati, il materiale e gli impianti e da subito – sottolinea Atac – è stata costituita una commissione di inchiesta da parte Atac, secondo D.P.R. 753/80, che sta procedendo con gli organismi di vigilanza (ministero Infrastrutture e dei Trasporti e Regione Lazio) preposti a valutare tutti gli elementi per la corretta ricostruzione dei fatti e le effettive responsabilità”.
“Fin da giovedì Atac ha un quadro abbastanza dettagliato sui fatti effettivamente occorsi, ma non può, essendo attivi gli inquirenti, rendere pubbliche le proprie valutazioni – prosegue -. Ciò ha purtroppo permesso la pubblicazione sulla stampa di ricostruzioni non rispondenti ai fatti”.
“Nemmeno oggi, dopo la pubblicazione di alcuni frammenti di filmato, che permette di spazzare via alcune circostanze non vere (donna incastrata tra le porte, ressa, etc ) – continua l’azienda – Atac può offrire la sua ricostruzione dei fatti anche per i principi che regolano il lavoro degli inquirenti che stanno operando e ai quali Atac conferma di essere a disposizione. In primis con i risultati dell’indagine interna in via di conclusione”.
“Provvedimenti necessari sono già stati assunti – conclude – Funzionari Atac si sono più volte recati all’ospedale, dove la signora infortunata è ricoverata e alla quale Atac rivolge il profondo dispiacere per l’accaduto e le proprie scuse. L’azienda sottolinea di essere pronta a fare quanto nella sua disponibilità per alleviare il suo dolore e il suo disagio”.