La situazione economica

Attualità & Cronaca

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Quando da noi si vuole fare intendere che le cose non vanno bene, si tira in ballo l’economia. E’ vero, per carità, che la crisi nazionale è anche economica. Ma non solo. In altri termini, molte delle situazioni che impediscono la ripresa sono di natura politica. Il Paese è in “deficit” e, già da qualche tempo, non più per i costi del lavoro, che, comunque, continua a essere inadeguato. Anche per il 2018, pur con tutti i migliori auspici, il quadro economico non andrà a migliorare in modo meritevole.

Con effetti, in pratica, non dissimili sul fronte di un’economia che vive alla giornata. Le assicurazioni dell’Esecutivo non tutelano nessuno. Dato che siamo in UE, anche un paragone ribaltato in altre realtà dell’Unione, conferma la nostra tesi.

In Germania, Paese guida a livello economico comunitario, il costo della vita è del 7% inferiore che nel Bel Paese. Mentre il costo del lavoro, che resta il punto dolente del quadro nazionale, è solo inferiore in Grecia. I parametri rilevati ci sembrano ancor più eloquenti se si considera che la disoccupazione, tra indotta e diretta, sia sempre a due cifre. La media europea si attesta a una percentuale che è meno della metà di quella italiana (4,5 %). Ma non è tutto, Chi ancora lavora, per il periodo marzo 2013/2017, ha ottenuto retribuzioni incrementate solo del +0,3% rispetto al quinquennio precedente.

Per il lavoratore britannico, tanto per riportare un riscontro, l’incremento, per lo stesso periodo, è stato del +1,4 %. Abbiamo citato il Regno Unito proprio tenuto conto che in quel Paese circolare la Sterlina che vale, al cambio, più dell’Euro ed è prossimo dall’uscita all’UE. Insomma, da noi, il fronte economico resta in crisi anche per motivi che vengono da lontano.

E allora? A nostro avviso, solo una politica di contenimento del disavanzo pubblico e di corretto controllo della dinamica dei costi potrà consentire, comunque non entro tempi brevi, un progressivo riallineamento della nostra economia con quella degli altri Stati UE. L’operazione, più che dai politici, dovrebbe essere seguita dagli economisti che, però, non abbiamo. Se la manovra Gentiloni, e Squadra al seguito, dovesse non conservare il suo costrutto originale, resterebbero ben poche scelte per risalire la china della recessione e della mancanza di attendibilità. Insomma, la situazione economica italiana preoccupa tutti. Tranne che gli speculatori.

 

Giorgio Brignola

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