Rettori e operatori dei santuari d’Italia a Sotto il Monte

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 Hanno preso il via ieri a Sotto il Monte i lavori della cinquantaduesima edizione del Convegno nazionale dei rettori e operatori dei santuari italiani.

Gli incontri continuano fino a giovedì 9 novembre (consulta il programma completo). 

«I santuari – ha detto il cardinale Stanislaw Rylko – sono i luoghi di una particolare presenza di Dio, presenza di Dio anche tramite i suoi santi, soprattutto tramite la madre di Dio Maria Santissima, ma anche attraverso altri santi come San Giovanni XXIII. È proprio questo che la gente cerca, la vicinanza di Dio. Proprio nel nostro mondo così secolarizzato, il mondo che elimina i segni della fede dal paesaggio, questo mondo suscita anche un più profondo desiderio di Dio e penso che quello che spinge tanta gente a recarsi in pellegrinaggio e a fare viaggi difficili e faticosi sia proprio la sete di Dio».

«Per questo evento è stato scelto Sotto Il Monte per un motivo pratico: si fa una volta al Sud, al Centro e al Nord – spiega monsignor Claudio Dolcini, parroco di Sotto il Monte -. Essendo stato nominato delegato della Lombardia, il Consiglio Nazionale ha chiesto che si svolgesse a Bergamo e quando il Consiglio ha visitato Sotto il Monte è rimasto entusiasta del paese natale di Papa Giovanni. Il Consiglio mi ha quindi chiesto di ospitare l’evento qua, non senza difficoltà per via dell’assenza di strutture adeguate: non ci sono alberghi. Ci siamo tuttavia organizzati con i paesi vicini e devo dire che i delegati e rappresentanti dei santuari sono molto contenti».

Tema di quest’anno il capitolo ottavo dell’Amoris Laetitia. «Questo è un capitolo ricco di suggestioni – continua Dolcini – e anche di qualche fatica, in quanto invita noi sacerdoti a essere attenti a una dimensione della vita famigliare molto complessa. Nei santuari arrivano tante persone per le confessioni, ma anche per un discernimento sulla vita famigliare (a volte anche per quelle situazione che potremmo riassumere in un termine come “irregolari”). Per ora è emersa la fatica del discernimento e questo bisogno di avere tanta misericordia, che è anche uno dei termini chiave del pontificato di Giovanni XXIII».

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