I consigli. Le lettere e le richieste collettive di rimborso: ecco le mosse per mettere in mora i responsabili.
Sono migliaia le richieste di rimborso dei danni arrivate alle associazioni dei consumatori per la vicenda del gasolio “sporco”. Dai numeri raccolti in queste settimana sarebbero almeno mille gli automobilisti rimasti in panne, a causa di un rifornimento effettuato in 200 distributori in tre Regioni, cioè Puglia, Basilicata e Calabria.
«Il codice del consumo – spiega l’avvocato Stefano Gallotta dell’associazione dei consumatori Codici Lecce – prevede che gli automobilisti si debbano rivolgere al distributore e alla compagnia petrolifere a cui lo stesso esercente è legato da un contratto in esclusiva. Tutto questo va al di là delle indagini che sta svolgendo la Procura di Lecce insieme alla Guardia di Finanza per frode in commercio grazie agli esposti che sono stati presentati durante le prime manifestazioni del problema».
Gallotta entra nel dettaglio, precisando che esistono danni di natura patrimoniale dove si può distinguere il danno emergente cioè la diminuzione economica del patrimonio dovuto alle spese, all’intervento dell’officina, al deposito dell’auto, all’intervento del carro attrezzi: «C’è poi il danno da lucro cessante – continua lo stesso Gallotta – rispetto al mancato utilizzo del mezzo, a causa del danno che il proprietario del mezzo ha subito. A questo si può aggiungere anche il danno da fermo tecnico che riguarda i giorni necessari per la riparazione dell’auto».
L’associazione “Codici Lecce” ha reso noto un vademecum da seguire per ottenere il risarcimento: «Il rimborso – conclude Gallotta può essere chiesto con una lettera di costituzione in mora, meglio se redatta da esperti delle associazioni dei consumatori, con tutte le ricevute e la documentazione attestante le spese relative al problema, insieme alla descrizione di quanto accaduto, inviata al distributore e alla compagnia petrolifera».
Tante, come si diceva, le segnalazioni: aumentate progressivamente col passare dei giorni interessando buona parte della Provincia: una concessionaria leccese ha avuto, una quarantina di casi diretti. Un’altra ventina si sono registrati a Casarano, ma il fenomeno è esteso a tutto il Salento e a buona parte del Brindisino e del Tarantino.
In prima fila anche lo “Sportello dei diritti” di Giovanni d’Agata: l’associazione, per prima, ha segnalato il grave problema con tanto di esposto in Procura. Fino all’apertura di un’inchiesta dei magistrati per frode in commercio.
di Maurizio Tarantino (Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce, 24/01/2018).