Perché Kim Jong-un va a Canossa

Mondo

Di

Kim Jong-un durante il discorso inaugurale alla nazione del 1° gennaio 2018 (Foto: /AFP/Getty Images).

                                   Kim Jong-un durante il discorso alla nazione del 1° gennaio 2018. Foto: -/AFP/Getty Images.

LA CANOSSA DI KIM [di Fabrizio Maronta]

Se Kim Jong-un è andato a Canossa – leggasi Panmunjaeom, la località sul 38° parallelo teatro degli imminenti colloqui tra Corea del Nord e Corea del Sud – è per almeno due buone ragioni. Che non necessariamente inducono a considerare distensivo il gesto, anche se all’atto pratico e nell’immediato l’effetto promette di essere positivo.

La prima ragione, la più aleatoria, va cercata a Pechino.
Ancora qualche anno fa, studiosi e “decisori” sudcoreani che si occupano del Nord affermavano in privato che il potere di riportare P’yongyang a più miti consigli risiedeva anzitutto a Washington e solo in seconda istanza nella Cina. Oggi l’ordine dei fattori è invertito.
Sebbene manchino per ora prove concrete (che del resto Pechino è assai riluttante a fornire), appare verosimile che il gigante asiatico abbia intensificato le pressioni diplomatiche ed economiche – leggasi: applicazione più stringente, ma non totale, delle sanzioni energetico-finanziarie decise in sede Onu – sul suo indocile protetto affinché questo smetta di provocare le potenze del Pacifico, Stati Uniti in testa, con la minaccia della catastrofe atomica.

La seconda ragione sta nella concretezza di tale minaccia e nell’arma, retorico-politica ancor prima che militare, fornita al regime nordcoreano dai successi dei test nucleari e missilistici.
Il definitivo ingresso nel novero delle potenze atomiche, ancorché in fieri, ha posto fine all’incerta transizione politica nordcoreana, cementando la leadership interna di Kim Jong-un e aumentandone il potere di ricatto esterno. Kim non pietisce la partecipazione alle Olimpiadi invernali sudcoreane; la negozia in una posizione migliore, sebbene certo non ottimale, rispetto a un anno fa. Forte anche di un interlocutore statunitense facilmente provocabile, la cui impulsività aumenta la propensione al dialogo dei sudcoreani, prime vittime di un eventuale conflitto armato.

Completa il quadro il provvidenziale (per il Nord) scandalo politico che tra 2016 e 2017 ha portato alla deposizione della premier sudcoreana Park e alla sua sostituzione con l’attuale inquilino della Casa Blu, il presidente Moon Jae-in, molto più propenso al dialogo inter-coreano anche per la necessità di distanziarsi dalle posizioni oltranziste del suo impresentabile predecessore.  Poco entusiasmo e molta disaffezione per la politica: questo è il dato principale emerso dalle  elezioni nella Repubblica  urco-cipriota di domenica 7 gennaio. Per la prima volta dalla dichiarazione unilaterale d’indipendenza del 1983, la campagna elettorale non è stata dominata dalla disputa territoriale con il sud a maggioranza greca ma piuttosto dalla questione morale.

Scandali, corruzione e nepotismo hanno lacerato il Partito turco-repubblicano (Ctp, di centro-sinistra pro-unificazione), alla guida del paese nella passata legislatura, a vantaggio del Partito dell’Unità Nazionale (Ubp, di centro-destra e vicino ad Ankara). Con il 35% dei voti, l’Ubp avrà tuttavia bisogno del Partito Democratico, una formazione di estrema destra fermamente contraria a qualunque accordo con i greci.
Molti hanno denunciato il recente arrivo di migliaia di coloni dalla Turchia, ai quali sarebbe stato concesso il passaporto turco-cipriota per sbilanciare il voto a favore del mantenimento dello status quo.
A fine mese si terranno a sud, nella Repubblica di Cipro – quella riconosciuta internazionalmente – le elezioni presidenziali. Nicos Anastasiades, capo di Stato uscente pro-unificazione, chiede un nuovo mandato per tentare di chiudere lo storico accordo con il nord. Ma la strada sembra tutta in salita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube