Il ritorno delle malattie infettive

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by Claudio Rossi

Nel mondo riaffiorano antiche paure per il ritorno delle malattie infettive. Negli ultimi decenni malattie dimenticate, come la tubercolosi, la malaria, il colera, la difterite, il morbillo e la meningite si sono diffuse in maniera rilevante e più di 30 malattie prima sconosciute come l’Ebola, l’HIV (che ha ucciso in totale più di 20 milioni di persone e continua ad ucciderne ogni anno), l’Hantavirus e la SARS sono emerse come nuove minacce per la salute umana.

Allarme malattie infettive

Dei 57 milioni di decessi che ogni anno si registrano nel mondo, circa 15 milioni sono causati da malattie infettive: oltre il 25%.

L’aspettativa di vita per i nuovi nati in Giappone, Svezia e Svizzera è più di 73 anni, mentre è meno di 34 anni nelle nazioni povere e afflitte da infezioni come la Sierra Leone, il Lesotho, l’Angola e lo Zimbabwe. In alcuni Paesi africani i maestri di scuola muoiono a ritmi più veloci di quelli necessari per istruirne altri.

Non averle debellate finora, le rende, nell’era della globa­lizzazione, ben più pericolose. La velocità degli spostamenti e l’intensità degli scambi di merci stanno creando le condizioni ideali per una “tempesta microbica perfetta“.

Nessuna nazione si può sentire immune quando un’epidemia scoppia in un remoto angolo del pianeta, perché i microbi viaggiano tanto velocemente quanto le persone e le merci.

 Malattie infettive: Le cause del ritorno

Le cause di questo ritorno delle malattie infettive sono principalmente le carenze igieniche di molte grandi città, i cambiamenti climatici, le guerre con le conseguenti migrazioni di profughi in fuga e l’enorme aumento del traffico aereo di merci e passeggeri che possono trasportare in poche ore i microrganismi patogeni da un capo all’altro del Pianeta.

La prevenzione è più economica della gestione delle emergenze

Dal 2015, la comunità scientifica internazionale, ha istituito una Commission on Global Health Risk Framework for the Future per affrontare il pericolo della diffusione di certe malattie infettive.

Basterebbe spendere 4,5 miliardi di dollari all’anno in più, equivalenti a circa 65 centesimi di euro per ogni abitante del pianeta, per prevenire e gestire le emergenze infettive che comportano un prezzo enorme non soltanto in termini di vite umane (una pandemia può essere addirittura più devastante di una guerra, del terrorismo o di un disastro naturale), ma anche perdite economiche e rischi di stabilità per certi Paesi.

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