Ex Presidente del Brasile Lula condannato a 12 anni di carcere

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 Il Stf rifiuta la richiesta habeas corpus a Luis Ignacio Lula Da Silva. L’ex presidente condannato a scontare dodici anni per corruzione,si chiude l’epoca socialista

Santo Mancuso, responsabile di redazione per il Brasile

Finalmente dopo settimane si pronuncia il contestato Consiglio del Superior Tribunal Federal, Brasiliano, che avrebbe dovuto pronunciarsi da tempo sull’Habeas Corpus che il collegio difensivo dell’ex Presidente  del Brasile, e ex sindacalista Luis Ignácio LULA DA SILVA, accusato di corruzione nel processo sulla più vasta storia della “mani pulite” brasiliana

In terra Brasilis, afflitta da contraddizioni profonde, tra corruttori milionari arricchitisi e politici e a tutti i livelli corrotti, si sta consumando il dramma che dovrebbe avere epilogo con la prigione di colui il quale è indicato come il capo di una banda dedita al saccheggio dei  beni dell’Unione, e che ha il sogno di impiantare nell’America Latina tutta il socialismo boliraviano.

Numerosi i capi di accusa e le testimonianze di impresari e colleghi politici che lo accusano davanti al giudice Sergio Moro, il quale lo ha condannato a  più di 12 anni di carcere, pregiudicandone la sua ricandidatura alle elezioni presidenziali di ottobre venturo.

Secondo il disegno accusatorio, nei 20 anni passati Lula che fondò il PT (Partito dos Trabalhadores ndr) scalando le vette della fragile democrazia presidenziale Brasiliana, assieme alla sua succeditrice Dilma Rousseff poi deposta per impeachment e numerosi altri funzionari di partito, hanno distratto milioni, affossando tra gli altri la più grande impresa petrolifera PETROBRAS.

La Odebrech, la multinazionale Brasiliana nella persona del suo ADM lo accusarono di aver ricevuto milioni attraverso il suo Instituto LULA, per conferenze finte, mai tenute, ma quello che lo inchioda, sono le evidenze di aver usato fondi della impresa di costruzioni OAS per l’acquisto e riforma di un Triplex che sarebbe frutto delle tangenti dovutegli dalla stessa Impresa.

Lula oggi settuagenario, era in pre-candidatura, per le presidenziali che quest’anno caratterizzano il paese, sebbene da mesi, il paese si sia mobilitato contro la sua candidatura, è si è visto rifiutare il ricorso opposto dai suoi avvocati da un verdetto combattuto, posto che il ministri del STF sono tutti indicati politicamente, ossia non sono giudici concorsati ma tutti indicati da presidenti passati o attuale, dunque profondamente schierati politicamente. Un giudizio insomma, richiesto dal popolo che da settimane si mobilita nelle piazze e sulle reti sociali, definitivamente esclude Lula dalla bagarre elettorale, che sebbene dai sondaggi fosse indicato come favorito, nella realtà lo vedeva parlare in piazze semivuote e soprattutto contestatissimo.

Il Brasile, sta vivendo una trasformazione epocale, sociale, politica e soprattutto economica, poiché ancora sono molti i veti e gli embarghi che si è dato rispetto a prodotti importati, ove tutti i prodotti importati costano tre o quattro volte più di altri paesi, ove l’Italia da anni soffre un boicottaggio economico, dovuto anche alla freddezza diplomatica creata dalla decisione di LULA di dare asilo politico al pluricondannato per omicidi politici e ricercato Cesare BATTISTI.

Una storia quella dei LULA padre e figli che li vedono diventare milionari e imprenditori dal nulla, tanto che se non fosse tragica per le sorti del paese sarebbe una commedia dei Vanzina.

Certo singolare è la sorte professionale di LULINHA il figlio minore che da semplice addetto alle pulizie di un giardino zoologico, in pochi anni diventa impresario internazionale con referenze in Angola e altri paesi di referenza lusofona, che per puro caso ricevettero cospicui aiuti e investimenti brasiliani, oggi vanificati e in grande parte riconosciuti come azioni politiche volte a espandere il socialismo brasiliano, ma anche volte a dare lavoro alle imprese amiche che oggi lo accusano.

Un presidente dunque, che seppur agli inizi incarnava il sogno proletario riformista, si è poi definitivamente conclamato come il Deus ex machina della corruzione, stando all’impianto accusatorio che lo ha portato a dover scontare oggi 12 anni di carcere inflittigli dal giudice Sergio MORO, che negli ultimi anni ha incarnato l’eroe brasiliano giustizialista che oggi stesso, Giovedi aprile ha emesso l’ordine di cattura e che dovrà essere eseguito nelle prossime ore.

Tuttavia, su Lula ancora pende la spada di Damocle di due inchieste giudiziarie internazionali una portoghese e l’altra negli USA, per corruzione, dunque sarà plausibile pensare che altre condanne lo colpiranno.

In queste ore il Brasile si sta dichiarando in festa, proclamando la fine di un’epoca, resta solo da sperare che il popolo Brasiliano trovi il coraggio di rinnovare davvero il gigante verde.

Nella foto Luis Ignacio LULA DA SILVA

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