Il Vangelo e le monache di socchiusura

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Il prete e scrittore Mauro Leonardi, riguardo alla clausura, scrive sul blog “Come Gesù”: “Io credo che il mondo della clausura necessiti di alcuni aggiornamenti che poco per volta stanno arrivando”. Il che significa che la clausura necessita di non essere del tutto clausura. Significa che le porte dei monasteri non dovranno restare del tutto chiuse, ma socchiuse. Un giorno le monache di clausura si chiameranno monache di socchiusura. Almeno si spera, eh!

Il sacerdote poi continua: “Rimane il fatto che il vangelo ci parla di alcuni che gettano le reti in alto mare e di altri che rimangono a terra a riparare le reti (“Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. – Mt 4, 12-23)”.

Io credo che le monache di clausura abbiano questo secondo compito, a più livelli e in diversi modi, per la Chiesa”.

Una bella forzatura interpretare in tal modo il vangelo. Sembra quasi che sia stato il Signore ad ordinare a Giacomo e a Giovanni di stare nella barca a rassettare le reti. Ma passi. Il fatto è che il Signore li chiama, i due fratelli, li distoglie dal loro lavoro. Ma ammettiamo pure che sia cosa buona e giusta dedicarsi soltanto alla riparazione delle reti, assurdo, insensato è il pensiero che si possa restare per tutta la vita, giorno e notte, nella barca a rassettare reti. I pescatori tornano a casa la sera, sia quelli che gettano le reti in mare, sia quelli che le reti le riparano, tutti tornano alle loro famiglie. 

“Ma tu – dice Gesù – quando vuoi pregare, entra nella tua camera e, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto te ne ridarà la ricompensa” (Mt 6, 6). Se Gesù avesse detto: “Entra nella tua camera e, serratone l’uscio, non uscirne più per tutta le vita”, sarebbe stato un incosciente, così come incosciente è, a mio parere, la Chiesa quando fa credere ai fedeli che rinchiudersi per tutta la vita in un monastero sia cosa buona e giusta.

Il Signore non può volere sacrifici inutili. I sacrifici devono avere uno scopo serio, la vita per gli amici si dà per una ragione seria. I sacrifici devono essere proporzionati allo scopo. Le monache di clausura pregano per il mondo, per la Chiesa, per i  peccatori e tutto ciò che si vuole? Possono farlo benissimo se le porte del monastero restano socchiuse, possono farlo benissimo se un giorno vogliono vedere il mare, toccare l’acqua del mare. Pregheranno toccando l’acqua del mare.

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