Brexit: May scrive ‘alla nazione’ e chiede sostegno all’accordo

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Sciolto il nodo Gibilterra, oggi al vertice Ue il via libera

In una “lettera alla Nazione” la premier britannica May chiede il sostegno del popolo al suo accordo con l’Ue sulla Brexit, affermando che si tratta di un’intesa che permettera’ un “piu’ luminoso futuro” al paese. La May spiega anche che una volta chiusa questa partita il governo potra’ concentrarsi su questioni come l’economia, il sistema sanitario e l’edilizia. Ieri l’accordo tra la Spagna e l’Unione Europea su Gibilterra e il via libera all’intesa, formalizzata al vertice straordinario di oggi a Bruxelles.

Quando il prossimo anno la Gran Bretagna lascera’ l’Unione, scrive la premier, il Paese vivra’ “un momento di rinnovamento e riconciliazione” e l’inizio di “un nuovo capitolo nella nostra vita nazionale”. Un momento, continua la premier, che “deve segnare il punto in cui mettiamo da parte per sempre le etichette di ‘uscire’ e ‘rimanere’, e torniamo ad essere di nuovo un solo popolo”. Ma “per fare questo – sottolinea Theresa May – abbiamo bisogno di andare avanti con la Brexit ora, sostenendo questo accordo”. “Con la Brexit conclusa”, sottolinea inoltre la premier, il governo sara’ poi in grado di concentrarsi su questioni come l’economia, il sistema sanitario nazionale e la costruzione di case.

La convocazione del vertice – messa in forse all’ultimo momento dalla minaccia di veto del premier spagnolo Pedro Sanchez, che chiedeva di sciogliere un’ambiguità, a suo avviso esistente nei testi da approvare, sullo status futuro di Gibiliterra, l’enclave nella Penisola iberica sotto sovranità britannica – è stata sbloccata dalla soluzione ‘ad hoc’ conseguita con tre dichiarazioni, due congiunte del Consiglio europeo a 27 e della Commissione, e una separata sottoscritta solo dalla premier britannica, che saranno allegate ai verbali della riunione dei leader. Sanchez ha ottenuto quello che chiedeva: le dichiarazioni rendono esplicito che gli accordi negoziati fra il Regno Unito e l’Ue nel quadro delle relazioni future dopo la Brexit non si applicheranno automaticamente anche al territorio britannico di Gibilterra, senza che siano stati preventivamente approvati da Madrid. La lettera di convocazione di Tusk ai leader afferma che è stato trovato “il miglior compromesso possibile” e riconosce che i cinque obiettivi principali del negoziato “sono stati tutti conseguiti”. Gli obiettivi erano: “Minimizzare l’incertezza e le perturbazioni causate dalla Brexit per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri”; “stabilizzare lo status dei cittadini europei che vivono, lavorano e studiano nel Regno Unito, con garanzie reciproche”, che si applicheranno simmetricamente anche i cittadini britannici residenti nell’Ue; “garantire che il Regno Unito onori tutte le sue responsabilità e gli impegni finanziari” assunti durante la sua permanenza nell’Ue, con pagamenti che ammontano secondo fonti britanniche a circa 39 miliardi di sterline; “evitare un frontiera ‘dura’ fra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda”; e infine “impedire un vuoto giuridico per le nostre imprese”. L’Accordo di recesso, in effetti, sottolinea Tusk, “assicura che i diritti dei nostri cittadini siano pienamente tutelati, che il processo di pace in Irlanda del Nord non abbia conseguenze” dalla Brexit, “che il Regno Unito continui a effettuare i suoi pagamenti al bilancio Ue durante il periodo di transizione (dal 29 marzo 2019 al 31 dicembre 2020, ndr) e che sia garantita la certezza giuridica”. La dichiarazione politica sulla cooperazione futura, d’altra parte, stabilisce la direzione da prendere, allo scopo di “costruire le relazioni migliori possibili con il Regno Unito dopo la Brexit, come amici e partner”. E se, continua Tusk, “nonostante i nostri sforzi”, fosse necessario più tempo per negoziare queste relazioni al di là del periodo di transizione, in cui il Regno Unito resterà nel mercato unico europeo, ma senza più partecipare alle decisioni dell’Ue, “sarà possibile prorogare questo periodo per un massimo di due anni”. “Durante questo negoziato, non volevamo sconfiggere nessuno, ma conseguire un accordo buono e giusto”, osserva ancora il presidente del Consiglio europeo, con un riferimento polemico ai presunti intenti punitivi spesso attribuiti dai britannici a Bruxelles. Ma, conclude Tusk, “c’è una cosa che voglio sottolineare: durante questo periodo critico, i Ventisette hanno superato il test dell’unità e della solidarietà”.

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