Francia-Italia: c’è aria di crisi

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Tra Italia e Francia c’è aria di crisi. Una tensione talmente palpabile che Emmanuel Macron ha richiamato l’ambasciatore Christian Masset a Roma per un confronto. Il Ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian riferisce infatti di aver deciso tale estrema misura poiché il governo italiano ha rivolto “attacchi senza precedenti”. Il Ministro su Twitter scrive: “Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”.

La crisi tra i due paesi cresce sempre di più in seguito ai numerosi episodi di aperta ‘sfida’: dalle problematiche derivanti dai blocchi della polizia francese ai confini di Ventimiglia, alla questione delle elezioni in Libia, le accuse di interferenze da parte del governo francese sul caso dei gilet gialli, la faccenda della Tav (per cui la Francia è da sempre favorevole), la polemica sollevata da Di Battista sul franco FCA.

Al momento il punto più critico della questione è stato l’incontro di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista con un gruppo del movimento dei gilet gialli in vista delle prossime europee. Sarebbe proprio questa la strategia del M5S? Allearsi con i gilet gialli in funzione anti-èlitista e anti-tassazione?

Questo episodio è ricchissimo di riferimenti simbolici: questo neo-movimento, che ha gettato la Francia in una pesante crisi interna, rappresenta la sfida aperta al potere eletto nello scorso 2017, colpevole di aver disatteso le promesse elettorali. Rappresenta lo sdegno di quella parte della popolazione francese che è stata decisiva per la vittoria di Macron sia nelle elezioni presidenziali che in quelle legislative. È lo sdegno della classe media, quella vessata dalle tasse e senza la possibilità di poter migliorare la propria condizione lavorativa né quella quotidiana.

Il movimento dei gilet gialli, se si volesse azzardare un collegamento, ricorda il Movimento 5 Stelle, quello delle origini, quello che si opponeva al distacco della politica dalla società civile, quello che pensava al bene comune dei cittadini, quello che urlava nelle piazze e faceva sentire la propria voce di protesta.

Il capo dello stato Sergio Mattarella prova intanto a ricucire i rapporti dichiarando che “Bisogna difendere e preservare l’amicizia con la Francia”, esprimendo tutta la sua inquietudine su questo caso diplomatico e dicendosi “gravemente preoccupato per la situazione”.

Questo caso sembra essere un tentativo del M5S di apparire forte, tenace e sicuro di sé. La dimostrazione di essere all’altezza del suo alleato di governo, incapace di farsi mettere i piedi in testa. Tuttavia sembra essere un tentativo mal riuscito, poiché di fatto l’Italia ha deciso di intromettersi negli affari interno di un altro stato sovrano, la Francia, senza un legittimo e valido motivo, rischiando di causare la più grave crisi diplomatica dal 1940.

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