Lo stupro come variante di arma in guerra 

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In sede Onu accolta la risoluzione che riconosce lo stupro come variante di arma in guerra 

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato con 13 voti favorevoli e due astenuti, Russia e Cina, la risoluzione che contempla la pratica raccapricciante dello stupro come tipologia di arma nei luoghi teatro di guerra

di Monica Montanaro                      

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha indetto una conferenza avente al centro il tema della violenza sessuale nei luoghi teatro dei numerosi scenari di guerra attualmente imperversanti nel mondo, a cui hanno partecipato, oltre il segretario generale Antonio Guterres, i premi Nobel per la pace Nadia Murad e Denis Mutwege, inoltre era presente l’avvocato attivista Amal Clooney. L’organo dell’Onu ha approvato una risoluzione, che ha incassato 13 voti a favore e due astenuti, da parte di Russia e Cina, atta a osteggiare vigorosamente l’azione infima e scabrosa dello stupro come strumento e in funzione di arma all’interno dei conflitti bellici. L’iter che ha condotto alla convalida finale della risoluzione, ha attraversato un percorso impervio, poiché gli Usa avevano minacciato di porre il proprio veto, in quanto il testo riportava un passaggio afferente alla questione della “salute riproduttiva”, locuzione alquanto sibillina, il riferimento sotteso, difatti, era rappresentato dalla possibilità di supportare la pratica dell’aborto in seno alle vittime di tale reato.

Il presidente di turno del Consiglio di Sicurezza Onu, a cui presiedono le rappresentanze di quindici Stati, è attualmente la Germania, Paese che ha appoggiato tenacemente il processo approvativo di tale risoluzione, impegnandosi affinché ricevesse il beneplacito di tutti i membri del Consiglio, e combattendo, altresì, contro le resistenze di parte americana. Pertanto, dopo lo strenuo ostracismo degli Usa, il nuovo testo della risoluzione prevede la modifica di tale punto, cassando la parte menzionante l’atto medico sopprimente i nascituri, soddisfacendo le richieste degli Stati Uniti.

L’ambasciatore francese all’Onu, Francois Delattre, ha esplicitato il suo dissenso riguardo la decisione apportante tale importante modifica al testo della risoluzione: “E’ inspiegabile che l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva non sia esplicitamente riconosciuto per le vittime di stupro, che sono spesso bersaglio di atroci atti di violenza e di mutilazioni barbariche”, ha commentato l’ambasciatore.

Peraltro, sul testo della risoluzione era già stata operata un’altra troncatura, ossia la parte che prevedeva l’attivazione di un nuovo sistema progettato per vigilare e denunciare il compimento di tali atti violenti e feroci, perpetrati sul corpo di donne vittime inermi negli scenari di guerra, in seguito all’intervento fortemente contrastante e oppositivo degli Usa, con l’intesa della Russia e della Cina, i quali hanno incassato, concordemente, in merito una vittoria netta.

Il contributo fattivo dell’avvocatessa Amal Clooney ha fatto progredire il procedimento della ratifica di tale risoluzione in seno al Consiglio dell’ Onu, la stessa ha riferito: “Se questo organo non può prevenire la violenza sessuale in guerra, deve almeno punirla. Nonostante la bozza sia un passo avanti, nella misura in cui rafforza il regime di sanzioni per coloro che commettono tali crimini, bisogna andare oltre. La giustizia non può avere una possibilità se le persone al potere, tra cui quelle sedute intorno a questo tavolo, non ne fanno una priorità”, ha proseguito la Clooney, sottolineando con veemenza che è in corso “un’epidemia di violenza sessuale e la giustizia e l’antidoto”.

Mentre l’opinione del segretario generale Guterres riguardo la ratifica e il contenuto della risoluzione: “Dobbiamo riconoscere che lo stupro in guerra colpisce in larga misura le donne perché è collegato a questioni più ampie come la discriminazione di genere”, aggiungendo, che “nonostante numerosi sforzi, la violenza sessuale continua ad essere una caratteristica orribile dei conflitti in tutto il mondo, ed è usata deliberatamente come arma di guerra”. Il segretario Gutteres, incalzando, ha avallato la sua tesi, sostenendo: “Che vi è un’impunita diffusa e la maggior parte di questi crimini non viene denunciata, investigata o perseguita. La risposta globale deve garantire la punizione degli autori e il sostegno completo ai sopravvissuti”, ha concluso lo stesso Guterres, ribadendo il ruolo e l’impegno proficuo degli Stati membri costituenti il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in tal senso. 

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