Ragazze mondiali

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Era dai mondiali degli Stati Uniti del 1999 che la nazionale italiana femminile non partecipava alla massima competizione globale.
All’epoca l’11 azzurro non riuscì a superare il girone, piegandosi a due giganti come Brasile e Germania. Quest’anno, invece, le ragazze del CT Milena Bertolini puntano in alto dopo essere state capaci di qualificarsi agevolmente alla fase conclusiva del mondiale, superando brillantemente il proprio girone di qualificazione con 7 vittorie e una sola sconfitta. Il grande lavoro dell’allenatrice ha, infatti, riportato le azzurre nell’olimpo del calcio dopo una brutta prova agli Europei del 2017. Con il suo nuovo tema tattico, Bertolini è riuscita a trovare l’amalgama giusta, creando un gruppo forte e coeso, fatto di nuove certezze e ottimi valori tecnici, osservati anche nelle amichevoli di lusso contro Francia (1 a 1) e Svezia (1 a 0).
Il movimento del calcio femminile è in continua ascesa. A testimonianza di ciò – oltre al sempre più alto numero di calciatrice (16 milioni nel mondo) – c’è il montepremi finale della competizione, raddoppiato rispetto all’edizione precedente (da 15 a 30 milioni di euro). Anche in Italia le squadre di club si sono rafforzate e le società stanno investendo sempre di più sulla crescita del movimento. Per tale ragione, non è stato semplice scegliere le 22 giocatrici convocate al mondiale.
L’ossatura della squadra è quella della Juventus, che con 8 calciatrici è la squadra più rappresentata. Seguita dal Milan, con 6, e Fiorentina e Roma con 3. Il 4-3-3 (o 4-3-1-2) su cui si basa Mister Bertolini è composto da un comparto difensivo solido, con Laura Giuliani garanzia tra i pali e Sara Gama – capitano e vero riferimento tecnico e carismatico della squadra – al centro della difesa. Elena Linari, reduce da una grande stagione all’Atletico Madrid, e le velociste Alia Guagni ed Elisa Bartoli dovrebbero avere le altre tre maglie da titolare, andando a comporre una difesa a quattro di ottimo livello nonostante la pesante assenza di Cecilia Salvai.
In cabina di regia a centrocampo ci sarà Manuela Giugliano, che con i piedi può inventare calcio. Ai suoi fianchi agiranno Valentina Cernoia e Aurora Galli, giocatrici di passo. Osservata speciale, la juventina Martina Rosucci, che dopo due brutti infortuni è riuscita a recuperare e potrà dar manforte da subentrata.
Ma il fiore all’occhiello l’Italia ce l’ha in zona offensiva. Cristiana Girelli, capocannoniera con 29 reti in azzurro, è una numero 10 fantasiosa ed è leader del reparto d’attacco. Con Barbara Bonansea, veloce esterno della Juventus dal dribbling fulminante e possibile stella di questa competizione, avranno il compito di servire l’attaccante d’area di rigore Ilaria Mauro (con possibile avvicendamento durante le partite con Valentina Giacinti e Daniela Sabatino). A queste va aggiunta anche la giovane del gruppo Annamaria Serturini. La classe ‘98 della Roma ha nel proprio repertorio un cambio di passo notevole e rappresenta un’alternativa a Bonansea di lusso, in grado di spaccare la partita in caso di necessità.
Le azzurre, inserite nel gruppo C, scenderanno in campo contro l’Australia a Valenciennes domenica 9 giugno, per poi affrontare la Giamaica a Reims il 14 giugno e il Brasile, sempre a Valenciennes, il 18 giugno. Quest’ultima uscita sarà l’occasione per osservare come le azzurre sapranno cavarsela contro la leggenda del calcio femminile, la sei volte miglior giocatrice del mondo Marta. Da regolamento, le prime due dei sei gironi da quattro squadre accederanno alla fase ad eliminazione diretta, oltre alle quattro migliori terze.
“Fatevi onore al Mondiale. Potrete ridare entusiasmo ai tifosi italiani che hanno subito lo smacco della mancata qualificazione al Mondiale da parte della Nazionale maschile. Il calcio italiano rinascerà attraverso le donne”. Questo l’augurio che la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha voluto mandare alla Nazionale femminile in visita ufficiale a Palazzo Madama il primo giugno, poche ore prima della partenza della squadra per la Francia. “Che questa partecipazione ai Mondiali rappresenti un punto di partenza e non di arrivo per il movimento calcistico femminile” ha concluso la presidente 

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