Uno scoop del New York Times rivela che i potenti missili anti-tank erano stati venduti dagli Usa a Parigi. Il trasferimento delle armi al generale Haftar, che combatte il governo di Serraj appoggiato da Onu e Italia, violerebbe l’embargo Onu gettando enormi ombre sulla strategia di Parigi

Quattro missili anti-tank Javelin di produzione americana, del costo di 170 mila dollari l’uno, sono stati ritrovati il mese scorso in un campo di milizie ribelli fedeli al generale Khalifa Haftar a Gheryan, vicino alla capitale della Libia, Tripoli. Come rivelato dal New York Times, i missili facevano parte di un lotto venduto nel 2010 dagli Usa alla Francia e rientrano in un elenco di armi vendibili solo a stretti e affidabili alleati.

VIOLATO L’EMBARGO ONU?

Il ritrovamento è ovviamente carico di gravi implicazioni, dal momento che gli Stati Uniti vietano di fornire armi così potenti a terze parti e soprattutto perché in Libia vige un embargo delle Nazioni Unite sugli armamenti e infine perché il governo del generale Khalifa Haftar, sostenuto da Parigi, è in guerra con quello di Tripoli guidato dal premier Fayez Serraj e appoggiato dall’Onu.

Il Pentagono ha confermato che i quattro Javelin fanno parte di un lotto di 260 missili venduti da Washington a Parigi nel 2010. Un consulente dell’esercito francese ha confermato al Nyt che i quattro missili appartengono alla Francia ma ha negato il trasferimento al generale Haftar. Secondo il militare, i missili erano danneggiati e inutilizzabili e per questo sarebbero stati stoccati in un deposito in Libia in attesa di essere distrutti. I missili, continua la fonte, erano in dotazione alle forze francesi presenti nel paese nordafricano per operazioni di intelligence e antiterrorismo e per questo non ci sarebbe stata alcuna violazione dell’embargo.

«MOLTE DOMANDE SENZA RISPOSTA»

Secondo il quotidiano americano, «questa versione lascia molte domande senza risposta». Come sono finiti quei missili in una base ribelle vicino a Tripoli, dove Haftar ha appena combattuto una guerra contro il governo di Serraj che ha causato oltre mille vittime da aprile? Le forze speciali francesi, infatti, sono di stanza principalmente in Cirenaica e non nella parte occidentale del paese, dove si trova invece la capitale.

Le armi sono state ritrovate dopo un blitz delle forze di Serraj a Gheryan, dove si trovava il quartier generale di Haftar durante l’offensiva di aprile. Tra gli armamenti rinvenuti nella base, oltre ai Javelin, in grado di neutralizzare i carri armati, c’erano anche droni d’attacco di manifattura cinese e pezzi d’artiglieria pesante da 155 mm di proprietà degli Emirati Arabi Uniti, un altro dei principali alleati di Haftar.

NUOVE OMBRE SULLA FRANCIA

Il ritrovamento delle armi non solo conferma che quella libica è anche una guerra combattuta per procura e nella quale sono immischiate tutte le principali forze mondiali. Getta forti ombre anche sul ruolo della Francia, che in teoria dovrebbe appoggiare il governo di Serraj, ma di fatto sostiene Haftar anche nella speranza di scalzare l’Italia e soprattutto l’Eni dalla Libia.

Solo la settimana scorsa le forze del generale Haftar hanno bombardato un centro migranti vicino a Tripoli, uccidendo oltre 40 persone e aggravando ulteriormente la situazione dei migranti in Libia e la crisi che coinvolge direttamente l’Italia.

Foto Ansa