Contro la Reggina, nel derby del gemellaggio e nel primo big match del torneo, il Bari cercava la prima vittoria casalinga e dare continuità ai risultati ma, soprattutto, cercava di proporre una chiara fisionomia di squadra già intravista a tratti a Rieti dove la squadra di Cornacchni ha vinto senza, tuttavia, convincere più di tanto. L’avversario era di quelli tosti, uno di quelli che, insieme a Catania, Ternana e Catanzaro, ed insieme alla solita e prevedibile sorpresa, daranno filo da torcere al Bari per la promozione e che, differentemente dalle squadre fin qui incontrate (ma anche di quelle che si incroceranno nel cammino pieno di ostacoli della C), ha giocato a viso aperto, concedendo spazi e non chiudendosi a riccio, spazi coi quali, finalmente, si sarebbe potuto vedere un Bari diverso dove l’indubbia qualità avrebbe potuto prevalere. Ma non è andata esattamente così. Ne è uscito un pareggio, non divertente ma assolutamente giusto.
Quella contro la Reggina era un passaggio di tempo importante, una squadra forte ed in salute da incontrare con tre ex baresi, Bellomo – che pure è partito, tra lo stupore generale, dalla panchina – Guarna e Rossi che hanno giocato la gara a viso aperto con temperamento, ed il Bari che avrebbe dovuto averne di più perché giocava in casa. Era importante vincere i duelli individuali e correre più degli amaranto, così facendo le percentuali di vincere erano alte. Ma, in realtà, così non è andato.
Cornacchini ha mandato in campo un ennesimo modulo, il 3-5-2, senza, però, Terrani ma con Frattali in porta, Sabbione, Di Cesare e Perrotta in difesa, Costa e Kupisz esterni, Bianco, Awua e Scavone (all’ultimo momento ha sostituito Schiavone che ha avuto un problema nel riscaldamento) a centrocampo, Ferrari ed Antenucci in attacco. Ma non ha convinto. Affatto. Senza vivacità, ingranaggi arrugginiti e idee scarsissime.
Non esaltante il primo tempo, anzi, il pubblico non ha per niente gradito la resa biancorossa. Il cammino si è fatto subito in salita dal momento che la Reggina ha mantenuto sin da subito il pallino del gioco e andando finanche in gol al 7’ con Corazza che, su un buco della difesa sugli sviluppi di un corner, ha infilato in rete indisturbato. Il Bari è troppo piatto schierato con quel modulo, la squadra ha accompagnato poco i due attaccanti andando spesso in difficoltà, non creando praticamente nessuna occasione da rete.
Bari in difficoltà, su un cross sul secondo palo Perrotta ha rischiato un autorete per sventare la minaccia. Il Bari deve ancora entrare in partita e non riesce mai a superare la metà campo reggina tranne che al 18’ quando Ahua si inventa una giocata superando due avversari smarcando Antenucci ma la sua conclusione è troppo debole e centrale per Guarna.
Il Bari da qualche minuto prova a prendere campo e a schiacciare la Reggina sulla propria metà campo anche perché gli amaranto non si rendono più pericolosi dopo la sfuriata iniziale, ma nel contempo controllano senza affanni gli attacchi sterili del Bari.
Una partita molto agonistica priva di divertimento e di gioco, ma questo per il Bari non è una novità, manca la velocità nella manovra offensiva del Bari, troppo isolati i due attaccanti, le mezze ali non fanno gioco di inserimento e tutto diventa maledettamente più complicato.
Poche le idee in attacco che facilitano il lavoro difensivo calabrese, il Bari non pressa e l’atteggiamento è rinunciatario.
Prova a mettersi in proprio Antenucci che dai venti metri, palla al piede, prova a tirare in porta ma il suo tiro è fuori di due metri. L’attaccante è costretto a fare tutto da solo perché non supportato dai compagni.
Deve cambiare qualcosa Cornacchini nel secondo tempo, soprattutto sul piano tattico. Il Bari sembra più aggressivo, più vivo ed in partita ma servono giocatori di estro che con una giocata possano ribaltare la gara. Ci prova ancora Antenucci con una conclusione debole che Guarna para senza problemi.
E allora è il turno di Floriano e D’Ursi per Scavone e Ferrari. Cambia così Cornacchini con un 3-4-3. Entra Bellomo tra gli applausi del pubblico barese che ricambia, un cambio che vuol dare ancora più pericolosità nella manovra evitando di chiudersi in difesa.
Kupisz, nel frattempo, sbaglia tutto, il polacco non è mai entrato in partita tanto che l’allenatore barese lo sostituisce con Berra.
E al 18’ il Bari riprende la gara col pareggio. Su un corner la testa di Sabbione svetta su tutti e manda la palla in rete sfruttando una uscita a vuoto di Guarna, un film già visto qui a Bari.
Il Bari, allora, prova a premere in avanti evitando di far ragionare i giocatori della Reggina e la metamorfosi si vede in campo ma al di là di qualche bella giocata soprattutto di quel motorino di Awua, tutto risulta sterile.
Dentro anche Hamlili e Corsinelli per dare fosforo, vivacità ed energie fresche in mezzo al campo e per provare a vincere la gara, ma la stessa si appiattisce, le squadre provano entrambe a dire qualcosa ma manca il classico pizzico di pepe fino alla fine.
La gara termina qui dopo cinque minuti di recupero. Un pareggio, dunque, il primo per il Bari, un pareggio tutto sommato giusto per quanto si è visto in campo.
Un pareggio contro una concorrente per la promozione che ha messo in evidenza, ancora una volta, la difficoltà di manovra del Bari che ancora non riesce a trovare la cosiddetta quadra. Certo, l’avversario era tosto, non di quelli che si chiudono in difesa, ma proprio questo dovrebbe far riflettere perché se con squadre scarse il Bari vince sudando e senza meriti particolari, se con la Reggina soffre ma riesce a pareggiare per giunta in casa, cosa ne sarà delle prossime gare? Non è il caso, tuttavia, di fare drammi. La squadra è uscita tra i fischi del pubblico, meritati, ma riteniamo che ci sia tutto il tempo per rimediare.
Massimo Longo