Renzi lascia il Pd, la posizione di Jacopo Scandella

Lombardia

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Giorni di riflessione dentro il Partito democratico. Soprattutto per le persone politicamente vicine all’ex segretario Matteo Renzi, che ha rotto gli indugi e annunciato di fondare un suo partito. Sarebbero una quarantina, secondo lo stesso senatore fiorentino, i parlamentari pronti a passare con “Italia Viva”. Più difficile dire quanti esponenti del partito a livello locale lo seguiranno. A Bergamo sembra pochi.

Dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori al segretario provinciale Davide Casati, in molti hanno annunciato di voler restare nel Pd. Tra loro anche Jacopo Scandella, consigliere regionale e in passato coordinatore del partito in Valle Seriana, oltre che vicino alle posizioni dell’ex segretario, tanto da poterlo annoverare a lungo tra le fila dei “renziani”.

Ma ora, appunto, Scandella prende le distanze rispetto alle scelte dell’ex presidente del Consiglio. In un post su Facebook il consigliere regionale ha chiarito la sua posizione. Scrive: «A cuore aperto, ad oggi non sono convinto che un nuovo partito personale sia utile a qualcuno, a maggior ragione perché non vedo più in Renzi quella carica innovativa e popolare che possa guidarlo al successo. A chi ha già deciso di seguirlo, auguro sinceramente buona fortuna. Perché gli avversari sono altri, e nelle tante sfide che ci aspettano – giovani, ambiente, salute, lavoro – ci ritroveremo con gli stessi valori».

Scandella riconosce che «Renzi ha rappresentato – per una fetta ampia e anagraficamente trasversale di persone – la speranza che il Pd potesse diventare un partito innovativo nei modi di comunicare e coinvolgere la gente, pragmatico nel risolvere i problemi delle persone, ambizioso nel convincere nuovi elettori, capace di valorizzare il lavoro sul territorio più che la fedeltà di corrente».

Il consigliere regionale aggiunge: «Quelle speranze sono in larga parte rimaste deluse – anche da lui stesso – ma sono lì ad aspettare qualcuno che le raccolga. Nel Pd, in un grande progetto plurale, dove le persone si apprezzino e si rispettino e abbiano piacere a lavorare insieme più di quanto non accade ora. Se non ci impegniamo per questo, se ci perdiamo nei litigi e nei posizionamenti tattici, c’è il rischio concreto che un’intera generazione di democratici si abbandoni alla disillusione e alla noia. Io voglio provare ad evitarlo. E per chi la pensa così, è il momento di un passo avanti».

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